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《Hai fame?》 Mi chiede Mike, dopo interminabili minuti in cui entrambi non abbiamo aperto bocca, assorti dai nostri pensieri.
《Un po'》 Rivolgo uno sguardo all'orologio da polso. Sono già le due del pomeriggio.
《Va bene per te se preparo io il pranzo? Nel frattempo puoi goderti un po' d'aria fresca in giardino, ammirare i miei discutibili quadri che ti piacciono tanto o startene qui a riposare》 mi sorride, con aria interrogativa.
Le fossette ai lati della sua bocca mi lasciano sempre in estasi, e l'idea che Mike cucini per me mi provoca una sensazione di meraviglia ed entusiasmo. Nessun uomo ha mai cucinato per me prima d'ora, a parte mio padre nell'ultimo periodo.
《Sai cucinare?》 Mi sfugge un sorriso.
《Certo. Hai qualche preferenza?》
《No, no. Sorprendimi.》 Lo sfido, ancora col sorriso stampato sul volto.
《Subito.》 Si alza e fa per andare in cucina. 《Sentiti libera di fare quello che vuoi.》 Mi dice e va via.

Mi porto le mani sul viso e poggio il capo sul letto, entusiasta.

La mappa che ha trovato Mike è davvero qualcosa di entusiasmante. Per qualche minuto mi lascio cullare dalla morbidezza delle lenzuola e assaporo l'aria fresca e pulita della stanza, che è invasa dal profumo di Mike. Il suo aroma, che ricorda la freschezza della brezza marina e la dolcezza del cocco, avvolge l'aria intorno a me e la mia mente vaga a quello che è successo stamattina, quando i nostri respiri si sono incrociati e mi sono sentita sempre più incantata da lui. Per fortuna intorno a noi c'era la tempesta, altrimenti avrei potuto fare qualcosa di dannatamente stupido come acconsentire alla forza invisibile che mi attraeva a lui e avvicinarmici.
Quando sono vicina a lui mi succedono cose strane, in genere è come se non riuscissi più ad avere alcun pensiero logico. Questo rende tutto troppo pericoloso.

Dopo alcuni minuti decido di alzarmi dal letto, trovo indecente starmene sdraiata su di un letto non mio, e poi non vorrei rischiare di addormentarmi. La giornata è stata parecchio caotica e il sonno si fa sentire. Mi tiro a sedere e osservo con più attenzione lo scatolone che ancora si trova sul letto, a pochi centimetri da me, contenente tutte quelle cianfrusaglie bizzarre.
Rivolgo uno sguardo fugace alla porta: Non voglio che Mike mi veda curiosare tra le sue cose.
Mi sporgo sulla sinistra e inizio a frugare come ha fatto Mike mentre era alla ricerca della bottiglia. Nel contenitore ci sono oggetti di ogni tipo, il solo pensiero che sono appartenuti a identità misteriose vissute chissà quando rende tutto ancora più interessante. Meno interessante saranno state le reazioni delle persone quando questi oggetti sono caduti dalle loro mani, scivolando in acqua.
Ma non ci sono solo cose personali: Conchiglie, pietre, schegge di vetro che le intemperie marine avevano levigato dando loro forme tondeggianti e morbide,  frammenti di coralli dai colori vivaci e poi ci sono vecchi attrezzi da pesca e pezzi di legno di vecchie imbarcazioni.
Sul fondo della scatola si trovano le cose più belle e più preziose. Una bellissima collana di perle ora riluce tra le mie dita e rimango incantata a fissarla. Tre strati di perle sostengono un anello d'oro posto al centro. Sembra avere un valore alto quasi quanto la mia collana.
Sistemo la collana al suo posto e le mie mani pescano un’affascinante bussola in ottone, ormai logora ma che conserva ancora la sua naturale bellezza. Ci sono chiavi di forme diverse, monete e vari ciondoli. Un paio di occhiali da sole ancora intatti sono situati sotto tutti quegli oggetti e mi meraviglio della loro resistenza.
L’indosso e mi dirigo verso gli specchi a forma di oblò per vedere come mi stanno. I riflessi rossastri delle lenti sfumate tracciano un netto contrasto con il blu dei miei occhi.
《Ma come sei bella》 una voce canzonatoria e scherzosa proveniente dalle mie spalle mi fa trasalire e mi volto di colpo.
Mike mi sta fissando appoggiato alla porta e alla vista della mia espressione palesemente sconvolta scoppia in una risata rumorosa.
Metto una mano dietro al capo, imbarazzata 《Cosa c'è da ridere?》
《Dovresti vedere la tua faccia per capirlo》 Continua a ridere.
《E' che mi hai spaventato. Non mi aspettavo che fossi lì.》 Mi giustifico goffamente.
《Hai ragione. Infondo perché mai dovrei essere qui? E' solo la mia stanza》 Mike mi prende in giro.
Sgrano gli occhi e sento il calore avvamparmi sul viso 《Non è questo il punto!》Stringo i pugni.
Mike sorvola l'argomento rapidamente 《Stai davvero bene con questi occhiali. Se vuoi puoi tenerli.》 solleva un angolo della bocca, rivelando una fossetta. Stavolta ha un’aria gentile.
《Scusa, non avrei dovuto ficcanasare tra le tue cose》 La mia rabbia si placa e cede il posto al disagio.
《Non c'è nessun problema. Che senso avrebbe possedere tutti quegli oggetti se nessuno li può ammirare. E poi è stato a causa mia, ti ho lasciata sola tutto questo tempo senza nulla da fare》

