9. Fissures

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Premessa:
In questo capitolo saranno presenti cenni ad alcune misure del corpo molto ridotte.
Ci tengo a specificare che i valori indicati sono inseriti ai fini della trama e che non fanno riferimento a un corpo in salute.
Se per qualche motivo doveste essere sensibili a questo tipo di argomenti, vi chiedo di non procedere con la lettura e di dare un'occhiata alla nota dell'autrice, in cui riassumerò il capitolo nel modo più dettagliato possibile.
Vi voglio bene, prendetevi sempre cura di voi <3

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IT: crepe

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IT: crepe

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24 aprile 2023
Montecarlo, Principato di Monaco

La Salle Médecin del casinò non era tra le più illustri e memorabili, ma con il suo tripudio di colori - dal verde pastello che faceva da sfondo ai bassorilievi sormontanti le finestre, al rosso scuro della boiserie fino all'unione di viola e arancione del pavimento, conditi da particolari dorati e lampadari di cristallo - aveva il suo fascino. Senza dubbio, si trattava di uno sfondo perfetto per il servizio fotografico che mi avrebbe vista come protagonista: avrei donato la mia immagine ad APM Monaco, un brand originario del luogo, di cui ero una dei global ambassadors.

Tra i tavoli da poker e le roulette regnava il trambusto. Alcuni rappresentanti del marchio maneggiavano i gioielli della collezione da sponsorizzare, Erika sistemava le luci e controllava i parametri della fotocamera, mentre la mia agente Céline mi aiutava a prepararmi dietro un separé rigido.

Il primo abito scelto per il servizio era semplice, privo di fronzoli: nero, dalla profonda scollatura a V e particolarmente aderente, profilava le curve in maniera eccelsa. Il collo nudo era pronto per accogliere preziose collane d'argento, così come i lobi delle orecchie, lasciati scoperti dai capelli raccolti in un elegante chignon basso, a breve avrebbero indossato un paio di orecchini.

Studiai la mia figura snella nel riflesso dello specchio, sfiorandomi i fianchi per liberarmi di alcune pieghe formatesi sul vestito. Céline mi dava le spalle, concentrata nell'analizzare la perfezione degli abiti successivi. Aveva un occhio così attento da essere invidiabile.

Armeggiando con il blazer bordeaux di un tailleur, capo d'abbigliamento appartenente al prossimo look, scoccò un'occhiata alla mia immagine riflessa nello specchio. Aveva una linea di eyeliner così affilata da rendere lo sguardo serio, penetrante e al contempo segnato da un monito a cui non diede voce nell'immediato. Era consapevole di quanto ci tenessi ad apparire al meglio, soprattutto nei servizi fotografici, le cui immagini sarebbero arrivate davanti agli occhi degli sconosciuti. Confermando ogni mio sospetto iniziale, arricciò le labbra tinte di una tonalità neutra.

«C'è qualcosa che non va?» le domandai. Non lasciai trasparire alcuna traccia di nervosismo, visto il rapporto lavorativo di assoluta schiettezza e sincerità instauratosi tra noi. «Qualche problema con il vestito?» tirai a indovinare, chinando il capo per osservare quest'ultimo. Presentava ancora una manciata di pieghe che distesi con un gesto.

Au-DelàWhere stories live. Discover now