XXVII - Ursae maior

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Il grande giorno era arrivato. Tutto era pronto. Gli sposi si preparavano attendendo e pensando reciprocamente all'altro.

Nicolò

Mi sudavano le mani forse per la prima volta in vita mia. Mi aggiustavo i bottoni della camicia mentre mia madre cercava disperatamente di sistemare al meglio la cravatta.

Avevano dormito in casa mia, e si stavano preparando anche loro. Era più radiosa del solito, ma non capivo se fosse per via del vestito colorato o per la sua felicità.

Entrò in camera da letto Martina, che mi portò la giacca. La indossai mentre la osservavo. Era splendida, con il suo vestito rosa antico.

Pensavo e ripensavo a Viola, ormai dalla sera precedente. La immaginavo in mille modi diversi, ma nessuna delle mie fantasie riuscì a rispecchiare la sua bellezza effettiva quando si incamminò per arrivare all'altare dove la aspettavo.

Mi guardai per l'ultima volta allo specchio, spruzzai del profumo, e mi diressi verso l'uscita di casa, quella che da stasera sarebbe poi stata mia e di mia moglie.

Avevamo deciso di rimanere in quella casa, e di non trasferirci. Viola trovava inutile spendere soldi in un nuovo appartamento quando stavamo benissimo in quello.

E poi aveva anche due stanze in più per dei futuri bambini, infatti accettai principalmente per quello. Mentre andavamo verso la chiesa guidai la mia Range Rover che ci avrebbe poi accompagnato dopo la celebrazione.

Entrai nell'edificio con mia madre a braccetto. C'era già qualcuno: qualche ragazzo della squadra, dei miei compagni di nazionale, e anche degli amici di Viola che salutai.

Per i minuti successivi, che non riuscii a contare, attesi che la mia amata arrivasse per raggiungermi e diventare mia moglie.

Viola

La parrucchiera finì di sistemarmi i fiori tra i capelli. Mi alzai ed iniziai a scattare delle foto. Quando il fotografo scese per aspettare la mia uscita, entrò mio fratello nella stanza.

-Sei meravigliosa- esclamò. Sembrava stesse per piangere.

-Mi hai promesso di non commuoverti- dissi, anch'io emozionata. Si avvicinò e mi strinse a sé.

-Credo di non poter mantenere la promessa, sorellina-.

Si unì a noi anche mamma, che stava controllando se fossi pronta. Dopo il piccolo momento madre-figli, arrivò il momento di partire.

Mi accompagnò Alessandro in macchina, lui guidava con affianco Camilla. Io invece ero nei sedili posteriori con mia nipote Azzurra, la mia damigella.

Giocavo con lei durante il viaggio da Cremona a Milano. Osservai mille volte il mio riflesso nello specchietto della macchina. Mi piacevo, mi sentivo una principessa.

Riuscivo a provare l'emozione e l'ansia della situazione. Potevo quasi prenderla  a schiaffi.

Quando scesi e arrivai di fronte alla Chiesa, il cuore iniziò a battermi così forte che temevo mi sarebbe uscito dal petto.

Seguii Azzurra che camminava felice verso l'altare, mentre mi sorreggevo al braccio di mio padre.

Stavo attenta ad ogni mio passo, per evitare di inciampare e farmi male prima ancora di giungere dal mio sposo.

Scorsi Nicolò che mi aspettava, e mi innamorai per la milionesima volta di lui. Quando arrivai da lui, mi guardò e mi sussurrò.

-Sei bellissima- sembrava non riuscire a dire altro.

-Ti amo- mormorai invece io. Lui mi rispose con un sorriso che ne valeva altri mille.

Non riuscii a cogliere molte delle parole che disse il parroco. Francamente ero occupata ad osservare Nicolò che seguiva con attenzione o mi disegnava linee immaginarie sul palmo della mano.

Mi guardava ogni tanto e mi sorrideva con i sorrisi più dolci che mi avesse mai regalato. Anche se quotidianamente me ne dava di fantastici.

Finalmente arrivò il momento dello scambio delle fedi. Presi attentamente quella di Nicolò e gliela infilai al dito. Lui fece lo stesso con me.

Poi ripetei le parole del prete e velocemente risposi: -Lo voglio-.

E dopo aver sentito anche il "Sì" del mio ormai marito, mi fiondai a baciarlo, cosa che non facevo da quasi tre giorni.

Dopo il lancio dei confetti e del riso, montai in macchina nella Range Rover di Nicolò. Salutammo gli invitati e lui mise in moto.

Si fermò poco dopo. Si girò verso di me e mi baciò ancora.

-Hai lasciato i capelli ricci- sussurrò, e potei scorgere la sua felicità nella voce.

-Solo per te- risposi, e lo baciai di nuovo.

Poco dopo raggiungemmo il fotografo per le foto di rito, e dopo di queste, ci dirigemmo verso il ristorante.

Tutti i nostri parenti e amici ci attendevano. Vidi mia madre e Rita parlare insieme, e mi si sciolse il cuore.

Noemi e Hakan che si abbracciavano di fianco a Martina e il ragazzo, mentre Azzurra giocava con le gemelline, nel passeggino.

Alessandro mi guardava fiero mentre stringeva Camilla, in piedi di fianco a Brozo, il nostro testimone, purtroppo solo.

Marcus e Davide scherzavano assieme a Marko e Kristjan. Benji invece si divertiva con Federico.

Aldo, Vincenzo e Mattia applaudivano, mentre Mariella, senza Camilla questa volta, scattava foto o faceva video, non riuscii a ben capire.

Ognuno cercò il suo nome nel proprio tavolo, con i nomi delle costellazioni. Il nostro segnava Lyra. Durante il lancio del bouquet un'amica di Nicolò l'afferrò.

Minacciai di piangere quando ballai con papà, e subito dopo si aggiunse Alessandro. Poi partirono i balli di gruppo, durante i quali ballai un po' con tutti, anche amici d'infanzia di Nicolò.

Infine ci fu il mio primo lento con mio madito, che mi sussurrava parole dolci all'orecchio mentre io cercavo di non pestargli i piedi.

Non ero per niente stanca quando consegnavo le bomboniere per coloro che andavano via.

Quando restammo soli, lentamente ci avviammo verso l'auto, mano nella mano.

-Perciò ora sei mia moglie, non puoi sfuggirmi- esclamò Nicolò.

-Non ne ho intenzione, ormai sono una palla al piede- risposi sorridendo, spavalda.

-Sarai l'unica palla che non calcerò in vita mia- pronunciò aprendomi la portiera della macchina.

Mi accomodai ed allacciai la cintura. Guardai Nicolò per tutta la durata del viaggio di ritorno fino a casa.

Quando parcheggiò mi prese di forza in braccio e mi accompagnò fin su. Di tanto in tanto mi baciava.

Aprì la porta, la richiuse alle nostre spalle e si diresse verso la nostra camera. Mi lasciò andare poggiandomi sul letto...

Ciao cari lettori!
Voglio avvisarvi che settimana prossima purtroppo non riuscirò ad aggiornare, ma non preoccupatevi, l'appuntamento del martedì riprenderà subito dopo.
Saluti.

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⏰ Last updated: 4 days ago ⏰

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