Capitolo 6

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Quando arrivo a casa, nel marmo della cucina trovo un messaggio da parte di mia madre che mi ha scritto prima di uscire sulla lavagnetta che c'è sul frigo.

Mamma:<<Visto che non ti degni nemmeno di svegliarti per colazione e di stare un po' con noi, volevo avvisarti che io, Mike e Elia staremo via per tre giorni. Prenditi cura della casa, ti ho lasciato dei soldi in salotto. E mi raccomando, niente feste>>

Si, certo.
Cancello il messaggio e sedendomi sullo sgabello, prendo le cuffie, accendo la musica e inizio a disegnare. La musica finisce e sto per riaccenderla, ma un rumore mi fa saltare giù dallo sgabello.
Cos'è stato? Levo le cuffie e poso la matita.
<<Chi c'è?>> Perché dovrebbe rispondermi qualcuno se sono tutti partiti? Penso e sto per tornare in cucina quando un signore alto, pelato e con diverse cicatrici in faccia, mi appare davanti.
Chi è questo?
Cosa ci fa a casa mia?
Ma soprattutto...come ha fatto ad  entrare?
<<Chi sei?>>gli chiedo e faccio un passo indietro spaventata.
<<Nessuno di cui ti ricorderai>> si avvicina a grandi passi a me e io, istintivamente, inizio a correre. Cerco di raggiungere la porta di ingresso, ma davanti ad esso c'è un altro signore anche lui pieno di cicatrici.
Ma chi sono questi?
Spalanco gli occhi quando noto che tengo in mano delle spade.
Urlo e salgo sopra.
Il cuore mi batte impazzito nel petto quando raggiungo la porta della mia camera, la chiudo a chiave, ma contro la porta viene lanciata un'altra spada che fa prendere fuoco la porta.
Oh merda.
Mi guardo attorno in cerca del telefono, ma mi ricordo che è giù.
Perfetto, morirò.
I due signori in questione passano in mezzo alle fiamme mentre io mi nascondo sotto il letto.
Come hanno fatto a passare il fuoco senza subire danni?
<<Tu cerca lì>>indica il bagno e io cerco di respirare il meno possibile e chiudo gli occhi quando sento un forte rumore.
Non voglio morire.
Un forte vento mi fa tremare gli occhi in cui solo dopo che mi tocco le guance mi rendo conto di stare piangendo.
Altri rumori.
Non so cosa sta succedendo là fuori, ma per una volta non vorrei essere a casa da sola.
Mi irrigidisco, e se fossero venuti per Mike? Stringo i pugni, se esco viva da qui io lo uccido.
Con il cuore in gola apro gli occhi e noto degli stivali avvicinarsi al letto.
È finita, è arrivata la mia ora.
Il mio corpo trema e continua a farlo anche quando il letto si alza lasciandomi allo scoperto.
Oh Dio mio.
E lui cosa ci fa qui?
<<Io…sto sognando?>> Gli chiedo quando lui si avvicina, continuando a tenere con una mano il letto.
<<Stai bene?>>mi chiede aiutandomi ad alzare. Guardo la sua mano posata sul mio braccio e quel punto inizia a bruciare, ma non ci do peso, lo guardo.
Il disegno non fa giustizia ai suoi occhi.
<<Sei reale>>mormoro e lui mi fa sedere nel letto. Guardo la porta ed è intera, come se il fuoco non ci fosse mai stato. E quei due…non ci sono più.
Cos'è tutta questa cenere sparsa sul pavimento?
<<Agape, sei al sicuro>>come mi ha chiamato? Lo spingo via, ma lui non si muove di un passo.
<<Al sicuro? Dei pazzi sono entrati in casa mia, hanno quasi dato fuoco alla mia casa e ora tu sei qui. Pensavo non fossi reale>> lo sgrido anche se in realtà accanto a lui, nonostante non ci conosciamo, riesco a sentirmi al sicuro. E poi sono felice di sapere di non essere pazza. Dopo che la porta era andata a fuoco e ora è come nuova, pensavo di andare da uno strizzacervelli.
<<Ti sbagliavi>>gli punto il dito contro.
<<Mi hai fatto credere di essere pazza>lo accuso.
<<Tu l'hai voluto credere>>
<<Io?>>
<<Io voglio solo che tu sia pazza di me>>quelle parole mi fanno un certo effetto, dimentico per un attimo tutto quello che è successo, ma non posso dargli questo potere.
<<Sembri il ragazzo misterioso dei biglietti>> sbatto le palpebre e all'improvviso me lo trovo a un metro da me.
Come ha fatto?
<<E se ti dicessi che sono io?>>lui? Lancio uno sguardo al cassetto ancora chiuso.
Ha senso, nonostante non sapevo di chi fossero quei bigliettini, non ho mai avuto paura ed è la stessa sensazione che ho con lui in questo momento.
Ma perché?
Lo guardo di traverso e metto le braccia conserte.
<<E se ti dicessi che voglio sapere tutto?>>e questa volta sono io a sorridere. Non posso ancora crederci che lui sia qui, per davvero.
