8. « L'incidente »

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🎵 We can't be friends - Ariana Grande

HEART'S POV

Ero a casa con Kyle, stavamo guardando un film

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Ero a casa con Kyle, stavamo guardando un film.

Dopo la notte passata insieme, ci svegliammo tardi e non andammo nemmeno a scuola, quindi con calma, fecimo colazione e quant'altro e ci misimo nel divano.

Più che altro il film si stava guardando da solo perché non facevamo altro che baciarci.

Eravamo molto innamorati, l'uno dell'altra.

Sapevo che era sbagliato, che non era l'uomo giusto per me, ma volevo bruciarmi, volevo bruciare questo fuoco dentro me, volevo farlo.

Volevo scottarmi e vedere cosa si provasse nel farlo, ero masochista, lo sapevo.

Mi sarei sicuramente scottata, ma ci avrei pensato dopo.

Nel pomeriggio, decidemmo di andare in riva al mare, non era tanto lontano.

Ci facemmo una camminata a lungo mare, mangiammo un gelato e andammo nelle giostre, come i bambini.

Facemmo la ruota panoramica.

La classica giostra degli innamorati, dove baciarsi era una regola ormai.

Stava andando tutto bene, fino a quando non sentimmo uno sparo, e proprio la persona accanto a me perse i sensi.

Qualcuno aveva sparato a Kyle.

Mi misi in agitazione, chiamai qualcuno, ma essendo in cima dovevo aspettare di tornare a terra.

Intanto Kyle era agonizzante.

Mi prese il panico, iniziai ad avere un attacco di panico.

La giostra scese finalmente, e mi feci aiutare da alcune persone li vicino.

Chiamai l'ambulanza e lo vidi andarsene con loro.

Li raggiunsi con la macchina di Kyle, e andai in ospedale.

Per fortuna non era niente di serio, non avevano mirato alle parti vitali, ma la paura era stata tanta.

Avevo avuto paura di perderlo.

I medici acconsentirono nel farmelo vedere, andai nella sua stanza e lo salutai.

Non aveva ancora preso conoscenza, i medici mi dissero che era normale, aveva bisogno di tempo per riprendersi.

Lo avevano ferito alla spalla, fortunatamente nulla di serio, ma non si capiva il motivo.

Glielo avrei chiesto non appena, si fosse svegliato.


Kyle era finalmente sveglio.

Non capiva dove fosse, così gli dissi che era in ospedale.

Non ricordava nulla, ricordava solo di essere stato nella ruota panoramica con me e dopo il vuoto.

Mi disse la verità, mi disse che si era messo nei guai, era collegato al fatto degli incontri, che dopo avermi conosciuta, mi aveva promesso di non fare più, ma forse non era la verità.

Probabilmente doveva dare dei soldi a qualcuno ed era un avvertimento, la prossima volta sarebbe capitato qualcosa di più grave, speravo che la cosa si fosse fermata qui, lo speravo davvero.

Mi confessò di essere in un brutto giro, persone pericolose che non perdonano, assetate di soldi e potere.

Io presi paura, come poteva essere in giri del genere?

Inutile dire che litigammo...

Mi aveva esplicitamente detto di non essere più in certi giri e invece mi aveva mentito per tutto il tempo, lui mi aveva detto per proteggermi ma non ci credevo.

Cioè capivo che volesse proteggermi da quelle persone ma alla base di una relazione la cosa fondamentale è la sincerità, se non c'è quella non può esserci tutto il resto.

Gli dissi che una volta uscito dall'ospedale doveva raccontarmi tutto dall'inizio alla fine.

Me lo meritavo, come minimo.

Dopo tutte le continue bugie, ecco perché alcuni giorni non riuscivo a rintracciarlo e sembrava sparire nel nulla, adesso tutto aveva senso.

Era con quelle persone.

Era dentro al giro con tutte le scarpe e non sarebbe stato facile uscirne.

Aveva detto che non voleva mettermi in pericolo e rendermi esposta ma già lo ero.

Solo stando con lui, era in pericolo.

Iniziò con il solito discorso, dicendo che non era il ragazzo perfetto per me e che attorno a lui giravano soltanto guai.

Non volevo ascoltarlo.

Aveva ragione, ma non volevo sentirlo.

Volevo bruciarmi.

Volevo farlo.

Ne ero consapevole.

Volevo amarlo lo stesso, perché ne valeva la pena.

Lui valeva la pena.

Poteva ancora cambiare.

Con me.

Io ero la sua cura.

Ero pronta a ricucirgli tutte le ferite provocat

Bruciarsi ardendoWhere stories live. Discover now