DANCING WITH OUR HANDS TIDE...

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                            KADEN

you dance, I'll dance
And if you don't, I'll dance anyway
Give peace a chance
Let the fear you have fall away
I've got my eye on you
I've got my eye on you
-Lana Del Rey

non avrei mai pensato di aprirmi con lei e raccontarle parte del mio passato ma stavo iniziando a capire che forse per riconquistarla avrei dovuto farmi conoscere. Anche se non era quello che avrei voluto fare, o almeno non subito.

Parlarle della morte di mia madre mi ha in un certo senso levato un pezzo di macigno che avevo poggiato sullo stomaco, ovviamente non sono andato particolarmente nei dettagli raccontandole come l'ho scoperto e come ho reagito dato che l'atmosfera era diventata pesante di per sè.

Le basta vedere come ha influenzato la mia adolescenza fino ad oggi.

Tutta questa rabbia repressa quando ero ancora troppo piccolo per ribellarmi ai comportamenti freddi, cinici e distaccati di mio padre veniva oppressa e sfogata in silenzio, veniva riposta in un angolo remoto del mio cervello eliminandola automaticamente come emozione.

Ho iniziato ad avere l'ansia sociale, mi chiudevo sempre di più in me stesso ed evitavo di avere contatti umani che non fossero le tre domestiche che mi hanno praticamente cresciuto duranti gli anni.
Poi alle medie conobbi quelli che ad oggi sono tutt'ora i miei migliori amici: Louis e Jake.
Con loro sentivo una specie di connessione, mi sentivo capito e rispettato, mi sentivo voluto.

Dalle medie in poi, quindi durante gli anni più importante della crescita, sono iniziati i problemi comportamentali perché mi sfogavo mettendomi sempre nei guai.

Ho iniziato con qualche cazzotto sui muri della classe quando un professore mi faceva innervosire, ho iniziato a rispondere e a spaccare qualsiasi cosa mi si presentava davanti per poi arrivare a vere e proprie risse nel cortile o nel parcheggio della scuola.

Tutto aveva un prezzo ma io semplicemente me ne fregavo.
Non avevo paura delle conseguenze.
Mio padre non mi controllava, non sapeva più niente di suoi figlio da ormai anni e io avevo smesso di compatirmi e piangermi a dosso.

Avevo giocato la carta reverse e non mi importava più niente di lui.

Quindi sono finito in brutti giri e per rimediare soldi che nom chiedevo per via del mio orgoglio. Ormai il mio unico obbiettivo era dimostrarmi e dimostrargli di potercela fare anche senza di lui. Sono finito cosi a fare degli incontri di boxe clandestini.

Per essere solo un ragazzino di 15 anni ero piuttosto bravo, vincevo un sacco di incontri e ovviamente la ricompensa erano soldi.

Molti soldi, che al tempo per me significavano molto.

Louis e Jake mi hanno aiutato tanto e sono riusciti a riportarmi un pò sulla retta via. Dico un pò perché loro erano e sono esattamente come me solo che riuscivano a imporsi dei limiti, mentre io sfidavo sempre la sorte, mi spingevo sempre un pò oltre per vedere quale sarebbe stato il punto di non ritorno.

Abbiamo iniziato tutti e tre a pattinare sul lago ghiacciato presente dietro casa di Louis e poi per non rimanere nelle nostre case soffocanti o per non finire nei guai ci siamo iscritti alla squadra di hockey della scuola.

Ormai uso l'hockey come sfogo personale e ogni qual volta che sono particolarmente incazzato invece di fare risse pattino e mi alleno.
Per questo ho la copia della chiave del palazzetto.

Dopo aver riportato Alice a casa ieri sera sono andato ad allenarmi per sfogare la tensione che ancora mi circolava in corpo per i ricordi riaffiorati e verso le due del mattino sono tornato a casa per dormire.

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