Capitolo 11

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«Signorina Green, apra la porta!» Abby si risvegliò tra le braccia di Luke sul divano del salotto, mentre delle voci urlavamo da fuori e battevano i pugni sul legno della porta e suonavano il campanello freneticamente. Evidentemente il loro obbiettivo era quello di svegliarla, e c'erano riusciti.

«Signorina, apra immediatamente la porta!» una voce roca e maschile urlò forte. La ragazza si tolse dalle braccia di Luke cercando di non svegliarlo, e si avviò verso l'ingresso della casa.

«Sì?» chiese aprendo la porta, sbadigliando. Si trovò davanti a un'intera squadra di poliziotto, che entrarono nella casa e circondarono Abby.

«Abigail Green, lei è in arresto per triplo omicidio.» qualcuno le mise delle manette fredde dietro ai polsi, Messi dietro la schiena.

Abby cominciò a dimenarsi; lei non aveva fatto niente, perché la stavamo arrestando? «Non è vero!» urlò. «Io non ho fatto niente! È stato Luke!»

«Signorina, i risultati delle impronte digitali sui corpi di Emily Green, Jason Smith e Arthur Simpson corrispondono solo e solamente a lei.» disse l'agente di polizia davanti a lei.

Abby scosse la testa, era stato Luke, solo e solamente Luke! Come avevano fatto a non notare le sue impronte digitali? «È stato Luke, glielo giuro!» singhiozzò, in preda alla disperazione. Non le credeva mai nessuno, soprattutto quando veniva incolpata di qualcosa che non aveva fatto e diceva che era stato Luke a farlo, ed era vero, ma nessuno le credeva mai.

La mora si girò verso il divano, ma non trovò traccia del suo amico. «Luke!» Sussurrò. «Dove sei? Mi avevi promesso che sarebbe andato tutto bene e che saresti sempre rimasto con me.» pianse, lasciandosi portare nella macchina della polizia.

Durante tutto il viaggio, Abby pianse e continuò a dire che non era stata lei, ma Luke, ma i due poliziotti seduti davanti a lei non ci credevano, e la ignoravano.

Quando arrivarono alla stazione di polizia, la portarono subito in una stanza dalle pareti grigie con solo un tavolo e due sedie al centro della stanza, e uno specchio sulla parete di sinistra.

Si sedette su una sedia, cercando di trovare una posizione comoda per via della mani legate dietro alla sua schiena.

Un poliziotto dai capelli grigi, ma non poi così vecchio da vedere, entrò nella stanza chiudendosi la porta di ferro alle spalle. Prese un respiro profondo prima di sedersi nella sedia davanti alla ragazza. Estrasse dalla tasca un piccolo oggetto nero, ed Abby capì che la loro conversazione sarebbe stata registrata.

«Abigail Green, lei è accusata di triplo omicidio. Prima di metterla in carcere a vita, vorremmo fare chiarimento sui fatti. Può tacere se vuole.» Abby sgranò gli occhi e iniziò a piangere quando sentì che avrebbe dovuto passare il resto della sua vita in un misero carcere, tutta per colpa di quello che credeva fosse suo amico. «Per prima cosa: perché ha ucciso sua madre?»

«Non sono stata io,» mormorò, «quella sera dopo essere stata con Luke in un posto che aveva scoperto lui, cioè un parco, sono tornata a casa dopo il tramonto e mia madre si è arrabbiata molto, avendo bevuto molto. Ha iniziato a picchiarmi e a dirmi quanto fossi inutile e che disgrazia fossi. Mi aveva fatto molto male, ma non era niente a cui non fossi abituata. Come sempre dopo sono andata in camera mia a piangere ed è arrivato Luke, iniziando a dirmi quanto mia madre fosse cattiva e che non meritavo niente di tutto ciò. Ero d'accordo con le sue parole, ma non con ciò che mi consigliò di fare. Mi diede una pistola e io subito rifiutai la sua proposta, così dopo averlo pregato di non fare tutto ciò, l'ha fatto lo stesso, e io l'ho coperto come una stupida...» iniziò a singhiozzare, non riusciva a credere che per colpa del suo migliore amico sarebbe rimasta per sempre in prigione.

«Chi è questo Luke

«Lui è il mio m-migliore amico. Mi è sempre stato accanto, e non mi ha mai lasciata, fino... ad-ad oggi.» singhiozzò, tutto ciò era troppo per lei.

«E perché l'ha coperto?»

«Perché io... Lo amo.»

«Uhm, e perché ha ucciso l'agente Smith?» continuò il poliziotto guardandola con la fronte aggrottata. Molto probabilmente si stava chiedendo chi fosse questo Luke, e perché non ci fossero le sue impronte digitali.

«È stato Luke... Non ho ancora capito perché l'abbia fatto...» mormorò scuotendo la testa per spostarsi una ciocca scura che le era caduta davanti agli occhi.

«E perché ha ucciso il Signor Simpson, invece?»

«È sempre stato Luke, io non volevo assolutamente. Il signor Simpson è sempre stato molto gentile con me, era come un nonno, mi ha sempre offerto rifugio e consolato. Gli volevo tanto bene e ha fatto molto male quando Luke lo ha... ucciso.»

Il poliziotto sospirò e spense il registratore prima di alzarsi e incamminarsi verso la porta. Prima di uscire si girò verso Abby che si rientrava il labbro mentre le lacrime scendevano dai suoi occhi chiari. «Grazie per aver risposto. Ora aspetti lì, fra qualche minuto la verranno a prendere per portarla nella sua cella.»

Abby annuì, prima di scoppiare a piangere mentre teneva la testa appoggiata sul tavolo di legno.

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