Prologo

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🎵 Heartless - The Weeknd

KYLE'S POV

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Mi trovavo in un sudicio locale in California.

Come ogni santo weekend, venivo qui per scaricare tutta la tensione della settimana.

Facevo box, per scaricarmi da tutti i pensieri.

Oggi c'era la gara più importante, dovevo gareggiare contro Colin Nyl, il giocatore più forte dopo di me ovviamente.

Ma lo avrei battuto, senza dubbio.

Andai a prepararmi, misi la protezione ai denti, i guantoni da box e l'accappatoio con scritto "Kyle" e sotto indossavo dei pantaloncini rossi.

Salii sul ring e mi incontrai faccia a faccia con il mio avversario.

Era di una stazza enorme, faceva quanto la mia testa, per far capire quanto ero minuscolo in confronto a lui, ma tutte queste cose non importano, importa soltanto la forza, e anche se sei più corto o più lungo ma sei forte, allora sei in una botte di ferro.

Io ero forte, incredibilmente forte.

Tiravo dei ganci che erano una meraviglia.

L'arbitro contò, dicendo:

«Siete pronti, ragazzi?»

E all'unisono rispondemmo un si a gran voce.

C'erano un sacco di persone che ci guardavano e urlavano i nostri nomi e intanto, scommettevano su chi poteva essere il potenziale vincitore e perdente.

Aspettai la sua mossa, ma non arrivò.

Era furbo il ragazzo.

Così feci una finta, facendoli credere che gli stavo sferrando davvero un pugno.

Ed ecco che lo ingannai e si fece ingannare, poco dopo, gli diedi il vero colpo che lo fece indietreggiare e rimbalzare nel ring, dopo vari ganci e quant'altro, lo portai a terra e sembrava privo di sensi, quando a un certo punto mi sferrò un pugno così forte da farmi cadere la protezione ai denti.

Rimasi a terra per qualche secondo, l'omone pensava di aver vinto, ma si sbagliava.

Mi alzai in un nano secondo e mentre era distratto lo attaccai da dietro con una mossa e lo feci finire a terra, e questa volta ci restò davvero.

«E 1 e 2 e 3 e 4... VINCE KYLE» Gridò l'arbitro.

Esultai come fecero d'altronde tutte le altre persone, quando a un certo punto il mio sguardo cadde su una ragazza, bionda, viso angelico, occhi azzurri, magrolina e viso asciutto.

Non l'avevo mai vista agli incontri, bene o male venivano sempre le stesse persone.

Cosa ci faceva una ragazza così in un posto del genere?

Neanche feci a tempo a dire o fare nulla che scomparì nel nulla.

Me la sono immaginata, mi chiesi io?

I miei migliori amici salirono sul ring e mi presero in braccio, come un trofeo.

«Grande, Kyle. Sapevamo che avresti vinto! Andiamo a festeggiare, dai!» Dissero loro.

Festeggiammo per tutta la notte.

Eravamo ubriachi fradici.

Avevamo alcool, ragazze a volontà e tutto quello che poteva desiderare qualsiasi ragazzo.

Avevamo tutto quello che volevamo, ma non eravamo felici.

Indossavamo soltanto una maschera, fingendo che andasse tutto bene, ci buttavamo sull'alcool per dimenticare, come se si potesse farlo.

Bruciarsi ardendoWaar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu