s e v e n t e e n

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Chris stava seduto nell'angolo della sua umida cella, rannicchiato su sé stesso.
tutto attorno a lui era buio, il silenzio più totale regnava in tutto il lungo corridoio dove la sua cella si trovava.

la solitudine e il dolore lo stavano consumando da mesi; la pressione di quella cella lo schiacciava e sentiva come se i muri gli arrivassero addosso.

il suo viso era diventato pallido, sembrava uno spettro per la bianchezza della sua pelle. aveva smesso di dormire e si rifiutava di mangiare ciò che gli veniva portato due volte al giorno.
pian piano sta a diventando più paranoico e chiuso in sé stesso, rifiutando qualunque tipo di approccio umano.

era notte fonda. il continuo rintocco dell'orologio riempiva le orecchie di Chris. osservava la carcassa di scarafaggio che veniva divorata da alcune formichine, mentre si torturava il labbro inferiore, screpolato a causa della mancanza di acqua.

mentre il ragazzo se ne stava seduto, tranquillo nel suo dolore, udì dei passi lenti provenienti dalla punta del corridoio.

si alzò per capire chi fosse a quell'ora così tarda, schiacciando quel povero scarafaggio e lanciandolo via dalle sbarre.

Chris prese tra le mani due delle sbarre, sforzandosi di allungare il collo per vedere chi fosse alla punta del corridoio.
data la scarsa luce all'interno del carcere, non riuscì a capire chi fosse.

"qualche guardia di passaggio" ipotizzó, tornando a sedersi.

notò come le formiche sembravano dispiaciute dopo che il loro pasto fu prontamente ridotto in poltiglia e lanciato via.
sorrise amaramente, beffardo.

"questo è ciò che si prova a perdere qualcosa a cui si tiene.." mormorò malinconico, raschiando le unghie contro il muro freddo della cella.

quei passi che continuavano a dar fastidio alle orecchie di Chris si fermarono ad un certo punto.
Chris aveva fatto centro, era una guardia e, in quel momento, si era fermata esattamente davanti alla sua cella.

"che vuoi?" chiese Chris all'uomo fuori alle sbarre.
stando in quella cella, tutto solo, ascoltando solo la sua voce e le sue parole, Chris notava come, pian piano, stava perdendo la sua grazia e la sua raffinatezza che un tempo erano i suoi migliori pregi.

la guardia non rispose, stranamente.

"se vuoi che mangi, stai perdendo il tuo tempo" mugugnó Chris. sapeva già che le guardie passavano da lui più spesso perché era un Conte importante e loro non potevano permettersi che fosse in cattiva salute.

la guardia ancora non rispose.

Chris vide come infilava la chiave nella toppa della cella e iniziava a girarla.

al ragazzo scappò una risata.

"è da mesi che lo ripeto, non esco" disse, appiattendosi al muro "non mi farete uscire di qui"

il fatto era che Chris si rifiutava costantemente di seguire gli altri carcerati fuori al carcere, nel giardino dove si potevano passare all'aria aperta le ora di buca.
le guardie avevano provato a farlo uscire, ma lui non aveva l'intenzione di essere toccato dalla luce del sole, che tanto aveva amato quando c'era Jeongin con lui.

la guardia entró nella cella con passo smonco e si avvicinò al ragazzo.
Chris lo allontanò allungando una gamba, facendo una smorfia.

ciò che Chris si aspettava meno era che la guardia potesse ricadergli addosso.
capì che quel gesto non era stato involontario, ed infatti l'uomo inizió a muoversi velocemente, cercando di bloccare le mani di Chris, che provava ad allontanarlo.

sembrava quasi... posseduto.

Chris sentì il fiato dell'uomo sul suo collo, poi quancosa che lo punse forte in quella zona.
guidato dal dolore di quella 'puntura' e dal suo istinto, diede un calcio all'uomo, scaraventandolo un po' più in là.

°º I love you all the time º° ^JeonChan^Where stories live. Discover now