Capitolo 2

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Saluto le mie amiche e inizio a camminare verso casa che fortunatamente non è molto lontano da qui, appena arrivo sento da fuori mia madre urlare. Roteo gli occhi, che è successo questa volta?
<<Ti rendi conto che non puoi andare avanti così?>> Quando entro nel salone vedo mia madre urlare in piena faccia a Elia che singhiozza. So che dovrei restarne fuori, ma non gli permetterò di trattare pure lui così.
<<Perché gli stai urlando contro?>>Elia appena si accorge di me, si alza e smettendo di singhiozzare si nasconde dietro la mia schiena, abbracciandomi da dietro.
Mia madre mi guarda con gli occhi che da un momento all'altro sputano fuoco.
<<Chi ti ha detto di immischiarti a te, eh?>> Sono abituata ormai al suo atteggiamento, ma non può trattare così un bambino di sei anni.
<<Non dovevi uscire?>>
<<Lo stavo facendo prima che la maestra mi ha chiamato dicendomi che mio figlio non è andato a scuola>> Elia? Stranita lo guardo e lui mi stringe di nuovo.
<<È un bambino>>gli ricordo.
<<E io sono sua madre>>non sa nemmeno cosa significhi quella parola, penso, ma non glielo dico. Prendo Elia per mano e saliamo sopra.
<<SOPHIA COOK, COME TI PERMETTI A DARMI LE SPALLE?>>ma io non l'ascolto e mi chiudo in camera. Elia raggiunge il mio letto e si siede su esso a testa bassa. Elia è già un bambino difficile che non parla molto e lei comportandosi così non capisce che peggiora solo la situazione.
<<Ehi, tutto bene?>>gli chiedo, ma lui resta in silenzio.
<<Ti va di raccontarmi cosa è successo?>> Gli chiedo sedendomi accanto a lui che tira su il naso triste.
<<Io volevo andare a scuola Sophia, ti giuro. Ma papà Mike...>>mi alzo dal letto.
<<C'entra lui con tutto questo?>> Elia annuisce e io mi dirigo come una furia verso la porta, ma Elia mi ferma.
<<No, ti prego. Lui...mi punisce ha detto>> i suoi occhi pieni di lacrime mi spezzano il cuore così senza pensarci lo prendo in braccio e lo cullo. Nonostante ha 6 anni non è molto pesante e quindi riesco a prenderlo senza fatica, non mi piace quello che gli ha detto Mike. Ho subito sulla mia pelle quanto è cattivo, ma arrivare al punto di fare del male al proprio figlio, follia.
<<Non ti accadrà nulla finché ci sono io>>sussurro e lui si stringe al mio collo, devo fare aprire gli occhi su Mike a mia madre.
Lancio un'occhiata a Elia che sta giocando ai videogiochi in camera sua dopo aver finito di mangiare il pollo che gli ho cucinato. Esausta, ma anche annoiata, mi metto il pigiama e mi corico sul letto.
Decido di guardare un film essendo che tutte le mie amiche sono divertirsi e non possono farmi compagnia, guardo per la millesima volta fallen. Mi sono sempre chiesta come abbia fatto Lucinda a non riconosce il suo vero amore Daniel...io non me lo scorderei mai e troverei tutto quello che ha fatto affascinante e...un rumore mi fa sussultare, spengo il computer e mi guardo attorno, cos'è stato? All'improvviso la porta di camera mia si apre e si chiude cercando di non fare troppo rumore e mi siedo sul letto quando noto che si tratta di Mike, che ci fa lui in camera mia in piena notte? Dov'è mia madre?
<<Che ci fai qui?>>gli chiedo con voce tremante quando si avvicina.
<<Sono venuto a vedere come stavi>>e succede tutto così velocemente, prima che possa correre via, lui mi prende per la vita, mi tappa la bocca con le mani impedendomi di urlare e si corica su di me. Mi tocca ovunque mentre io cerco di liberarmi e all'improvviso scoppio a piangere quando mi leva i pantaloni del pigiama e rompe le mie mutandine riducendole a brandelli.
Guarda la mia parte più intima leccandosi le labbra.
<<Tua madre è sexy, ma tu lo sei ancora di più>> ed è troppo tardi, lui si abbassa i boxer e mi entra dentro. Sussulto e urlo, ma lui mi bacia. Un conato mi sale in gola quando lui inizia a pompare dentro di me.
<<Ti ho guardato stamattina fare la doccia e non vedevo l'ora che arrivasse questo momento>>mi sussurra all'orecchio sorridendo spingendosi sempre più affondo così urlo, piango, prego che qualcuno mi aiuti, ma non corre nessuno, sono sola.
<<MAMMA?>>urlo il suo nome, ma quella porta rimane chiusa, non si apre.
<<Ti voglio da quando ti conosco, Sophia>>e mi viene dentro.
Spalanco gli occhi e mi metto seduta nel letto tremando. Mi guardo attorno e sono da sola, al buio, nel mio letto con addosso il pigiama. È stato un incubo, solo un incubo mi ripeto. All'improvviso sento un rumore alla finestra e questa volta prendo la lampada. La finestra chiusa si apre da sola e io penso di essere impazzita. Lo sono? Urlo quando davanti al mio letto vedo il ragazzo di stamattina. Che ci fa lui qui? Come è arrivato? Tremo e lo continuo a fare quando si avvicina a me e si siede sul mio letto. Potrei colpirlo, si, sarebbe un'opzione, ma poso la lampada e mi corico il più lontano possibile da lui. Lo sento sbuffare e tirarmi verso di lui. Chiudo gli occhi per paura di quello che potrebbe farmi, ma lui mi costringe a posare la mia testa sul suo petto. Non sento il suo cuore, siamo sicuri che sia vivo? Nonostante questo, il mio corpo si rilassa e prima di cadere tra le braccia di Morfeo, lo sento sussurrare qualcosa.
<<Sei al sicuro>>
Spalanco gli occhi e mi giro. Lui non c'è più, la finestra è ancora chiusa e sono solo le 5:00 di mattina, è possibile che abbia fatto due sogni la stessa sera? Stufa di provare a dormire, mi alzo e mi siedo sulla scrivania. Mi ritrovo a pensare a quegli occhi. Non so se lui esista davvero o no, ma so che voglio essere io la prima a disegnarli.

Insegnami ad amartiWhere stories live. Discover now