due

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anche quella mattina, jungkook aveva impostato la sveglia così presto che i suoi occhi faticavano ad abituarsi ai raggi solari. ma questa volta non era stato un caso.

aveva un obiettivo ben fisso in mente e quando varcò la soglia dell'ufficio, i suoi occhi ricaddero sulla terzultima sedia a sinistra, dove era sicuro di trovare taehyung.

indossava gli stessi abiti del giorno precedente e tra le mani teneva la sua solita tazza di caffè media, che stava lentamente sorseggiando.

lo vide digitare qualcosa sulla tastiera ed in silenzio, si avvicinò a lui cosi da poter vedere a cosa stesse lavorando. si chinò così sopra la sua spalla e lesse il contenuto dello schermo: «stai ancora lavorando a questo progetto? pensavo che l'avessi già terminato la settimana scorsa.»

taehyung non parve affatto sorpreso dalla voce alle sue spalle, piuttosto portò una mano sullo schermo come a volerne limitare la visione e si voltò a lanciargli uno sguardo. «torna alla tua scrivania.»

ma jungkook si sedette sulla sedia di fianco alla sua e con un sorriso accavallò le gambe, mimando con le labbra un «voglio rimanere qua.»

taehyung non aggiunse nient'altro e neanche il suo viso lasciò trasparire alcuna emozione, semplicemente voltò lo schermo con le mani verso sinistra, così che non potesse vedere cosa stesse scrivendo.

finse di evitarlo per un'altra manciata di minuti, finchè non lo sentì alzarsi per cambiare posizione. a quel punto si portò una mano alla fronte e socchiudendo gli occhi, cercò di mantenere la calma.

«fammi vedere, posso darti una mano a finirlo.» insistette jungkook con ancora quel sorriso ostile sul volto.

ma prima che l'altro potesse rispondergli nella maniera più brusca in cui fosse riuscito, qualcuno entrò nell'ufficio attirando l'attenzione di entrambi.

namjoon aveva un aspetto parecchio assonnato mentre si trascinava sulla propria scrivania, la borsa a tracolla era aperta e da questa ne fuoriuscivano alcuni fascicoli.

«aiutami a compilarli prima che arrivi il direttore, ieri sera ho bevuto e non sono riuscito a finirli in tempo.»

jungkook gettò un'occhiata annoiata all'amico e nonostante fosse contro i suoi piani, si allontanò da taehyung per poter tornare alla sua scrivania.

[...]

« ..e quindi mi ha chiamato nel suo ufficio per congratularsi per il lavoro svolto. ti rendi conto? significa che finalmente si è accorto delle mie capacità.» namjoon seguì il suo sguardo e sospirò. «e come al solito non mi stai ascoltando. mi spieghi cosa stai guardando?»

jungkook si portò pensieroso il tappo della penna alla bocca e lo mordicchiò. «non pensi che quei due si comportino in modo strano?»

«ma di chi stai parlando?» sbuffò l'altro.

«di taehyung e di quel tipo sempre sorridente! guardali, sembra che si conoscano da una vita da come parlano.»

namjoon capì a cosa si riferisse, l'aveva notato anche lui più volte. «hai ragione, sembrano piuttosto intimi.»

a quella risposta jungkook inarcò la testa. «eppure sono così diversi..»

«ho sentito dire da due ragazze dell'altro dipartimento che stanno assieme.»

jungkook si voltò di scatto a guardarlo e scosse più volte il capo. «impossibile. guardali, ti sembra che due persone così possano stare assieme? e poi taehyung sembra il tipo a cui piacciano soltanto le ragazze.»

namjoon annuì soltanto mentre tornava sulla pila di fogli ancora da organizzare.

ma a guardarli meglio, forse quella voce poteva essere vera. taehyung sembrava così insolitamente sereno e allegro al suo fianco, come se fossero davvero intimi.

