t w e n t y - f o u r

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nei giorni seguenti, Chris riempì l'intera villa di candele.
quasi nel vero senso della parola. ogni stanzino e sgabuzzino fu riempito da candele di tutte le forme e colori, imballate in tante scatole e casse.

Chris, quasi ogni pomeriggio, si rintanava nel suo studio, spostava i mobili che lo intralciavano e componenva il suo cerchio di lumi accesi per ricongiungersi col suo amato.
passava tutti i minuti che aveva a disposizione nello studio, seduto sul pavimento con Jeongin sulle sue ginocchia.

era tutto così nostalgico. gli piaceva poter far finta di poter toccarlo davvero, baciargli le guance e la fronte.
ma gli faceva anche molto male, perché nulla era vero.
tutto quello che tastava con i polpastrelli e con le labbra erano soltanto i suoi ricordi della vita passata.

gli piaceva ricordare, ma lo odiava allo stesso tempo.

poteva tranquillamente stare con Jeongin per tutti quei minuti, pensando che entrambi stiano stesi sotto la loro quercia al centro del latifondo, mentre si baciavano e si scambiavano parole dolcissime.

non era vero, ma a lui andava bene.

gli andava bene anche il solo immaginare che Jeongin fosse vivo, in carne ed ossa, e che fosse possibile baciarlo e toccargli il viso e il corpo.
gli stava bene il fatto che non potesse minimamente sfiorarlo.
a lui bastava guardarlo, notare tutti i suoi più belli e nascosti particolari che aveva già notato in passato e che riscopriva ogni volta che lo guardava.

quel pomeriggio, il sole illuminava incontrastato tutte le campagne circostanti alla villa di Chris.
nonostante fosse autunno inoltrato, il sole regalava ancora un calore estremamente piacevole.
il vento era quasi fermo e, quel poco che spirava, muoveva le foglie dei grandi alberi ai lati della campagna.

Jeongin e Chris stavano nello studio del più grande, seduti assieme.
Jeongin sedeva tra le gambe incrociate di Chris, mentre stavano rivolti verso la finestra semi-aperta, guardando quello che potevano al di fuori si essa.

la luce filtrava dalla finestra e trapassava il corpo inesistente di Jeongin, come se fosse fatto anche lui del trasparente vetro che componeva la finestra.
la luce veniva proiettata sul corpo di Chris, al quale quel raggio non recava fastidio.

era piacevole.

Chris aveva sempre amato il sole e la sua luce calda.
gli dava vigore, gli ricordava la vita.
la cosa che più quel pallido sole autunnale gli ricordava erano i momenti passati col minore, quando erano entrambi vivi e si amavano alla follia.
di certo, il sole debole dell'autunno non poteva neanche lontanamente competere con quello potente e carico di luce che caratterizza l'estate, ma a Chris tornavano in mente quei momenti quando qualunque luce gli sfiorava la pelle.

Jeongin sembrava ferito.
al contrario di Chris, che era nel pieno della sua forma, Jeongin si sentiva stranamente stanco e ferito.
era felice, perché era di nuovo con la persona che aveva amato per una vita, ma c'era qualcosa che gli martellava l'anima ininterrottamente.

il suo desiderio non poteva non essere esaudito.

e Chris lo sapeva, poiché anche Lalisa gli aveva detto di esaudire il prima possibile l'ultimo desiderio del fantasma, ma il ragazzo davvero non riusciva.

Jeongin era di nuovo con lui.
era tornato da lui.

perché avrebbe dovuto lasciarlo andare proprio nel momento in cui aveva ritrovato l'amore della sua vita?!

Chris voleva tenerlo per sé.
non voleva che se ne andasse ancora, e, questa volta, davvero per sempre.

ma, si sa, quando si prende una farfalla tra le mani e la si stringe troppo per tenerla vicina, la si uccide.

°º I love you all the time º° ^JeonChan^Where stories live. Discover now