5.

42 13 9
                                    

Per qualche istante rimango a fissare la notifica che pulsa sullo schermo del mio telefono. Mike finalmente mi scrive. Da quando gli ho dato il mio numero di telefono, inconsciamente non stavo aspettando altro. Mi andava di risentirlo o vederlo. La sua presenza mi trasmette una piacevole sensazione di serenità e allegria.

Nonostante abbia desiderato a lungo questo messaggio, ora il senso di stupore mi blocca. Tutto questo entusiasmo mi spaventa. E se mi affezionassi così tanto a lui e poi, col tempo, lo perdessi? Non posso rischiare una cosa del genere.

Mi volto nel letto e decido di chiudere gli occhi, cercando di distogliere la mente da questi pensieri tumultuosi. Il sonno sembra la fuga migliore in questo momento di incertezza.

~~~

Il giorno dopo, al mio risveglio non posso fare a meno di sbloccare il telefono e inevitabilmente leggere il messaggio di Mike.
"Chiamami, ho delle novità" dice.
Ci ho riflettuto a lungo questa notte. Non ho niente da temere. Mike è solo un amico, anzi un conoscente. Per cui, nessun legame si potrà mai perdere dal momento che il legame di per sè non esiste.
Dopo una rapida doccia scendo a fare colazione, saluto mio padre e mentre affondo un biscotto nel latte decido che chiamare Mike potrebbe essere troppo rischioso. Sentire la sua voce potrebbe farmi ritornare in mente la stupida idea che "qualche tipo" di legame possa esserci o possa nascere. Opterò per un messaggio.
Rapido, sicuro e privo di emozioni. Sì.
"Hei. Che succede?" Gli scrivo.
"Chiamami." Taglia corto lui.
Alzo gli occhi al cielo e mi rassegno all'inevitabile.
Vado in camera mia e con un mix di eccitazione e ansia compongo il numero di Mike. Attendo con il cuore che batte forte di ascoltare la sua voce.
Dopo tre infiniti squilli le sue parole riempiono l'altoparlante. «Ciao Gemma, finalmente hai chiamato» dice con un tono allegro. «Ho delle notizie interessanti da condividere. Possiamo vederci oggi? Ci sono alcune cose che voglio dirti di persona.»
«Ciao Mike. Ehm... certo, di che si tratta?» Balbetto.
«Riguarda la gemma.» Trasalisco.
«Potrei dirtelo al telefono, ma penso che sarebbe meglio se ci vedessimo. Ti va bene se ci incontriamo al parco questo pomeriggio?» Chiede.
La mia mente è invasa dalla curiosità e dall'emozione. «Sì, va bene. Ci vediamo al parco.»
«Perfetto. Alle 16:00?»
«Alle 16:00» Confermo.
«A dopo allora, e non dimenticare di portare con te la collana.»
«Va bene. A dopo Mike.»
Chiude la chiamata.
Non riesco a trattenere un sorriso che lentamente irradia il mio volto. Mi porto le mani sulle guance bollenti e inizio a piroettare nella mia stanza come una bambina alla sua prima lezione di danza classica.
Cosa dovrà dirmi Mike? Cosa avrà scoperto? Le domande ancora senza risposta sono innumerevoli e non riesco a toglierle dalla testa. Il sottile pensiero che Mike possa aver riflettuto su di me in questi giorni mi scalda il cuore.
Decido di recarmi nell'unico luogo in grado di calmare i miei pensieri, il molo.

Il vento leggero mi scuote i capelli mentre mi incammino verso la bianca scogliera attaccata al molo. Salto da un masso all'altro in attesa di trovare quello più liscio e ampio.
Il sole è forte e mi colora la pelle, metto la protezione solare, scelgo lo scoglio e mi ci stendo.
Chiudo gli occhi e mi lascio cullare dal suono delle onde del mare e dal profumo salino.
Momenti come questi sono essenziali per me.
Per alcune persone è impensabile trascorrere del tempo da soli in questo modo. Lo reputano un comportamento folle. Per me invece è necessario.