[...]

poco prima che terminasse la giornata lavorativa, taehyung si apprestò a spegnere il proprio monitor e a lasciare la stanza per primo.

si diresse quindi verso la porta del dipartimento vicino al loro, bussò due volte e un ragazzo apparve invitandolo dentro. uscirono assieme poco dopo e conversando, andarono verso l'uscita.

jungkook si morse il labbro a quella scena e raccolse in fretta la propria borsa, mettendosela in spalla. sentì namjoon chiedergli dove stesse andando ma non rispose, incamminandosi verso la porta.

quando uscì fuori, taehyung e il ragazzo di poco prima erano sul ciglio della strada e sembravano non aver smesso di parlare un solo istante, così si avvicinò a loro.

«vuoi che ti dia un passaggio fino a casa?»

taehyung non si voltò neanche a quella frase, piuttosto sollevò un braccio in aria per richiamare l'attenzione di un taxi.

così si rivolse all'altro ragazzo. «posso portarvi io. a quest'ora di punta finirete per pagare un sacco di soldi e chissà quanto dovrete aspettare prima che troviate un taxi disponibile.»

quello che riconobbe come colui con cui parlava sempre a lavoro, annuì e guardò taehyung con un dolce sorriso. «penso abbia ragione.»

ma taehyung non si mosse di un passo e scosse la testa. «no, aspettiamo finchè non ne troviamo uno.»

«ma fa freddo qui fuori, tae.»

tae? erano davvero più intimi di quanto immaginasse.

a quel punto, la sua barriera parve crollare e con un sospiro pesante, camminò in silenzio fino al parcheggio dell'azienda.

jungkook aprì per lui la portiera del passeggero, ma l'altro non lo guardò neanche, sedendosi nei posti dietro. con una risata leggera allora fece segno all'altro ragazzo, che ricambiò a sua volta e prese posto d'avanti.

la macchina fu messa in moto e il silenzio inondò la vettura, così al primo semaforo rosso, jungkook ne approfittò per voltarsi verso il ragazzo e presentarsi: «sono jungkook.»

«jimin, è un piacere.» gli sorrise. "grazie per il passaggio.»

jungkook scrollò le spalle e guardò taehyung dallo specchio retrovisore, come se si aspettasse un ringraziamento anche da parte sua. ma non appena i loro occhi si incrociarono, taehyung lo distolse e si mise a guardare fuori dal finestrino.

sorrise a quella sua testardaggine, poi parlò ancora. «sembrate molto vicini, vi conoscete da molto tempo?»

«non sono affari tuoi.» rispose taehyung con voce profonda.

jimin si voltò a guardarlo torvo e poi tornò su jungkook, rispondendogli con una risata: «praticamente da sempre.»

il semaforo scattò, la macchina ripartì e nessuna parola fu più detta. l'unica cosa che li accompagnò per il resto del tragitto fu la leggera musica della radio e i sospiri infastiditi e continui di taehyung.

poco dopo jimin indicò la strada di fronte a loro. «è quella casa lì in fondo.»

non appena l'auto si fu fermata, taehyung scese per primo e richiudendosi la portiera alle spalle, non lo salutò neanche, dirigendosi verso la porta d'ingresso.

«grazie ancora per il passaggio e..» vedendo taehyung allontanarsi in quel modo brusco, jimin sospirò con un piccolo sorriso. «..e scusalo, è fatto così. anche lui è grato per il passaggio ma non lo ammetterà a voce.»

jungkook annuì soltanto e prima che il ragazzo potesse scendere dall'auto, si morse il labbro titubante e parlò in fretta: «ho sentito in azienda che avete una relazione. non sono contrario alle coppie omosessuali, anzi non ho proprio nulla contro, te l'ho detto solo per saper-»

jimin rise di gusto mentre scendeva dalla vettura. «puoi dire alle persone che hanno messo in giro queste voci che non è affatto così.» si sistemò la borsa in spalla e continuò. «taehyung è mio fratello.»

jungkook rimase in silenzio a quelle parole e lo sguardo interrogativo nei suoi occhi parlò al posto suo. così jimin aggiunse: «fratellastro, in realtà. è una storia lunga, magari un giorno te la racconterò per sdebitarmi del passaggio.»

lo vide allontanarsi e mentre metteva in moto per tornare a casa, jungkook si ritrovò a sorridere senza neanche rendersene conto.

you're what i want | taekook ✓Where stories live. Discover now