<<Cosa vuoi sapere?>>mi chiede appoggiandosi alla parete, mettendo le braccia conserte, lì, intravedo tante frecce colorate. Li memorizzo tutte.
Ho così tanto da chiedergli che non so da dove iniziare.
<<Chiedi e io rispondo>>ma sa pure leggere nella mente?
<<Si, se è quello che vuoi sapere>>oh merda, faccio un passo indietro. Questa cosa non è normale.
<<No, non lo è>>sbatto il piede infastidita.
<<Puoi smetterla di leggermi il pensiero?>>sbuffa e si tocca il braccio sinistro.
Okay, adesso sono più confusa di prima.
<<Quindi?>>prendo un grande respiro.
<<Chi sei? Da dove vieni? Cosa vuoi da me? Perché nessuno riesce a vederti oltre a me? Perché mi hai chiamato in quel modo prima? Chi erano quegli uomini? Come facevano a sapere dove abito? Perché non riesco ad avere paura di te e ti trovo affascinante?>>okay, forse l’ultima frase non dovevo dirla, ma cavolo, il sorriso che gli si è formato sulle labbra scioglie ogni tensione.
<<Sei molto curiosa>> arrossisco, lo so.
<<E sei pure bella, soprattutto quando sorridi>>non sentite caldo? Guardo la finestra e il ricordo dell’altra sera mi ritorna in mente.
<<Tu…l’altra sera…>>
<<Era tutto vero>>mormora e io mi siedo nel letto. Come ha fatto?
<<Te lo spiegherò>>smetto di guardarmi i piedi scalzi e gli lancio un’occhiata di fuoco.
<<Ti ho chiesto di smetterla di leggermi nel pensiero>>sbotto infastidita.
<<E io l’ho fatto, ma per me sei un libro aperto>>
<<Sai che potresti fare il poeta?>>gli chiedo e lui sorride.
Quel sorriso…scaccio via il pensiero che mi era passato nella mente.
Bacerei ogni angolo.
<<Rifai le domande, una alla volta e io risponderò>>
<<Promesso?>>sussurro torturandomi le mani e lui annuisce.
<<Promesso>>
Bene, ora scoprirò tutto su di lui, ma perché ho la sensazione che quello che mi dirà non mi piacerà?
Sospiro.
<<Non mentirmi>>lo minaccio.
<<Non lo farei mai>>tutti così dicono e poi…
<<Chi sei?>>
<<Il mio nome è Nevan, Nevan Salem Clain>>il suo nome lo sussurra così piano che devo avvicinarmi per sentirlo.
Così vicino gli arrivo minimo al petto.
<<Da dove vieni?>>la sua mascella si irrigidisce e guarda da sopra di me.
<<Non posso dirtelo, ma…>>lo interrompo.
<<Avevi promesso che mi avresti detto tutto>>metto un piccolo broncio e lui posiziona i suoi occhi proprio lì.
Lo sapevo che non dovevo fidarmi.
<<Lo so mia piccola Agape…>>perché continua a chiamarmi così?
<<Ti spiegherò tutto, te lo prometto, ma no qui>>
<<Perché?>>gli chiedo guardandolo negli occhi. Mi vorrei perdere in essi ogni volta che li guardo.
La sua mano si alza e si posa sulla mia guancia. Sento il sangue ribollire nelle vene a quel contatto, ma è così piacevole che chiudo gli occhi. Com’è possibile che con lui mi sento al sicuro? Apro gli occhi e il mio cuore galoppa impazzito guardando i suoi occhi farsi più dolci al guardarmi.
<<Te l’ho promesso, ma qui non è sicuro>>si riferisce a quello che è successo? Nevan annuisce e io alzo gli occhi in cielo.
<<Dov’è sicuro?>>gli chiedo e lui si morde il labbro. Non può dirmi nemmeno questo? Stacco la sua mano dalla mia guancia e il mio corpo rabbrividisce sentendo un freddo improvviso e sto per allontanarmi, ma lui mi prende per mano. Guardo le nostre mani intrecciate e un calore si impossessa del mio stomaco. Arrossisco.
<<Fidati di me>>mi sussurra. Fidarmi di lui? E’ da quando sono piccola che non dono la mia fiducia più a nessuno, ma ora, nonostante non vorrei, io sento di potermi fidare di lui.
<<Per favore>>
Prendo un respiro profondo.
<<Okay>>noto i suoi muscoli rilassarsi sotto la camicia e mi rivolge un piccolo sorriso.
<<Okay, andiamo?>>spalanco gli occhi.
<<Ora?>>e lui annuisce.
<<I tuoi non ci sono, no?>>scuoto la testa.
<<Allora non dovrai nemmeno spiegare il perché della tua assenza>>mi lascia la mano e aprendo la porta della mia camera, scende giù. Come può dire una cosa del genere e andarsene come se niente fosse? In che guaio mi sto cacciando?
<<Nevan?>>lo chiamo uscendo dalla camera e scendo le scale di corsa, ma lo trovo davanti alla porta di ingresso che mi aspetta. Ha i razzi sotto i piedi questo ragazzo? Lo guardo, sto facendo la cosa giusta? Mi chiedo e prendo i soldi che mi ha lasciato mia madre.
<<Quelli non ti serviranno>>meglio prevenire che curare, mi ripeteva mia nonna prima di morire. Aspetto che Nevan chiuda la porta e lo fa dopo aver annusato l’aria, questo ragazzo è sempre più strano.

Continua...

Insegnami ad amartiWhere stories live. Discover now