otto

285 33 6
                                    

al mattino, jungkook si era ritrovato stanco ed assonnato. aveva dormito soltanto per poco, svegliato dalla continua idea che taehyung potesse avere altri incubi.

e così aveva passato l'intera notte ad accarezzare i suoi capelli, forse anche nel vano tentativo di smettere di ripensare alle labbra poggiate sulle sue.

poi quando la sveglia suonò e taehyung si mosse tra le lenzuola, chiuse a forza le palpebre e finse di star ancora dormendo.

non sapeva ancora come affrontare quanto accaduto e per la prima volta, sentiva di preferire il silenzio alle parole.

non sapeva che espressione stesse facendo taehyung in quel momento, ricordava soltanto la sensazione della sua lingua calda premuta contro la sua.

quando lo sentì allontanarsi, riaprì gli occhi e tirò un grande sospiro. doveva rimuovere in fretta quella scena dalla sua testa o non ci sarebbe stato davvero modo si affrontarlo quella mattina.

così si alzò e lo trovò in soggiorno a sistemarsi il colletto la camicia. si avvicinò a lui per aiutarlo, ma taehyung evitò il contatto fisico ed anche quello visivo, sorpassandolo per andare alla porta d'ingresso.

mentre allacciava le scarpe, jungkook si inginocchiò al suo fianco e disse: «non mi dai neanche il buongiorno?»

ma perfino lui si rese conto che quella mattina non era in grado di scherzare come suo solito, così non ottenendo risposta, non insistette e lo osservò indossare la giacca in silenzio.

andò via poco dopo, ma il macigno al petto era ancora lì presente e sarebbe rimasto lì finché non avrebbe trovato un modo per parlargli.

[...]

più tardi, in ufficio, l'aria era diventata quasi irrespirabile.

namjoon così come alcuni dei suoi colleghi, erano assenti quel giorno per malattia, e cosi si era ritrovato quasi completamente da solo con taehyung.

da quando aveva messo piede li dentro, non aveva aperto bocca e non aveva perfino alzato la testa dal monitor neanche per un istante.

così quando jimin si avvicinò a lui per dirgli qualcosa, jungkook sembrò rilassarsi all'idea che l'avrebbe finalmente aprir bocca con qualcuno.

ma ancora una volta, taehyung non aveva accennato ad una singola espressione, anzi si era alzato ed in silenzio aveva attraversato la stanza per uscire fuori nella terrazza comune.

jimin lo guardò allontanarsi e preoccupato, mimò con le labbra un: «avete litigato ancora?»

jungkook rispose con un piccolo sorriso amaro e si limitò soltanto ad alzarsi e a seguirlo fuori.

lo scorse seduto in un angolo e decise di avvicinarsi silenzioso. stava sicuramente pensando a qualcosa che lo turbava, perchè i suoi occhi erano rivolti verso le mani che stava torturando, tirando via le pellicine come imperterrito.

con un sospiro prese posto al suo fianco e come aveva immaginato, non appena taehyung si accorse che fosse lui, si allontanò in fretta da quell'estrema vicinanza.

vide le sue mani tremare mentre le nascondeva dietro la schiena e così jungkook le afferrò rapidamente, accarezzandole.

«stai bene?» gli chiese, visibilmente preoccupato.

ma l'altro lo spintonò in risposta e gli diede le spalle per andare via, poi però si fermò e ritornò sui suoi passi. lo fronteggiò e per qualche istante jungkook potè leggere della paura nel suo sguardo, ma venne spazzato via dal suono di uno schiaffo.

la sua guancia bruciava ma poco gli importava, voleva soltanto che taehyung gli parlasse. ma così non fece, non lo guardò neppure mentre ritornava alla porta.

la sua manica venne afferrata e infastidito provò a strattonarlo via, ma ottenendo in cambio soltanto una presa ancora più salda, fu costretto a girarsi per guardarlo.

e arrivò lì la cosa peggiore, quando vide il viso arrossato di jungkook e i suoi occhi fissarlo imploranti.

si sentì male all'idea di averlo colpito, lui non era un tipo violento, anzi l'odiava. trovava ingiustificata qualsiasi forma di violenza.

allora perchè aveva perso il controllo in quel modo?

si ritrovò a stringere i pugni mentre parlava per primo: «hai rovinato tutto. hai distrutto la quotidianità che mi ero creato in tutti questi anni, hai distrutto i miei piani e quell'equilibrio che finalmente ero riuscito a raggiungere. ero così sereno prima che arrivassi tu nella mia vita, tu e quel tuo infastidirmi che dio, mi fa venire il mal di testa ogni volta che ci penso!»

«sereno? tutti pensavano che fossi strano, taehyung! non sorridevi mai a nessuno ed eri sempre da solo. non eri stanco di non avere nessuno al tuo fianco?»

«che te ne importa a te!» urlò di rimando. «cosa diavolo te ne importa se ero solo!»

«perchè ci tengo a te!»

alcuni colleghi si fermarono davanti alla porta a causa di quelle urla e rimasero fermi ad ascoltarli. anche taehyung si fermò a quelle parole, parole che non aveva mai sentito da nessun'altro eccetto jimin.

non seppe cosa dire e si ritrovò a guardarsi attorno, e rendendosi conto che in molti stavano assistendo a quella discussione, si schiarì la gola e abbassò il tono quasi a sussurrare un: «chiudiamo qua la cosa, ci stanno guardando tut-»

«non me ne frega niente se ci stanno guardando!» sbottò jungkook, fronteggiandolo per ottenere un contatto visivo. «io ho bisogno che sia tu quello a guardarmi.»

taehyung si rese conto che per tutto quel tempo, non aveva incrociato i suoi occhi neanche per un secondo. aveva urlato all'aria o al pavimento sotto di se, come se l'idea di rivedere quello sguardo triste, potesse indebolirlo.

«guardami, taehyung.» le dita di jungkook si posarono esitanti sul mento di taehyung, le quali vennero respinte per l'ennesima volta.

«non volevo che le cose andassero a finire in questo modo.» parlò poco dopo e quelle parole fecero scattare qualcosa nella testa di taehyung, che finalmente lo guardò.

«è dal primo giorno che continuo a dirti di starmi lontano, ma non mi hai mai ascoltato. ti ho chiesto troppe volte di smetterla di infastidirmi, di fingere che non ci conoscessimo, ma tu hai sempre continuato. quindi sapevi che sarebbero andate a finire così.»

«è così sbagliato voler essere tuo amico?»

taehyung indietreggiò di qualche passo a quelle parole, come stordito.

«non ti ho mai chiesto nulla in cambio se non la tua amicizia.» sussurrò, perchè voleva che quella cosa la sentissero soltanto loro due.

«perchè non puoi permettermi di essere tuo amico? perchè devi continuare a fingere che stai meglio da solo?»

taehyung continuò a rimanere in silenzio e jungkook pensò che forse la risposta non la conosceva neanche lui.

così fece un altro passo in avanti e afferrò ancora le sue mani, ma questa volta gli permise di toccarle. «apriti con me, taehyung. voglio sapere perchè hai così paura del contatto umano o perchè ti terrorizza l'idea di qualcuno che ti stia affianco.»

taehyung guardò le loro mani unite e sentendo alcuni dei presenti parlare sottovoce di quanto accaduto, le sfilò dalle sue e sussurrò un: «mi dispiace di averti colpito prima.» prima di andare via.

you're what i want | taekook ✓Where stories live. Discover now