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È il 31 Ottobre e nessuna festa a Crystal Valley viene presa sul serio tanto quanto Halloween. La notte il cui i veri mostri scoprono le loro identità, rivelandosi per ciò che sono realmente.

Elliott e Marco si preparano l'ora di educazione fisica, ridacchiando e prendendosi in giro mentre si cambiano per la lezione.
«Hey Peña ci sarai stasera alla festa di Halloween?» chiede un ragazzo facendo il bulletto, con altra gente dietro di lui che sghignazza.
Elliott è letteralmente accanto a Marco e sente tutto, ma non dice nulla. Guarda Marco per sapere la risposta.
«Ohw non saprei...» risponde lui titubante, dando un'occhiata furtiva a Elliott.
«Eddai amico! Ci saranno un sacco di diavolette sexy e infermiere vogliose solo per noi!» constata un'altro ragazzo del gruppo, facendo battute a sfondo sessuale e battendo cinque ai presenti.
«Ci penso su va bene? Passatemi pure l'indirizzo della festa» dice Marco con gentilezza, sorridendo appena.
«Grande amico! Ti aspettiamo lì! Ci si vede MVP» il gruppetto saluta Marco, guardando poi Elliott con superficialità, sparendo così dagli spogliatoi per iniziare la lezione.
Elliott abbassa lo sguardo, cambiandosi i pantaloncini come se nulla fosse.
«Ellie... tu vieni?» chiede Marco, notando che l'amico è stato completamente ignorato dell'invito alla festa.
«Hanno invitato te non me, tu vai» dice Elliott, ormai abituato a queste cose, come se nulla fosse.
«E io invito anche te. Facciamo un travestimento di coppia dai sarà divertente!» prova a convincere quest'ultimo con assurde proposte.
«Oddio no ho sempre odiato questa festa... mi dispiace ma non vengo» dice Elliott quasi infastidito, mettendo le sue robe nell''armadietto, chiudendolo a chiave e andando in palestra per iniziare la lezione.

Durante tutta l'ora di ginnastica Elliott fa gli esercizi per conto suo, non parlando neanche con Marco, mentre quest'ultimo fa delle chiacchiere con altri compagni di classe. Mentre Elliott guarda Marco si domanda se questa amicizia che li lega sarà destinata a durare, considerando il modo in cui viene totalmente escluso dai progetti altrui, di conseguenza verrebbe escluso anche Marco, essendo suo amico. E lui non vorrebbe mai che questo accadesse.

Al termine della lezione i ragazzi tornano negli spogliatoi, asciugandosi e cambiandosi per la lezione successiva.
«Ellie che succede?» chiede di punto in bianco Marco, preoccupato per l'amico.
«Niente... Ah Marco, quando usciamo da scuola c'è mia madre che viene a prendermi quindi... torna tranquillo a casa» finisce Elliott, alzando un pollice insù come punto finale della frase, mettendosi lo zaino in spalla e uscendo dallo spogliatoio.
Marco scruta con la coda dell'occhio Elliott andare via, analizzando il motivo del suo comportamento durante tutta la lezione, e forse capisce anche il perché.

A pranzo tutti gli studenti sono riuniti nei vari gruppetti, tranne Elliott, che mangia da solo il suo pranzo, ormai abituato a quella solitudine. Fino a quando non è arrivato Marco.
«Okay ora mi dici che hai?» dice quest'ultimo, posando il vassoio sul tavolo, mentre si siede accanto ad Elliott.
«Tu lo sai perché nei corridoi senti dire "psycho" o "weirdo"?» chiede con nonchalance Elliott, mentre mastica il suo boccone, girandosi per guardare Marco.
«No...» risponde Marco, già sapendo cosa risponderà l'altro.
«Perché quelli sono i miei bellissimi soprannomi che ho avuto l'onore di ricevere» dice Elliott alzando un sopracciglio mentre torna a mangiare il suo pranzo, come se niente fosse.
Marco scuote la testa, facendo quel sorrisetto infastidito che gli esce quando non gli va giù una situazione.
«Non starli a sentire Ellie, tu sei meglio di così e lo sappiamo entrambi» dice Marco, provando a convincerlo finalmente che non è lui il problema, ma sono gli altri.
«Lo sai solo tu» continua Elliott, non mostrando nessuna emozione.
«Tu stasera verrai alla festa e ci divertiremo come non mai, perché io non posso accettare che tu venga escluso così. Chiaro?» si impunta Marco, prendendo posizione quasi spaventando Elliott, che si gira verso di lui con uno sguardo stupito.
«Elliott a me non interessa se quelle persone non ti vogliono, io ti voglio a quella festa e io ti invito. Accetti?» chiede ora Marco, addolcendosi un po' dopo aver avuto la sua attenzione. Elliott non dice nulla. Prende il suo vassoio vuoto del cibo ma pieno dei contenitori e si alza, andando a buttare il tutto.
All'improvviso una palla di carta stagnola arrotolata vola dritta sulla testa di Elliott, centrandolo come bersaglio. Il gruppo dello spogliatoio ride sonoramente, attirando l'attenzione di tutti gli studenti verso la situazione creatasi.
Marco, vedendo che il bersaglio è proprio Elliott, non capisce più nulla. Accecato dalla rabbia e dallo sgomento di quel gesto si alza scattando verso i ragazzi, quasi minacciandoli.
«Allora avete qualche problema??» chiede fermo Marco, mentre i ragazzi del gruppo si accerchiano attorno a lui, mentre altri studenti incitano alla rissa.
Elliott rimane scioccato dalla situazione, soprattutto dal fatto che Marco abbia preso le sue difese così, davanti a tutti.
«Assolutamente no Peña, e tu? Amico te lo dico per il tuo bene, non legare con quello là, porta solo guai e poi non sta apposto col cervello» dice il ragazzo minaccioso a pochi centimetri dal viso di Marco, con sguardo fisso su di lui.
«Non permetterti più di trattarlo così, mi hai capito?» scandisce Marco con fermezza.
«Se no che fai? Mi picchi con la tua chitarra?» scherza su il bulletto del gruppo, mentre gli altri lo incitano ridacchiando alle sue battute.
Intervengono subito due professori avvisati del problema, separando fisicamente i due ragazzi e calmando la situazione.
«Smettetela subito altrimenti sarò costretto a farvi sospendere dal preside!» dice uno dei professori coinvolti, mentre la campana di fine pausa pranzo suona. Gli studenti si disperdono, uscendo dalla sala.
Intanto Elliott è sparito.

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