Capitolo 4

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La mattina seguente, Abby si risvegliò tra le braccia di Luke. Erano distesi sul suo letto sotto le coperte azzurre che a lei mettevano tanta sicurezza.

Si tolse le calde braccia dell'amico, cercando di non svegliarlo, ed alzandosi si diresse verso il bagno, che era la stanza accanto alla sua.

Quando fu davanti al grande specchio del bagno, rimase stupita del suo aspetto. Aveva degli evidenti segni neri sotto gli occhi, i quali erano rossi; le sue labbra erano screpolate per via dei suoi denti che le mordevano profondamente, e sulle sue guance c'erano i segni delle lacrime. Era strano, non si era accorta di aver pianto durante la notte.

Luke entrò di colpo nella stanza, e al contrario di Abby era perfetto come sempre. Il ragazzo, vedendo l'espressione della sua amica, e le sue mani sulle sue pallide guance, le disse: «Non stupirti di aver pianto durante la notte, fiorellino. Tu non ti rendi conto di molte cose.», sottolineando l'ultima frase. Le posò un veloce bacio sulla guancia e la prese per mano, portandola al piano di sotto verso la cucina. «Cosa vuoi per colazione?» il ragazzo aprì il frigorifero, infilandoci la testa dentro. «C'è del latte, una fetta di torta al cioccolato, delle uova, bacon, succo d'arancia, e... basta.» la osservò, e vedendo che non rispose prese la fetta di torta e chiuse il frigorifero. «Se non la vuoi la mangio io.»

Abby scosse la testa, incredula. «Come... Come fai ad essere così insensibile?»

«Abby, devi pensare al lato positivo.» Luke estrasse un cucchiaio dal cassetto delle posate, e prese un pezzo di torta. Ricominciò a parlare solo quando finì di masticare. «Per esempio, tua madre non ti darà più fastidio, e... Io e te staremo insieme per sempre.» Prese altri pezzi di torta, ed Abby stette in silenzio finché un suono non attirò la sua attenzione.

«Perché c'è la polizia?» sussurrò, impietrificata.

Luke la prese di colpo per il polso e la trascinò alla finestra di camera sua, dove si vedeva perfettamente il vicolo del cassonetto. Abby sbiancò quando vide tutte quelle persone lì intorno ad un cadavere familiare. «Oh cazzo.» Luke si passò una mano fra i suoi folti capelli biondi, chiudendo velocemente le tende bianche della finestra.

Abby iniziò ad andare nel panico. Si dovette sedere per cercare di riprendere fiato. «Fiorellino, calmati. Ora dobbiamo agire nella totale indifferenza.» le sussurrò Luke, strofinandola una mano sulla schiena per rassicurarla. «Se ci chiederanno qualcosa, tu farai finta di niente. Farai la parte della figlia indifesa e disperata per la morte di sua madre. Non dirai una parola si di noi, okay?» Abby annuì alle parole di Luke, anche se non ne era molto convinta. «Ehi fiorellino, guardami.» le sussurrò Luke, prendendole delicatamente il mento tra le dita e facendola guardare nei suoi occhi azzurri. «Andrà tutto bene.»

E poi accadde. Luke si chino in avanti, e le baciò delicatamente, chiudendo gli occhi. Abby non ci pensò due volte a ricambiare. Sognava un bacio di Luke da quando lo aveva visto per la prima volta.

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