Capitolo 11

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Apro gli occhi e sposto lo sguardo dove c’era Nevan, ma di lui non c’è traccia. Se n’è già andato? Mi stropiccio gli occhi e spengo la sveglia che ha iniziato a suonare. Odio quell'aggeggio.
Dai rumori provenienti da sotto capisco che sono già tutti svegli così mi sbrigo a prepararmi. Indosso dei pinocchietti e una felpa rossa e mi metto gli occhiali che uso a volte per far riposare gli occhi. A metà scala, riconosco la voce di Mike.
<<Non capisco perché>>
<<Perché si>>di cosa staranno parlando?
<<Perché cosa?>>quando entro in cucina, mi siedo subito in uno degli sgabelli del tavolo, curiosa.
<<Fatti gli affari tuoi>>mi liquida mia madre.
Le rivolgo un sorriso finto per poi alzare gli occhi in cielo, sempre gentile.
<<Tua madre ha trovato lavoro>>Mike sbatte la tazza del caffè sul bancone contrariato mentre io guardo mia madre con la porta spalancata.
<<Davvero? Mio Dio, è una notizia bellissima>>
<<Bellissima?>>
<<Vedi, lei mi capisce>>mi indica e Mike scuote la testa.
<<Siete tutte e due psicopatiche>>
<<E tu uno stronzo>>mormoro e mi tappo subito la bocca.
<<Mia figlia ha ragione>>per poco non mi strozzo con la mia stessa saliva, sbaglio o mia madre mi ha appena dato ragione? La guardo a bocca aperta, il mondo sta per finire?
<<Io non sono d'accordo>>Mike si alza dalla sedia e se ne va lasciandomi da sola con quella esaurita di mia madre, forse è meglio che levo il disturbo anch'io, penso. Mi alzo dalla sedia, ma non riesco a raggiungere la porta e lei mi chiama.
<<Sophia?>>
<<Cosa>>
<<Buona giornata>>esco dalla stanza il più velocemente possibile, cos'hanno tutti oggi?
Quella mattina tutti sembrano accorgersi del mio aspetto, anche i ragazzi che non hanno smesso nemmeno per un secondo di fissarmi.
<<Che schifo>>si lamenta Morena notando le mie occhiaie mentre raggiungiamo la classe.
<<Non hai chiuso occhio?>>mi chiede Barbara con un tono più gentile a differenza di Morena che si sta guardando il trucco allo specchio per la quinta volta da quando sono qui.
Scuoto la testa e sto per entrare in classe, ma loro mi fermano.
<<Sophia, ora basta>>
<<Sei strana>>Barbara annuisce.
<<Da settimane ormai>>settimane? A me sembrano essere passati mesi.
<<Sono solo impegnata con lo studio>>mento.
<<Lo studio?>>so che non sono convinte da quello che dicono, lo capisco da come mi guardano, ma a salvarmi ci pensa la professoressa.
<<Tutti a suo posto>>
La lezione passa con la mia testa persa in non so quale dei tanti pensieri. Non ascolto e quando una mano si posa sulla mia spalla, sussulto spaventata. Mi giro e noto la professoressa di italiano che mi osserva sorridendo.
<<Che ne dici? Lo farai?>>sbatto le palpebre, di cosa sta parlando?
<<Lo farò?>>ripeto confusa.
<<La parte di Pische>>
<<Chi è Pische?>>alza un sopracciglio.
<<Non hai ascoltato quello che ti ho detto?>>imbarazzata scuoto la testa e lei sospira.
<<Non so cosa ti succede, ma noi abbiamo bisogno che tu torni in te>>torni in me? Okay, oggi sono distratta, però…
<<Di pomeriggio inizierà il teatro e io ho bisogno di ragazzi, ho già scelto alcuni dei tuoi compagni e vorrei che ci fossi anche tu>>
<<Io?>>nonostante i miei tanti obi, il teatro non è tra quelli.
<<Si, tu!>>mi indica e sto per rifiutare, ma lei riprende a parlare.
<<Che ne pensi?>>sinceramente? Penso che sia una pessima idea, ma come posso rifiutare? Con poca voglia, annuisco e lei batte le mani entusiasta.
<<Perfetto, non vedo l'ora di raccontarvi la storia di Amore e Pische>> non ho voglia di restare anche oggi pomeriggio a scuola.
Sospiro e abbasso lo sguardo.
Mi appoggio nell'armadietto esausta, è da questa mattina che cerco Nevan e non l'ho trovato da nessuna parte. Se gli fosse successo qualcosa? Lo stomaco mi si contorce a quel pensiero.
<<Sophia, tutto bene?>>Lucia mi passa davanti e mi lancia un'occhiata.
<<Hai visto Nevan?>>
<<Chi?>>oddio, vero. Oltre a me qui non lo conosce nessuno. La campanella suona e io sospirando me ne vado.
<<Più veloce ragazze, più veloce>>il coach ci urla dietro suonando per la millesima volta quel stupidissimo aggeggio che stona il timpano ogni volta che lo suona. Sono le tredici e dieci minuti fa è iniziata l'ora di Dumbo, il professore di educazione fisica. Io lo trovo abbastanza simpatico e intelligente, ma oggi quando è entrato in classe non era in vena di scherzi ed è per questo che ci troviamo sotto il picco del sole a correre. A differenza delle mie compagne io amo fare attività motoria anche se oggi non ho proprio la testa. Sono passate 13 ore dall'ultima volta che l'ho visto e ho la sensazione che sia successo qualcosa di brutto.
