16. Proximité

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IT: prossimità

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IT: prossimità

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8 maggio 2023
Montecarlo, Principato di Monaco

Forse la mia permanenza nel Principato si stava rivelando... divertente.

Fu il mio pensiero costante mentre, uscendo dall'imponente portone dell'Hermitage, mi accingevo a percorrere Avenue des Beaux Arts per l'ennesima volta. Il tragitto si era trasformato in una routine, ma quel giorno avrebbe potuto rivelarsi un'altra occasione per importunare Desirée e migrare verso la fine del mio soggiorno.

La possibilità mi era stata servita proprio da Jules che, per mezzo di una semplice email, mi aveva invitato a partecipare alla conferenza stampa volta a presentare la stagione teatrale successiva. E, anche se avrei preferito trascorrere del tempo con mia figlia senza dedicarmi al lavoro, la pressione di mio padre era assidua e mi aveva costretto a partecipare. D'altronde, anche il Grand Théâtre de Monte Carlo rientrava nei nostri interessi aziendali.

Coprii quei pochi metri che mi separavano dal One Monte-Carlo stringendo una sigaretta che, di tanto in tanto, mi portavo alle labbra. Ne approfittai per rilassarmi e distendere i nervi, e la spensi solo nel momento in cui raggiunsi l'entrata del centro congressi. Nei pressi degli edifici moderni che mi circondavano, sostava una piccola quantità di persone che dedussi fossero alcuni dipendenti di Jules.

Abbandonato il mozzicone sulla sommità di un cestino della spazzatura, varcai la soglia dell'atrio dove il chiacchiericcio era ben udibile, curiosando con lo sguardo tra le vetrate limpide e le decorazioni contemporanee.

«Mi piace l'audacia con cui ti presenti qui, pronto a conoscere l'ennesima fonte di guadagno che non sarà mai tua». Alle mie spalle, l'asserzione decisa di Desirée mi portò a voltarmi nella sua direzione.

Quel giorno non spiccava nella sua esagerazione, ma era stranamente sobria: un tailleur nero e attillato le evidenziava le curve e le risaltava, mentre i capelli castani le ricadevano sulle spalle in onde perfette. Al polso, era appesa una borsa bianca.

«E io amo il coraggio con cui lo affermi, Daisy» ribattei. Sul mio volto comparve un ghigno frutto del diletto: adoravo stuzzicarla e infastidirla, soprattutto dopo che era stata lei, a iniziare quella battaglia di provocazioni. «Se sono qui, è perché so che un giorno mi riguarderà» aggiunsi.

Non fui sorpreso quando, all'improvviso, Valentin si aggiunse a noi. Faceva la sua figura accanto a Desirée, il completo gessato abbinato al tailleur della ragazza; l'apparente assenza di difetti della coppia fu sottolineata dalla mano che lui le avvolse attorno al fianco. Lei ricambiò il gesto sfiorandogli il petto coperto dalla camicia.

«Woodward, non molli neanche se risenti delle conseguenze» ammiccò, gli occhi puntati nei miei. Desirée non commentò la sua frase, ma si dimostrò in tacito accordo appoggiando la testa alla sua spalla; socchiuse le palpebre, inspirò il forte profumo maschile. «Valoroso, da parte tua».

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