5. Cirque

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IT: circo

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IT: circo

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19 aprile 2023
Monaco-Ville, Principato di Monaco

Il mercoledì, per gli Aubert, non era un semplice giorno di riposo da dedicare all'ozio. Collocato nell'esatta metà della settimana, rappresentava l'apice dell'importanza del nostro nome all'interno del Principato.

Era la sera della mia festa bisettimanale al Jimmy'z, discoteca esclusiva nel quartiere di Larvotto e ritrovo di una cerchia ristretta; in altre parole, il miglior modo per apparire. Facile era finire al centro degli obiettivi delle fotocamere, semplice ritrovarsi tra le pagine dei quotidiani la mattina successiva.

Pertanto, nessun dettaglio era trascurabile, a partire dal pieno rispetto del tema da me stabilito, che riguardava meramente l'ambiente e il vestiario: le chiavi per indossare la perfezione.

Quella notte, il locale avrebbe tremato al ruggito degli anni venti. Le pareti sarebbero state intrise dell'adrenalina del proibizionismo, ma tra esse non sarebbe riecheggiato il jazz.

Fu così che mi ritrovai, nelle prime ore della sera, seduta alla toeletta. Il pavimento marmoreo della stanza dedicata alla mia preparazione brillava sotto le luci pallide. Lo stesso faceva il mio viso, curato dalle abili mani di Juliette, la mia truccatrice e parrucchiera di fiducia.

Davanti a me, parte del piano era occupata dal tablet su cui scorrevo il dito con frenesia. Immagini di cocktail si susseguivano celeri sul display, passando dal rosso fiammante del Mary Pickford nella sua coppetta elegante al Sidecar, con i bordi zuccherati del suo calice; vagliai il liquido biancastro del French 75 e conclusi l'ispezione con il mio preferito, rappresentato dal rosa del Pink Lady. Sapevo di affidarmi a persone eccelse dalla meticolosità impareggiabile, e la precisione nella preparazione di quei cocktail ne fu solo l'ennesima conferma.

«Sono impeccabili» commentò Juliette, scoccando un'occhiata alle immagini che scorrevano sullo schermo. Impegnata a stendere un pesante strato di ombretto dall'effetto metallizzato sulle mie palpebre, non si lasciò distrarre a lungo. «Gli organizzatori non si smentiscono mai».

«Non lavorerebbero per noi, se non ne fossero all'altezza» asserii, dipingendo un sorriso fiero. Spensi il display del tablet con l'apposito pulsante ed esso si scurì. «Papà lo dice da sempre: per noi, lui, esige solo il meglio».

«Mai accontentarsi» proseguì la ragazza.

«Mai accontentarsi» confermai io.

Juliette finì di sfumare l'ombretto già applicato con una tonalità argentea più chiara, poi annerì le ciglia con un mascara. Il mio sguardo si approfondì, affilato come le occhiate di un felino predatore. Passò, quindi, alle labbra: le riempì di un rosso scuro e intenso, conferendo loro la limpidezza di uno specchio lucido distendendo il gloss.

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