<<SU SOPHIA, CHE TI SUCCEDE OGGI?>>urla dietro di me e io non rispondo e continuo a correre risparmiando energie. Quando sento i polmoni bruciare nel petto, mi butto a terra mettendomi seduta. Uff, che fatica. Allungo la mano verso lo zaino e prendo la bottiglietta d'acqua che bevo a grandi sorsi.
<<A quanto pare qualcuno qui ha sete>>sento una voce rivolgersi a me, ma non riesco a vedere di chi si tratta a causa della bottiglia così la metto giù. I miei occhi incontrano subito quelli di un ragazzo. Perché sta parlando con me?
<<Scusami, non volevo disturbarti>>il ragazzo dai bei occhi azzurri arrossisce e io mi affretto a scuotere la testa.
<<Non disturbi, io->> i suoi occhi mi guardano curiosi e io non posso fare a meno di pensare che quei occhi, pur essendo anch'essi belli, non hanno nulla a che vedere con quelli di Nevan.
I suoi sono unici, speciali, elettrici e io non riesco a smettere di pensarci. Riaffiorano nella mia mente come se lui mi stesse guardando in ogni momento.
Il ragazzo mi sorride.
<<Io sono Peter>>si presenta allungando la mano verso di me. Perché sto sudando?
<<Sophia>>sorrido stringendogli la mano, c'è qualcosa che non mi convince in questo ragazzo, ma resto in silenzio.
<<Bel nome>> faccio una smorfia per nulla d'accordo.
Preferisco quando una personcina mi chiama Agape.
<<Non ti piace il tuo nome?>>mi chiede osservandomi e io scuoto la testa. All'improvviso ho voglia di ritornare a correre.
<<Peccato, a me piace>>mi sorride e quel sorriso mi mette i brividi, l'ho già visto da qualche parte, ma dove?
<<Che ci fai qui?>>gli chiedo dopo un silenzio imbarazzante.
<<Non pensavo che la palestra fosse tua>>scherza.
<<No, in effetti non lo è>>
<<Sono qui per il tuo stesso motivo>>lo guardo accigliata. Il mio stesso motivo?
<<Educazione fisica>>ah.
Gli sorrido.
<<Sei bella>>dice all'improvviso e io mi allontano leggermente.
<<No, non lo sono>>
<<Fidati, so riconoscere le cose belle>>okay, ci sta palesemente provando con me. Sposto lo sguardo mentre lui continua a fissarmi, che ha da guardare? Per un attimo ho pensato mi stesse guardando le labbra, ma ho smesso di pensarlo quando all'improvviso si è alzato.
<<Io adesso devo andare>>
<<È stato un piacere conoscerti, Sophia>>
<<Anche per me>>mento, non posso dire lo stesso.
<<Ci vediamo in giro>>
Quando se ne va poso la borraccia nello zaino, mentre parlavo con Peter mi sono sentita osservata, ma nonostante mi guardassi attorno, non vedevo nessuno.
Che strano.
Esco dal bagno dopo essermi data una sistemata e lì, appoggiato alla porta trovo Nevan.
Finalmente si è fatto vivo.
Lo guardo aspettando una spiegazione che però non arriva così sto per andarmene, ma lui mi blocca.
<<Che vuoi, Nevan?>>lo fulmino con lo sguardo e lui mi lascia andare.
<<Nemmeno un saluto?>>
<<Salutarti?>>annuisce indicandomi la guancia.
È impazzito?
Metto le mani sui fianchi.
<<Stai scherzando? Ti ho cercato ovunque, ero preoccupata per te e tu ora sei qui, davanti a me e l'unica cosa che dici è “nemmeno mi saluti?”>>scimmietto la sua voce e lui sorride facendo un passo davanti.
<<È la seconda volta che sei preoccupata per me, Agape>> mi sussurra all'orecchio sorridendo prima di lasciare un dolce e leggero bacio sulla guancia. Spalanco gli occhi sorpresa.
<<Ti bacerei spesso se significherebbe farti arrossire per me>> mi tocco le guance in fiamme.
<<Dipende solo da te>>
<<Mandarti a quel paese? No perché io…>>non termino quello che stavo dicendo a causa di lui che prendendomi per un fianco mi spinge al muro schiacciandomi con il suo corpo possente.
<<Hai un profumo così buono>mormora annusando i miei capelli.
Le gambe iniziano a cedermi.
<<Cocco, vero?>>annuisco.
<<Mhmm, non mi piace solidamente, ma questa volta potrei fare un eccezione>>
<<Un eccezione?>>
<<Mi piace solo perché è su di te>>e dicendo queste parole, si spinge verso il mio corpo impedendomi per un attimo di respirare.
Mi vuole uccidere per caso?
Della mia altezza riesco solo a guardare la sua maglietta nera che fascia il suo petto.
Non ha altri colori nell'armadio che non siano bianco e nero?
<<Agape?>>
<<Nevan?>>
<<Oggi pomeriggio…>>
<<Oggi pomeriggio sono a scuola>>
<<A scuola?>>
<<La professoressa vuole che io faccia parte di un corso di recitazione>>
<<Recitazione?>>annuisco tirandomi indietro una ciocca dei capelli.
<<Non sapevo ti piacesse>>
<<Infatti non mi piace, ma…>>si stacca da me e il mio corpo si riempie di brividi a causa di un improvviso freddo.
<<Ci vediamo oggi pomeriggio>>alzo un sopracciglio.
<<Oggi pomeriggio? Ci sarai anche tu?>>Annuisce.
<<Cosa? Perché?>>alza le spalle.
<<Ci vediamo dopo, Agape>>E se ne va.

Insegnami ad amartiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora