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Non riesco nemmeno a trovare le parole esatte, per descrive questo momento.
Proprio non le trovo, perché si sono nascoste, e non vogliono più venire fuori.

Ed io sto affogando, sto affogando tra i mille baci che mi sta regalando Hell, e mi chiedo se mai supererò la notte, perché è tutto così troppo troppo troppo bello, troppo dolce, troppo caldo, che non mi sembra nemmeno reale.

Mi viene da pensare che sia un sogno, ma no no no no, non può esserlo, perché il piacere che sto provando, la sensazione e le emozioni, sono qualcosa di troppo alto, troppo elevato, per essere solo una scherzo della mente.

Hell è sopra di me, e le sue labbra stanno toccando ogni millimetro del mio corpo, non volendo tradire la sua promessa.

Mi guarda negli occhi, sorride, fa passare le mani dietro la mia schiena, afferrando i bordini della canottiera, e mi sussurra: «Alza le braccia, tesoro» ed ecco, ecco che ubbidisco come se mi stessero puntando un fucile alla testa. La mia canottiera non c'è più, ed è per terra, chissà dove, e non mi interessa nemmeno saperlo.

Poi fa scorrere le dita nel mio petto, ed io giuro di star lottando con tutta me stessa, ma mi arrendo, mi arrendo miserabilmente al suo tocco, perché è troppo, troppo troppo troppo per poterlo gestire.

«Ti fanno male, tesoro?» Chiede passano un dito sopra il livido, - per tutti i calci che mi ha tirato la guardia - ed io me li ero proprio scordati. In questo momento, il mio cervello ha ben altro a qui prestare attenzione.

«No, non...» Oddio, non so neanche più parlare.
«Non ci ho nemmeno fatto caso» la mia voce è quasi un sussurro impercettibile.

«Sicura?» Sfiora con le dita il livido, ed io annuisco, perché anche se facessero male, con il piacere che sto provando in questo momento, non lo sentirei nemmeno.
«Meglio così, allora»

E le sue labbra, le sue labbra toccano ogni centimetro del mio petto, della pancia, della vita, e la sua lingua, oh la sua lingua...
Sto morendo ed esplodendo in miliardi di modi possibili.

Poi le sue labbra scendono, scendono più giù giù giù, ed ecco che le sue dita sfiorano il bordo dei miei pantaloncini, ma ancora per pochi istanti, perché Hell fa passare una mano sulla mia schiena, mi solleva leggermente, e me li sfila via ad una velocità così alta, che mi chiedo come abbia davvero fatto.

Ed ecco,
Ecco che sono sdraiata nel letto, con solo la biancheria intima, e Hell è ha cavalcioni sopra di me, che mi osserva e disegna le linee del mio corpo con gli occhi, per poi sussurrarmi: «Sei perfetta. Sei perfetta, tesoro. Sei splendida»
Poi afferra i bordini della sua maglietta, se li sfila, così come i pantaloncini, rimanendo in boxer, ed io...

Beh, io...

Io sono esplosa in miliardi di pezzettini, e sono diventata parte delle stelle. Non esisto nemmeno più, adesso.

Osservo gli addominali di Hell, perché il suo petto sembra letteralmente una scultura in marmo. È perfetto.
Ha la vita stretta, gli addominali marcati, come se fossero stati scolpiti. E poi, poi al centro, c'è un'altro tatuaggio. Cinque parole e ventitré lettere.

I'AM A DEMON
FALLEN FROM HELL

Traccio con il dito lettera per lettera, e lui piega la testa all'indietro, sorridendo compiaciuto, e lamentandosi dal piacere. Ed io io io sto per bruciare come il sole.
Poi lo sguardo mi cade sul suo braccio sinistro, dove ha tatuato nell'avambraccio un'altra frase:

𝑺𝑯𝑨𝑻𝑻𝑬(𝑹𝑬𝑫) -𝒾𝓃𝒻𝑒𝓇𝓃𝑜 𝑒 𝓅𝒶𝓇𝒶𝒹𝒾𝓈𝑜-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora