Capitolo 2

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❝ Godamn, man childyou fucked me so good thatI almost said, "I love you" ❞

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 Godamn, man child
you fucked me so good that
I almost said, "I love you" 


«Lei mi ricorda una persona del mio passato. Che non ho mai dimenticato» mi sussurrò. L'espressione tetra e malinconica.

Sorpresa per questa risposta di getto così personale e intima, trasalii visibilmente. «Chi?» gli chiesi senza pensarci.

«Non è necessario che lei sappia altro» mi rispose furioso.

Evidentemente non aveva voglia di parlarne. Mi pentii di averglielo chiesto quando mi afferrò il collo con la mano e, stringendo debolmente il giusto per fare presa, mi scaraventò di schiena sulla cattedra. Strinsi gli occhi come reazione dolorosa all'impatto.

Mi prese poi le gambe e mi poggiò le caviglie sulle sue spalle, per impedirmi qualsiasi movimento di fuga. 

Mi strappò la camicetta bianca della divisa facendo saltare tutti i bottoni e scoprì i seni, piccoli e sodi, che puntavano esposti verso l'alto. Sventura mia e destino suo vollero che quella mattina avessi deciso di non indossare nemmeno il reggiseno. Incominciò a leccarmi in mezzo lungo il solco, mentre sussurravo dei debolissimi «no» a chiedere la pietà che lui pareva deciso a non voler concedermi.

Con un sorriso bastardo stampato in faccia cercava invece il mio sguardo, beandosi della mia impotenza e del mio martirio. Mi mordicchiava il capezzolo, ci girava attorno con la punta della lingua per poi succhiare l'areola intorno, con aggressività e intenzionato a farmi male.

«La prego, professore. Basta...» continuavo a lamentarmi supplicandolo, ma lui non voleva assolutamente sentire alcuna ragione. «Quando smettere lo decido io, che pensa?»

Chiuse nel pugno il crocifisso d'oro appeso alla catenina che portavo al collo, così stretto che riuscivo a vedere i tendini guizzare e mi tirò verso di lui per la nuca, graffiandomi la pelle. Avvicinò il suo viso al mio e «Credo non si addica più ad una peccatrice come lei» sussurrò, strappandolo con così tanta forza che rimase nella sua mano.

Se lo mise nella tasca dei jeans, forse per farmi tenere a mente che da quel giorno sarebbe stato lui il mio unico signore da pregare e venerare.

Aprì e chiuse più volte l'indice e il pollice sui capezzoli, per assicurarsi su quanto fossero turgidi e misurare il mio grado di eccitazione. «Odiava molto questa ragazza... immagino» gli dissi, soffocando fra le parole.

Mi fulminò con lo sguardo e poi tornò a concentrarsi sul mio corpo. Mi fece sentire sporca e licenziosa, ma anche così tremendamente desiderata e vogliosa.

Si sputò un po' di saliva sul palmo della mano e fu di nuovo dentro di me con foga, stavolta senza alcuna gentilezza.

Mugolai fuori controllo e dopo avermi sfilato gli slip dalla caviglia, li appallottolò per chiudermi la bocca. «Zitta, ci farà scoprire così. Non credo lei voglia né che questo finisca e né che la scoprano in queste condizioni» mi minacciò, senza fermare i movimenti fluidi e repentini della mano.

Prom (gone wrong) ☯حيث تعيش القصص. اكتشف الآن