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«Quanti altri test mi faranno?» Chiedo alzando la testa per poterlo guardare negli occhi.
Hell è parecchio alto.
Ma tipo tanto, la mia fronte arriva all'altezza delle sue labbra.
«Quanto sei alto, scusa?»

Lui scoppia in una risata. «Fai sempre troppe domande, fiorellino, lo sai?»

«E tu non rispondi mai a tutte»

«Sono alto 1,77» Inclina la testa per guardarmi negli occhi, ed io ogni singola volta vorrei stare così. Ferma così. A guardarlo per ore ore ore e ore, perché non ho mai guardato nessuno negli occhi senza ucciderlo. Vorrei che il tempo si fermasse, e che i secondi non passassero più.

Hell mi slega la benda dai capelli, dato che tutte le ciocche stavano candendo. Raccoglie tutti i miei capelli con una mano, e con l'altra li rilega più stetti.
«So che non vuoi smettere di guardarmi, perché io non voglio staccarti le mani di dosso. Vorrei toccarti, tenerti stretta, e non lasciarti più andare.» Mi prende il viso tra le mani, e accarezza con il pollice le mie guance.

«Allora non farlo» sussurro così piano, che sembra stia parlando dal fondale di un'oceano.
«Non lasciarmi più andare, Hell.»

Ed ecco,
Ecco che le sue labbra sono di nuovo premute contro le mie. Questa volta per un bacio più lento, più bagnato, e appiccicoso. Come se volesse ricordare ogni secondo che le sue labbra toccano le mie, e il gusto delle nostre salive mischiate. Un bacio così lento, che sto vedendo tutte le costellazioni dell'inverno unirsi, e ingarbugliarsi l'un l'altra. Ed io sono un pezzo di metallo che si sta fondendo, fino a liquefarsi sul pavimento.

Le dita si annodano tra i suoi ricci color oro, e le sue mani sono sul mio viso, sul mio collo, ed io io io potrei esplodere da un momento all'altro.
La mia mente sta pensando a cose a cui non dovrebbe pensare, e non immagino lui, dato che ha passato la sua vita con delle manette, senza poter toccare nessuno.

Le sue mani mi lasciano andare, se le porta sulla testa, e si appoggia con la schiena alla parete, chiudendo gli occhi, e mormorando qualcosa che non riesco a capire.

«Riempimi di domande... distraimi, Heaven.»

«Perché? Cosa?» Sbarro gli occhi, guardandolo confusa.
«Hai sempre odiato le domande, e adesso vuoi che...»

«Si. Dio, voglio che tu mi faccia un milione di domande, come fai al tuo solito» i suoi occhi sono chiusi, e le sue mani sono sul volto.
«Devi distrarmi, Heaven... o potrei...» Esita, e mormora qualche imprecazione, premendo la testa contro la parete.

«O potresti?»

«Potrei non riuscire a fermarmi, a controllarmi, perché tu... Dio, sai da quanti stramaledetti anni voglio poter toccare qualcuno senza che corra il rischio di morire bruciato?»

Porto le mie mani sul suo viso, e gliele abbasso, in modo da poterlo guardare negli occhi. «Lo so. Cazzo se lo so... perché io non ho mai guardato così tanto a lungo qualcuno, senza che morisse bruciato. Non ho mai potuto guardare qualcuno negli occhi, perché mi veniva detto che sono un mostro. E forse lo sono veramente, insomma... ammazzo le persone con un sguardo»

«Forse si, siamo dei mostri. O forse no, e lo sono tutti gli altri. Ma che importa? L'importante è che sappiamo noi stessi, chi siamo. Il resto, quello che dicono gli altri, sono solo lettere messe vicine, che con una mano possono essere spazzate via. Che il mondo bruci, Heaven. Chi sono lo per dirti chi essere?»

«E se non lo so nemmeno io?» Una pausa, un lacrime che bagna il mio viso, «solo qualche giorno fa ho scoperto che raggiungendo il flare sono in grado di... praticamente bruciare il mondo intero, nel vero senso della parola!»

«E gli altri? Gli altri cosa sono in grado di fare? Un bel niente, tesoro. L'unica cosa che sono capaci a fare è dirti chi sei e non sei. Sanno solo giudicare, giudicare ed etichettare senza conoscerti nemmeno. È facile dire "sei un mostro" ne siamo capaci tutti. Sono tre parole messe insieme, e undici sillabe accostate. Ma cambia l'ordine delle lettere, e non hanno più alcun significato. Cambiane il senso, e non sarà più la stessa parola.»

Lo guardo, persa nelle sue parole appena pronunciate, persa nei suoi occhi verdi come gli smeraldi, e lui sembra notare la mia confusione.

Così si mordicchia il labbro, ed inizia a tirare giù la cerniera della parte superiore della sua tuta.

Io perdo un polmone.

Sfila via le braccia, e le lascia a penzoloni sulla vita. Rimane in maglietta a maniche corte, e quel grigio... Dio, quel grido li dona perfettamente. Non ho neanche il tempo di realizzare e ammirarlo, che si volta, e si sfila via anche la maglietta.

Ed io,
Perdo tutti i pochi anni di vita che mi erano rimasti.
Me gli ha strappati via, senza darmi nemmeno il tempo di salutarli.

Il mio cuore sta battendo così veloce, che non penso sia normale. Magari sto veramente per morire. Non riesco neanche a stare in piedi, a dire una parola, e non ricordo più come si respira. Non so fare più nulla.

Rimango ferma, immobile, a fissare la schiena nuda di Hell. Spalle larghe, braccia muscolose, vita stretta, linea della schiena marcate, ed io io io, sto per impazzire. Mi gira la testa.

Sospiro, recupero il fiato perso che mi è stato strappato via dun colpo, ed ecco, ecco che metto finalmente a fuoco quello che voleva mostrarmi Hell.

Voleva mostrarmi il tatuaggio, non quanto sia muscolosa la sua schiena.

Mi avvicino, e ricalco con il dito le lettere che sono incise con l'inchiostro sulla sua pelle.

  YES,
I'M A MONSTER

«Magnificent, Outstanding, Nifty, Stunning, Tenacious, Elegant, Radiant» recita come se fosse una poesia. «Monster.»
Si rimette la maglietta, e poi si volta dalla mia parte. «Ecco, ecco cosa è un mostro. È magnifico, straordinario, astuto, stupendo, tenace, elegante, e radiante.» Una pausa, porta una mano sul mio viso, e l'altra tra i miei capelli.
«E tu, Heaven, sei tutto ciò.» Mi scompiglia i capelli, fa passare le sue braccia nelle maniche della sua tuta, e si ritira su la cerniera.
«La prossima volta che ti dicono "sei un mostro" tu sorridili, e dilli "si. Certamente. Sono uno splendido mostro."

Ed io,
Ho appena dato un significato alla parola "innamorarsi"
So cosa vuol dire "amare" e so cosa significa sentire "le farfalle nelle stomaco"
Ora l'ho capito.
Finalmente lo so.

«Hell, sappi che mi darei fuoco per tenerti al caldo.»

«Anch'io. Anch'io Heaven» e le sue labbra sono di nuovo sulle mie.

«I'd let the world burn, for you. I'd let the world burn for you, my love.»

𝑺𝑯𝑨𝑻𝑻𝑬(𝑹𝑬𝑫) -𝒾𝓃𝒻𝑒𝓇𝓃𝑜 𝑒 𝓅𝒶𝓇𝒶𝒹𝒾𝓈𝑜-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora