12. Début

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IT: inizio

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IT: inizio

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27 maggio 2023
Montecarlo, Principato di Monaco

Con le cuffiette nelle orecchie e una forte melodia rock riprodotta al massimo volume, i rivoli di sudore che mi inumidivano il petto tatuato e il controllo della respirazione, riuscivo a distaccarmi da ogni pensiero scomodo maturato nelle ultime settimane. Le questioni finanziarie della Woodward Entertainments, la guerra in affari contro Desirée e l'antipatia maturata nei confronti della sua cerchia ristretta erano voci silenti, in quel momento, e la pace regnava sovrana.

La pioggia primaverile picchiettava sulle imponenti vetrate della palestra dell'Hermitage; le gocce facevano a gara per raggiungerne il punto più basso, tracciando solchi ipnotizzanti. Tra le nuvole cupe e il mare grigio potevo scorgere un po' di familiarità, un briciolo di quotidianità londinese che mi faceva obliare della corsa faticosa sul tapis roulant.

L'unico chiodo fisso era l'episodio avvenuto il giorno precedente al Bar Américain, dopo il pranzo che Desirée aveva abbandonato per l'indignazione scaturita dai commenti spiacevoli del suo fidanzato e di mio fratello. Valentin era stato fin troppo duro con lei, ricorrendo addirittura a sfruttare la forza fisica affinché lei si piegasse al suo volere.

Forse non avrei dovuto immischiarmi nelle faccende di una coppia pressoché sconosciuta, ma un'esperienza del passato era incisa sul mio corpo come una ferita impossibile da rimarginare. Intervenire in quelle situazioni era l'unico modo di risanarla.

I battiti del cuore acceleravano secondo il ritmo rapido della corsa, la fronte diventava sempre più imperlata e, nella mia testa, quei dubbi erano martellanti. Il mio compito era quello di far leva sui punti deboli di Desirée, ma se i miei gesti impulsivi avessero lasciato trapelare i miei? Ciò avrebbe porto il manico del coltello nella sua mano, e io avrei perso l'occasione di rendere mio padre fiero di me.

Erano numerosi gli ostacoli nell'impresa di suscitare l'orgoglio paterno, ma non li sentii mai tanto opprimenti come nel momento in cui una presenza famigliare mi privò di un auricolare; le chitarre elettriche assordanti furono sovrastate dal chiacchiericcio delle poche persone che popolavano la palestra.

«Buongiorno, benefattore» mi derise Michael, già sarcastico di prima mattina. Lasciò cadere la cuffietta, che dondolò mentre l'altra continuò a distrarmi. «Hai dormito con il cuore leggero dopo aver difeso la principessa?» continuò con lo scherno.

Mi trattenni dal rispondergli in maniera brusca, dandogli il tempo necessario per mettere in funzione il tapis roulant accanto al mio. Quando il tappeto iniziò a scorrere alla velocità stabilita, lui diede inizio a una corsa moderata.

«Uno: chi te l'ha detto?» lo interrogai, liberandomi del secondo auricolare. Li arrotolai, sfilando il cellulare dalla fascia da braccio, e adagiai entrambi gli arnesi sul pannello dei comandi dell'attrezzo. «E due: ti interessa così tanto, o è una scusa per infastidirmi ancora?»

Au-DelàWhere stories live. Discover now