CAPITOLO 18 • The Truth Untold

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CAPITOLO 18
The Truth Untold

<<JIMIN!>>

Un urlo a squarciagola freddò all’istante le azioni dei due malintenzionati.

Xiumin non fece neanche in tempo a voltarsi che si ritrovò scaraventato contro il muro, ricoperto da una scarica di pugni ben assestati su viso e stomaco. 
Il rosa, impaurito, arretrò di qualche passo, lasciando la presa su Jimin che cadde a terra a peso morto, mentre cercava disperatamente di riacquisire aria nei polmoni.

Nonostante fosse stremato, impaurito, ubriaco e debole, Jimin aveva riconosciuto il suono di quella voce. 

Era Yoongi. 

Yoongi era venuto a salvarlo.

Bastarono pochi colpi per mettere KO il bianco, e quando Chanyeol vide il suo compagno a terra, privo di sensi, cominciò a tremare. 

<<No, no, ti prego. Noi.. noi non volevamo fargli nulla di male, lo giuro!>>

Era risaputo quanto il rosa non spiccasse certo per essere un temerario tra gli Exo. Era arrivato persino a inginocchiarsi a terra come un codardo, giocandosi la carta della pietà. 

Lo supplicò congiungendo le mani affinchè lo risparmiasse, ma Suga era di tutt'altro avviso. 
Si piegò sulle gambe per arrivare all’altezza dell’uomo che tremava come una foglia, lo afferrò per la gola e iniziò a stringere sempre più forte.

<<Dì al tuo capo di non azzardarvi più a toccare Jimin! Non dovete guardarlo, non dovete neanche pensare di potervi avvicinare a lui o giuro sulla mia vita che l’ultima cosa che vedrete prima di morire sarà la mia faccia mentre vi torturo con le mie stesse mani>> ringhiò il corvino, livido dalla rabbia.

L’uomo, ormai dal colorito cianotico, tentò inutilmente di sfuggire a quella presa, ma lo scarso apporto di ossigeno nel suo corpo gli impedì una qualsiasi reazione.

<<T-ti pr-re-go, n-non res-pi-ro -coff coff->>

<<Non è un mio problema>> concluse il corvino sferrandogli, in tutta risposta, un pugno in pieno volto facendogli perdere immediatamente i sensi.

Yoongi approfittò di quel momento di stordimento dei due uomini per raggiungere il biondino che si era rannicchiato in un angolo, ancora mezzo svestito, continuando a singhiozzare.

<<Jimin, è tutto finito. Ci sono io ora!>> Il corvino cercò di rivestire il più piccolo che, ancora sotto shock, al suo tocco sussultò e iniziò a gridare.

<<NO, TI PREGO, LA-SCIAMI ANDARE, TI PREGO!>>

<<Jimin, sono io, sono Yoongi. Non ti farò del male>>

<<Y-Yoongi?>> Ripeté tremante.

<<Si, piccolo. Dobbiamo andare via da qui. Riesci ad alzarti?>> 

Yoongi gli accarezzò delicatamente il viso per rassicurarlo, gli porse poi l’altra mano per aiutare a sollevarlo da terra e il ragazzo l’afferrò con quella poca forza che gli era rimasta in corpo.
Una volta in piedi, a Jimin bastò un solo secondo per gettarsi, in lacrime, tra le braccia del maggiore, che lo strinse forte a sé come se fosse un tesoro da proteggere e tenere al sicuro.

<<H-ho avuto così t-tanta paura!>>

<<Lo so, è tutto finito ora. Non permetterò più a nessuno di avvicinarsi a te. Te lo prometto>>

Jimin si aggrappò, stringendo ancor più forte la maglia del corvino, mentre Yoongi gli accarezzava la schiena per tranquillizzarlo.

<<P-portami via da qui, ti prego>>

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