095 // "stai bene"

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"Hola Linda" disse Pedri appena mi vide. Mi ha abbracciato e io ho alzato lo sguardo verso di lui.
Mi diede un breve bacio sulle labbra e poi mi abbracciò di nuovo.

"Mi sei mancato tanto" dissi mentre lo abbracciavo. Poi alzai di nuovo lo sguardo su di lui.

"Anche tu mi sei mancata" sussurrò lui, e poi mi allontanai da lui.

"Sì, sì, sì, anche voi mi siete mancati. Andiamo" disse Xavi e io sorrisi un po' mentre camminavo accanto a Pedri. Lui mi mise un braccio intorno alle spalle e con l'altro tirò la sua valigia.

"Com'era Vegas senza di me?" Mi chiese e io sorrisi un po'.

"Beh, Phobe mi ha fatto divertire, anche se si tratta di un intrattenimento un po' particolare." Sorrisi tra me e me mentre pensavo a tutto.

"Mi fa piacere." Mi baciò la guancia e poi sentii Ferran che si accostava a me.

"Hola Athen" disse e mi accarezzò la testa. Pedri allontanò la sua mano e poi la posò di nuovo sulla mia spalla.

"Il piccolo Pedri è geloso" disse Ferran e Pedri sorrise leggermente, mentre io mi limitai a scuotere la testa.

"Almeno io ho qualcuno di cui essere geloso" disse Pedri e mi cadde la mascella. Spinsi Pedri dall'altra parte, lontano da Ferran.

"Sono incredibilmente dispiaciuta per lui" gli dissi e guardai di nuovo Pedri. "Non puoi dire così, coglione" gli dissi e lui sorrise.

"Guardami." Mi sorrise e io tornai a guardare Ferran che stava parlando con Eric, quindi non era un problema.

"Pedri, sono seria. Smettila. Potrebbe fargli male." Dissi e lui abbassò lo sguardo su di me.

"Sì, sì. Non parliamone e basta. Stiamo bene."
Borbottò e mi diede un breve bacio sulla guancia.

"Se lo dici tu" sorrisi.

"Beh, so che mi ami" disse a caso e io lo guardai con aria confusa.

"È stato casuale, sai" risposi e lui scosse la testa.

Dato che ora era a Las Vegas, c'era un solo problema di tutta questa faccenda. Doveva incontrare Phoebe prima o poi.

Non che non voglia che lui incontri Phoebe perché è imbarazzante, beh... lo è, ma io la amo. La adoro assolutamente. Ma ho paura che Pedri la incontri.

"Stasera usciamo a cena" sussurrò, e io alzai lo sguardo su di lui e poi mi girai a guardare Xavi.

"Il tuo capo è d'accordo?" Sussurrai di nuovo e lui fece lo stesso. Si girò a guardare Xavi.

"Non mi interessa il mio capo. L'ultima volta che mi ha dato da mangiare, abbiamo avuto un virus intestinale. Mi ci vuole un po' di tempo per fidarmi di nuovo di lui." Rideva e io ascoltavo attentamente quello che diceva. Il mio sorriso era chiaramente visibile sul mio viso.

"Sei esilarante" dissi e gli passai un braccio intorno alla vita. Indossava una felpa con il cappuccio e aveva il profumo della sua colonia.

"So di esserlo. Dopotutto, mi chiamo Pedri, giusto?" mi guardò e io annuii.

"Voi due siete così adorabili." Ferran si avvicinò di nuovo a noi e Pedri lo fissò con rabbia.

"Ay Ferran, guarda chi c'è là dietro." Pedri indicò dietro di sé e guardò Ferran che si girava. Ridacchiai un po' mentre lo guardavo di nuovo.

"Funziona ogni fottuta volta" sorrise Pedri.

———

"Allora, come va la vita?" Mi chiese Pedri appena ci sedemmo al ristorante.

"Difficile e diversa" risposi e poi sorrisi della mia stessa risposta. Sono davvero così saggia.

"Spara" agitò la mano con un movimento circolare.

"Lo sai già" espirai profondamente e lo guardai prendere la mia mano e giocherellare con essa.

"Non mi interessa, dimmelo di nuovo" Alzò lo sguardo dalla mia mano verso di me. "Tutto" aggiunse e io sorrisi un po'.

"Sai, le cose con papà sono il mio problema principale in questo momento" sussurrai sottovoce.

"Ma lui è felice lì e sono sicuro che lo è anche la tua famiglia." Rispose e io distolsi lo sguardo per un breve istante.

"Saremmo stati più felici a Barcellona. Volevo tanto che andasse a Bavk". Mi lamentai e la mia voce divenne un po' tremolante. Lui mi lanciò quello sguardo preoccupato che mi rivolge sempre quando sa che qualcosa non va.

"Va bene, ora sei qui. Voglio dire che ora sono lì e sono ancora la tua famiglia, non cambierà nulla." Disse e io tirai indietro la testa. Poi si chinò sul tavolo e mi portò la mano sul viso. Lo prese con la mano destra e con l'altra mi accarezzò il lato del viso.

"Stai bene" sussurrò e poi tolse di nuovo le mani, sentii un'ombra fredda e vuota sul mio viso e lo guardai senza interrompere il contatto visivo.

C'era un tavolo tra di noi e mi sembrava ancora che lui fosse qui, seduto accanto a me. Ogni singola cellula del mio corpo lo toccava. Lo sentivo accanto a me e mi abbracciava, come mi dava il conforto di niente è quasi incredibile. Passarono alcuni minuti e ci guardammo, sorridendo come degli idioti.
Come degli adolescenti che si sono appena dati il primo bacio.
Perché quando stavo con lui mi sentivo esattamente così.

Ricordo ancora il momento in cui l'ho conosciuto, come potrei dimenticarlo. Quando era l'unico problema al mondo che non si poteva risolvere. Ricordo che mi lamentavo con mio padre di quanto fosse fastidioso.

Se qualcuno mi avesse detto in quel preciso momento che era l'uomo che avrei seguito per il resto della mia vita, avrei riso rotolandomi sul pavimento.

Avrei voluto reagire in modo diverso quando cercava solo di essere gentile, ma chissà cosa sarebbe successo se l'avessi fatto. Non voglio nemmeno scoprirlo.

Mentre guardavo il suo volto intero, continuavamo a mantenere il contatto visivo.
Potrei guardarlo per giorni senza annoiarmi. Sorrise appoggiandosi allo schienale. Lo guardai negli occhi e mi concentrai su di essi.

Credo che sia stato quello il momento in cui ho capito.

Solo con lui posso avere un lieto fine.

𝙏𝙍𝘼𝙏𝙊 / 𝙋𝙀𝘿𝙍𝙄 (Italian Translation)Where stories live. Discover now