cinque

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quella stessa sera, quando jungkook tornò a casa, era ancora così scosso da quanto accaduto che si era perfino dimenticato di puntare la sveglia all'alba.

così quel mattino, arrivò in ufficio per ultimo. la stanza era gia piena dei suoi colleghi operativi e taehyung era al suo solito posto, con un espressione che non lasciava trasparire nessuna particolare emozione.

quando prese posto alla sua scrivania, namjoon gli diede una pacca sulla spalla. «oggi sei arrivato tardi, che c'è? non ti è suonata la sveglia?»

jungkook annuì soltanto, incapace di staccare lo sguardo da quello concentrato di taehyung.

namjoon seguì la traiettoria e lo guardò confuso. «lo stai ancora infastidendo? guarda che se continui cosi, finirá per dirlo al direttore e ti ritroverai in guai seri.»

jungkook si toccò le labbra con le dita prima di rispondergli. «mi ha baciato.»

«cosa?!» urlò namjoon e dopo essersi reso conto del tono di voce utilizzato, si scusò con un sorriso con tutti i presenti. poi abbassò il tono e parlò vicino al suo orecchio. «mister simpatia ti ha baciato?!»

«smettila di chiamarlo cosí, il suo nome è taehyung.» sospirò jungkook distogliendo lo sguardo dal diretto interessato. «penso l'abbia fatto soltanto per zittirmi. o forse gli piaccio.»

namjoon gli schiaffeggiò la nuca. «guardati, a chi mai potresti piacere? con questa boccaccia che ti ritrovi non piacerai mai a nessuno.»

jungkook gli rispose con il dito medio, cercando di concentrarsi sul lavoro che aveva da svolgere quella giornata.

[...]

per tutta la mattinata, non fece altro che fissarlo. e nonostante i loro occhi si fossero incrociati più volte, taehyung non aveva esitato ad una minima espressione facciale, come se la sera prima non fosse sucesso nulla tra di loro.

così durante la pausa pranzo, jungkook lo seguì con lo sguardo fino al piccolo bar dell'edificio, dove per la seconda volta in quella giornata, stava prendendo il suo caffè americano con dose extra di ghiaccio.

cosa strana, visto che nella sua routine c'era soltanto una tazza e mai di più. che fosse nervoso anche lui per quanto accaduto?

lo affiancò, parlando al ragazzo dall'altra parte del bancone. «prendo lo stesso.»

odiava il caffè e anche taehyung lo sapeva, ma quel giorno nessuno dei due battè ciglio.

restarono in silenzio ma jungkook non perse occasione per osservarlo da vicino. aveva un'aria un po' diversa dal solito, quasi stanca. in più non aveva sollevato lo sguardo verso l'alto neanche per un secondo.

quando arrivò l'ordine, entrambi i ragazzi allungarono la loro mano per afferrare lo stesso bicchiere, finendo per sfiorarsi. taehyung la ritrasse immediatamente e prese il bicchiere affianco, pagando e andando via in fretta.

jungkook lo guardò allontanarsi con un sospiro e lo seguì fino a bloccargli il passaggio. «non mi hai ancora urlato contro oggi.»

«perchè hai smesso di infastidirmi.» rispose taehyung facendo contatto visivo con lui.

«voglio sapere perchè mi hai baciat-»

prima ancora che potesse finire di parlare, la mano di taehyung finì sopra la sua bocca, tappandola. lo guardò con rabbia prima di afferrarlo per il polso e trascinarlo in un ufficio vuoto.

«sei forse impazzito? perchè diavolo ne parli a lavoro?»

jungkook abbozzò un sorriso mentre faceva scorrere lo sguardo sul suo viso. «perchè? hai forse paura che qualcuno venga a scoprire che mi hai baciato?»

taehyung riportò la mano alla sua bocca e si guardò attorno, non c'era nessuno li, ma l'idea che qualcuno potesse comunque sentirli parlare lo rendeva nervoso.

jungkook portò una mano sopra la sua per toglierla e fece un altro passo in avanti. «ti piaccio?»

«ma di che parli.» sbottò taehyung tutto ad un tratto, allontanandosi da quella vicinanza che si era creata tra di loro. «te l'ho già detto, non so cosa tu ti sia messo in testa, ma non mi piaci.»

«lo so, non vuoi neanche essere mio amico. ma più continui a ripeterlo, più mi rendo conto che lo fai soltanto per convincere te stesso.»

«convincere me stesso?» stavolta fu taehyung a fare qualche passo in avanti, tanto da fronteggiarlo. «e di cosa dovrei convincermi?»

«non puoi negare che ti sia piaciuto quando ti ho toccato dietro l'orecchio.»

taehyung non disse nulla, non quella volta. rimase in silenzio a fissare quei fastidiosi e profondi occhi che continuavano a sfidarlo.

si morse il labbro mentre indietreggiava fino alla porta. «comportati come questa mattina, evita di infastidirmi e io smetterò di urlarti contro. ognuno per la sua strada, proprio come prima.»

«perchè non lo accetti, eh?» gli urlò di rimando jungkook, ma non ottenendo risposta, sbuffò nervoso mentre lo seguiva fuori dall'ufficio. «smettila di evitarmi, non puoi semplicemente essere mio amico e-»

«smettila di seguirmi, ti odio!»

il tono di voce di taehyung era risuonato cosi alto, che perfino lui stesso ne parve sorpreso. era abituato ad utilizzare un timbro sempre pacato con chiunque ma quando si trattava di jungkook, faceva uscire il lato peggiore di se.

quanto a quest'ultimo, rimase fermo a quelle parole, come se la sua mente le stesse elaborando pian piano. poi abbassò lo sguardo e annuì soltanto, tornandosene alla propria scrivania.

[...]

che diavolo ho che non va?

taehyung continuava a ripeterselo da quella mattina, da quando aveva avuto quel brutto litigio con jungkook. non aveva mai litigato con nessuno prima d'ora a lavoro, non così seriamente.

e tutto ad un tratto, quando era tornato alla sua postazione, aveva sentito un peso al petto. come un grosso macigno che si era bloccato li e che era irremovibile.

da una parte, si sentiva in colpa per avergli urlato quelle terribili parole, non era da lui. lui non si sarebbe mai comportato cosi.

ma jungkook lo infastidiva cosi tanto da fargli perdere la ragione ogni singola volta.

e dall'altra parte, pensava che quella era stata la mossa giusta e che finalmente sarebbero tornati come prima, due perfetti sconosciuti.

ma allora perché mi sento strano senza di lui che mi gira intorno?

alzò la testa dalla tastiera per guardarlo. era in quella stessa posizione da quasi mezz'ora, sempre curvo su alcuni fogli, immobile. immaginava che si fosse addormentato e così, approfittando della pausa pranzo e dell'ufficio totalmente vuoto, si alzò e camminò verso la sua scrivania.

lo guardò senza avvicinarsi troppo e come immaginava, si era davvero addormentato su quella pila di fogli. in un gesto spontaneo, spense il suo monitor e spostò la mano che era sotto la sua testa per farlo stare più comodo.

jungkook sbattè piano le palpebre e taehyung si allontanò in fretta, tornando alla sua scrivania con la testa china.

riprese quindi a lavorare senza più sollevare lo sguardo e jungkook lo guardò da lontano con un sorriso sulle labbra.

you're what i want | taekook ✓Where stories live. Discover now