uno

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quel giorno jungkook arrivò insolitamente presto in ufficio. era l'unico ad essere lì, eccetto quel ragazzo dai folti capelli color pece.

l'aveva notato sin dal primo giorno che aveva messo piede li dentro, si era presentato con un espressione indecifrabile e mai nessuno la dentro l'aveva mai visto accennare un sorriso.

ricordava si chiamasse kim taehyung e che avesse soltanto qualche anno in piu di lui, ma non sapeva nient'altro. conosceva soltanto le sue abitudini: amava difatti arrivare per primo sul posto del lavoro, sedeva sempre sulla terzultima sedia a sinistra e ogni mattina, sorseggiava una tazza media di caffe americano con dose extra di ghiaccio.

ad ogni pausa pranzo, rifiutava sempre l'invito dei colleghi che lo invitavano ad unirsi a loro, tranne uno. c'era solo un ragazzo con cui passava gran parte del tempo. aveva delle morbide guance sempre arrossate e un sorriso perenne sul volto.

e più volte jungkook si era chiesto come due persone così diverse potessero andare d'accordo.

nonostante quegli anni passati nello stesso ufficio, erano davvero rare le volte in cui si erano scambiati qualche parola.

stava fissando da così tanto tempo taehyung, che quest'ultimo si voltò a lanciargli uno sguardo silenzioso. i loro occhi si incrociarono per un istante e jungkook fu costretto a distoglierlo e a scusarsi a voce bassa.

ritornò a digitare sul proprio computer e cercò di focalizzarsi su alcuni documenti che avrebbe dovuto controllare e stampare successivamente, ma la sua attenzione quella mattina, era quasi interamente focalizzata sul ragazzo dall'altra parte della stanza.

voleva approfittare del fatto che fossero gli unici due la dentro, per poter parlare con lui e chiedergli delle cose che lo incuriosivano da tempo. così si schiarì la gola, bevve un sorso d'acqua e alzò la testa in sua direzione.

«hm.. taehyung?» non ricevendo alcun cenno di risposta, continuò un po' titubante. «come mai vieni a quest'ora?»

ancora una volta, il silenzio riempì la stanza.

jungkook cominciò a sentirsi a disagio e cercò di rimediare con qualcosa che gli era accaduta quella mattina. «penso di aver sbagliato ad impostare la sveglia ieri sera e stamattina non riuscivo neanche ad alzarmi dal letto. volevo dormire un altro po' ma avevo paura che non riuscissi più a svegliarmi in temp-»

«non hai del lavoro da fare?» la sua voce profonda arrivò dall'altra parte della stanza, interrompendolo.

jungkook si morse il labbro e annuì in silenzio, riportando la testa davanti al monitor.

perchè dev'essere sempre così scontroso?

«il primo turno della metro parte alle sei, ci impiego un'ora ad arrivare all'altro capolinea e trenta minuti a piedi per arrivare qui.»

«non hai la patente?»

che domanda stupida jungkook, se l'avesse di certo non prenderebbe la metro.

per la prima volta, vide le belle labbra di taehyung curvarsi in alto in un sorriso divertito.

«se vuoi.. la mattina potrei darti io un passaggio.»

taehyung non parve pensarci neanche un istante, scosse immediatamente il capo e il sorriso di poco prima svanì, mentre ritornava curvo sul proprio computer.

«non mi piace stare in macchina con uno sconosciuto.»

sconosciuto?! ma se lavoriamo nello stesso ufficio da più di tre anni!

[...]

«jeon, come procede con quel file che ti ho inviato?»

il moro si grattò la nuca e alzò le braccia in aria, stirando i muscoli stanchi. «devo ancora iniziare a lavorarci su.»

you're what i want | taekook ✓Where stories live. Discover now