10. Graphite

93 14 38
                                    

IT: grafite

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

IT: grafite

✧✧✧

24 aprile 2023
Monaco-Ville, Principato di Monaco

Quel giorno, gli impegni lavorativi ammontavano a zero. Decisi, quindi, di godermi lo stralcio di tempo libero che mi era stato concesso dagli Aubert.

Ne approfittai per dedicarmi alla mia sfera personale, che avevo ignorato da quando Desirée era piombata nella mia vita, all'improvviso e senza la possibilità di abituarmi. Fu così che mi ritrovai a bussare alla porta della stanza che Kira occupava nella suite, sperando di non disturbarla.

«Avanti» mormorò, consentendomi l'accesso alla camera da letto.

Quando spalancai l'uscio, la ritrovai seduta alla scrivania dinanzi al PC; i suoi capelli biondi erano perfettamente acconciati in uno chignon basso, il viso privo di difetti grazie al trucco fresco di applicazione. Discostò lo sguardo dallo schermo del portatile per rivolgermi un sorriso cordiale.

«Ciao, Kira» ricambiai il suo tacito saluto. «Disturbo?»

«Certo che no, entra pure» mi permesse.

Compii qualche passo all'interno della stanza, lasciando la porta aperta alle mie spalle. Per accomodarmi, mi appoggiai con la spalla alla parete chiara, poco distante da dove sedeva la giovane donna. Incrociai le braccia al petto.

«C'è qualcosa che devi dirmi?» mi domandò, riportando l'attenzione sul PC solo per chiudere una pagina web.

«Volevo solo comunicarti che puoi prenderti la giornata libera» la informai. «Non ho impegni, oggi, e pensavo di trascorrere la giornata con Erin. Tra poco andrò a prenderla all'asilo» proseguii, gettando un'occhiata alle lancette dell'orologio da polso. «Puoi riposarti, non ti disturberemo».

Mi rivolse un altro sorriso dolce, simbolo di gratitudine. «Se mi confermi che non avrete bisogno di me, ne approfitto per fare una passeggiata nei dintorni». Dalla voce trapelò una vena d'incertezza, e la sua affermazione assunse le sembianze di un dubbio.

«Certo, non preoccuparti» la rassicurai. «Torna quando vuoi, ci vediamo stasera». Raddrizzandomi, iniziai a indietreggiare. «Passa una bella giornata» le augurai, infine, afferrando la maniglia della porta.

«A stasera, Isaac» mi congedò, prima che la lasciassi sola nella sua stanza.

Ritiratomi nel silenzioso ingresso della suite, mi avvicinai allo specchio che sormontava l'unico mobile della stanza. Studiai il mio riflesso prima di uscire: sistemai al meglio il colletto della camicia celeste che indossavo, sbottonata all'altezza del petto e con le maniche arrotolate. Sugli avambracci scoperti, il reticolo di tatuaggi scuri era ben evidente fino ai dorsi delle mani.

Au-DelàWhere stories live. Discover now