Si avvicina a me e mi sorride.

《Il pranzo è quasi pronto. Preferisci mangiare in cucina o in giardino?》 mi chiede.
La sensazione di disagio svanisce totalmente e il mio stomaco brontola. L'entusiasmo e la fame riprendono il sopravvento sulle mie emozioni.
《Mi piacerebbe mangiare all'esterno, se per te va bene》 stringo le mani dietro la schiena e accenno ad un timido sorriso.
《Va bene. Pochi minuti ed è pronto》
《Ti aiuto ad apparecchiare la tavola?》 Propongo.

Corruga la fronte e mi guarda con espressione pensierosa, mostrando esitazione.

《Si. Ti aiuto. Non c'è nulla da pensare. Hai già fatto abbastanza. Altrimenti mi toccherà rifrugare di nuovo tra le tue cose》 Sorrido.
《Ma tu sei mia ospite, dovrei farlo io》
《Insisto. Lo faccio io. Non è una richiesta. E poi così facendo mangeremo prima e ho davvero fame》
《E va bene》 alza le mani in segno di sconfitta.

Ci dirigiamo verso la cucina, mentre un delizioso profumo inebria la casa e il brontolio del mio stomaco aumenta. Mi mostra i cassetti dove prendere i bicchieri, le posate, tovaglie e tovaglioli per apparecchiare. Poi si rimette all'opera vicino ai fornelli.
Le sue mani grandi e forti sono attraversate da vene che come piccoli fiumi su una mappa rivelano una vita vissuta intensamente durante gli anni trascorsi in mare. Si muovono con agilità e scioltezza come se cucinare fosse per lui un talento innato. La camicia nera, con le maniche arrotolate sulle braccia, si abbina perfettamente al colore dei suoi occhi e dei suoi capelli che gli ricadono delicatamente sulla fronte.
I raggi del sole che pacati entrano dalle finestre della cucina, illuminano parti del suo volto e del suo corpo risaltando la sua perfezione. Non è solo l'aspetto fisico che mi piace di lui, il suo carattere dolce e scherzoso, i suoi hobby, i suoi modi di fare, l'atteggiamento lo rendono unico e sono quasi certa di non aver mai incontrato nessuno nemmeno lontanamente simile a lui.  Il suo sguardo concentrato si alza per un istante, apre il frigo accanto a lui, affera la bottiglia d'acqua e me la porge 《Porta anche quest...》 Mike non termina la frase, le nostre mani si sfiorano. Il contatto della nostra pelle morbida mi fa formicolare tutto il corpo, ci guardiamo negli occhi e mentre all'esterno tutto appare immobile, dentro di me accade la meraviglia. Il mio cuore batte così forte che temo che possa uscire dal petto. Dallo stomaco una miriade di farfalle sembrano vorticare fino al bordo delle mie spalle e il fatto che se ne stava anche lui imbambolato a fissarmi mi suggerisce che le stesse sensazioni le sta provando anche lui. La nostra vicinanza permette di nuovo al suo fiato di fondersi col mio, e l'attrazione ci fa avvicinare sempre di più. Il mio corpo non risponde più a ciò che il mio cervello ordina: Il cuore batte troppo forte e sovrasta la sua voce.

Gemma del MareWhere stories live. Discover now