La compagnia è indubbiamente preziosa, ma riuscire ad aprezzare il tempo da soli lo è ancora di più. Cura l'anima.

Trascorse un paio d'ore così, vado a prendere una pizzetta allo chalet.
Con la mente più pulita torno a casa. Faccio una doccia e scelgo cosa indossare.
Dopo oltre trenta minuti impiegati a fissare l'armadio opto per una camicetta beige e degli shorts bianchi. Ai piedi delle Converse bianche e al collo la collana.
Invasa dalla trepidazione mi avvio verso il parco.
L'ansia cresce sempre più forte e si insinua dentro di me, giungo a destinazione e scruto tra i passanti per trovare il volto di Mike.
Mi siedo su una panchina in attesa di vederlo.
Sblocco il telefono nel caso in cui avesse deciso di rimandare l'appuntamento. Niente.
Mi giro sulla destra e infine lo vedo. Appoggiato ad un'albero, con le braccia conserte e le gambe incrociate.
Alza lo sguardo su di me e una sensazione che parte dal petto si irradia in ogni estremità del mio corpo. Le sue palpebre si abbassano e sul suo viso affiora un sorriso.Involontariamente sorrido ebete anche io. Sono proprio fregata.
Ad ogni passo che fa verso di me il mio cuore batte un po' più forte.
Quando sarà arrivato qui probabilmente potrei essere già morta.
Mike si avvicina a me e io esulto mentalmente perché sono ancora viva.
Mi saluta con due baci alle guance, apprezzo il suo profumo e mi chiede:
«Come stai?»
«Bene» Mento.
Mi sorride di nuovo, mi dimentico di ricambiare la domanda e mi maledico. Forse il sole mi sta dando alla testa.
«Allora, cos'hai scoperto?» Vado al sodo.
«Ho fame. E ho caldo.»
«Hai scoperto questo?» Alzo un sopracciglio.
Ride.«No, ma non ho la mente lucida con questo caldo.»
«Perciò te ne stavi all'ombra sotto l'albero?»
«Vedo che sei astuta.» Ride.
Alzo gli occhi al cielo. «Va bene e cosa vuoi fare?»
«Che ne dici di un gelato?»

Quindici minuti più tardi ci troviamo all'ombra di un gazebo a mangiare un gelato.
Lui ha preso un cono maxi a pistacchio e nutella.
Io mi sono limitata ad una coppetta allo yogurt e amarena. Preferisco i sapori più leggeri.
«Quando ieri non hai risposto al mio messaggio ho iniziato a pensare che mi avessi dato un numero sbagliato di proposito.»
Ti pare, ero solo molto stanca. Tu piuttosto, avevi detto che mi avresti chiamato non appena ti fosse stato possibile eppure mi hai scritto dopo quasi una settimana. Forse il dubbio che non volevi saperne più niente di me è sorto a qualcun'altro» e indico me stessa.
«Beh, lavoro forse.»
Giustamente. «Che lavoro fai?»
«Sono un marinaio, difficilmente nei giorni in cui sono sulla nave ho del tempo per me.»
Ecco il motivo di quel fisico così allenato, palesemente messo a dura prova dagli sforzi e dalle intemperie.
Lo immagino alla luce della luna, mentre manovra le vele o tira giù l'ancora in un luogo remoto in mezzo al nulla.
«Capisco. Ora che hai il tuo bel gelato vuoi raccontarmi della tua scoperta, o hai bisogno di altro?» Chiedo ironica
«Magari un caffè.» Alza il braccio e chiede ad un cameriere due caffè. «Fammi vedere la collana.»
Gliela porgo. Lui la osserva e la rigira tra le mani «Il diamante è proprio dello stesso colore dei tuoi occhi.» Mi guarda negli occhi e faccio appello a tutte le mie forze per non arrossire.
«Sì.» Distolgo lo sguardo e gli strappo la collana dalle mani.
«Ho un amico che colleziona pietre preziose, roba antica, collane d'oro... Potrebbe aiutarti.»
Interessante «Sarebbe perfetto. Quando andiamo?»

Gemma del MareWhere stories live. Discover now