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La cupa camera di Elliott viene riempita dal suono del lampi e tuoni che si stanno scagliando su Crystal Valley. La fuori sembra essere tutto tranquillo, ed Elliott si sta appena svegliando dalla lunga dormita, dovuta ai farmaci che gli stanno somministrando. All'inizio è un po' intontito, sente picchiettare contro la finestra, realizzando poi che sono le gocce di pioggia a fare quel rumore. Si alza poi con la schiena, guardando di continuo fuori, da quelle quattro mura, sempre più convinto che quello non sarà mai il suo posto.
Da sotto il letto prende delle lenzuola annodate alle estremità, come a formare una lunga corda. Nel cassetto del comodino invece prende un pennarello nero, mentre guarda la telecamera, iniziando ad adoperare il suo piano di fuga.
Elliott si alza dal letto, dolorante in alcune parti del corpo e traballante, sposta senza far rumore un mobile, salendoci sopra per arrivare alla telecamera. Prende il pennarello nero dalla tasca e inizia a colorare la lente, oscurando le immagini che riprendono la stanza, mettendosi nel punto cieco di essa.
Scende saltando giù dal comodino, mentre prende la lunga corda di lenzuola che ha accuratamente preparato per tanto tempo, aprendo la finestra e buttandola giu. Nota che però non è abbastanza lunga, quindi dovrà saltare per qualche metro.
«Cazzo» sussurra lui, accettando il fatto che potrebbe farsi del male, ma per la libertà e rivedere il suo Marco, questo ed altro.
Elliott si arrampica sulla finestra, riuscendo a passarci prima con le gambe, poi col bacino e infine con la testa, reggendosi alla corda che ha fissato alla gamba del letto.
Sta piovendo fortissimo e man mano che scende rischia di scivolare per le lenzuola che si stanno bagnando, ma cerca di tenere duro fino a dove arriva. A tratti la vista si offusca, ma prova a non scoraggiarsi, scendendo sempre di più.
È a circa tre metri dal prato del retro del palazzo, ma Elliott sente le mani scivolare sempre di più, fino a fargli mollare la presa, cadendo sul prato.
Elliott in quell'istante non sente dolore, ma appena si alza non riesce ad appoggiare il piede a terra, provando ad allontanarsi zoppicando per uscire da un recinto, dove una volta notò uno scavo fatto sotto la recinzione. Elliott per passarci deve strusciarsi sotto, uscendo così dall'altra parte, indenne. Tira un sospiro di sollievo, mentre corre e zoppica allo stesso tempo, cercando un riparo.

Percorre una strada familiare, con la pioggia incessante che cade infinita. Zoppica per tutto il viale a piedi nudi, con la storta al piede e zuppo dei suoi vestiti, si affretta a suonare al campanello di quella casa.
Ad aprire è proprio Marco, che lo guarda incredulo e spaventato per lui.
«Oh mio dio Elliott!!» si precipita lui a soccorrerlo, visibilmente male andato, accogliendolo in casa. Elliott cade perdendo l'equilibrio, mentre si protende verso il suo Marco, piangendo disperatamente tra le sue braccia.
«Marco» dice tra un singhiozzo e l'altro, sfogandosi nel pianto, mentre sono inginocchiati a terra.
«Sono qui, sono qui...» gli sussurra Marco con dolcezza, cercando di tranquillizzarlo, mentre lo culla nel suo abbraccio, accarezzandogli i lunghi capelli bagnati.

Elliott è nella vasca da bagno che Marco gli ha amorevolmente preparato, per riscaldarlo dalla pioggia. Qualcuno bussa alla porta.
«Avanti» accenna Elliott, roteando la testa per vedere il suo ragazzo entrare.
«Hey baby, come ti senti?» chiede Marco, entrando nel bagno con la sua chitarra classica, mentre si avvicina a lui, sedendosi sul tazza chiuso dalla tavola.
«Rincoglionito...Mi vuoi suonare qualcosa cowboy?» domanda Elliott accennando un sorrisetto, mentre guarda il ragazzo con gli occhi socchiusi, non sforzandosi più di tanto per i farmaci che non ha ancora smaltito.
«Se tu lo vorrai, con molto piacere» risponde Marco sorridendo, ancora incredulo che Elliott sia lì con lui. Elliott annuisce, acconsentendo la canzone. Marco inizia a strimpellare qualcosa di melodico, mentre lo guarda con tutto l'amore che prova per lui. Inizia a canticchiare "True Colors" di Cyndi Lauper, Elliott sorride per la dolce dedica.

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