V.

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«Ho sentito di una funesta notizia...» Nel giro di una settimana, di notizie funeste, ne erano arrivate una valanga a Boves.

«Il re è morto, e i navarrini...»

«No,» lo interruppe il guaritore, scuotendo la testa «ho sentito che ti sposi.» Quale notizia più funesta se non quella. Yves si era raccolto pressoché subito in tutta la sua delusione, lo sguardo basso più triste del solito.

«Chi è?»

«Una certa Quesnoy di cui non ricordo il nome. Del Ponthieu, vicino ad Abbeville...» Yves era di un'indifferenza glaciale.

Minuscole figure si muovevano per i campi che scendevano verso il corso della Noye, puntellato da salici e ontani. Alle sue spalle, oltre il bosco, il mastio di Boves si ergeva sulla motta, i vessilli gialli che scioccavano al vento.

Yves e maestro Wis non erano soli. C'era anche Zabèle, a poca distanza da loro, sulla giumenta di Yves che brucava pacificamente l'erba. La bambina era troppo occupata a intrecciare i crini per ascoltare le parole che il fratello e l'anziano si scambiavano.

«Non è proprio così terribile. Prendila un po' così...» maestro Wis gli abbozzò un sorriso, nella speranza di vederlo sulla faccia del ragazzo. Tentativo fallito.

«Mio padre avrebbe tranquillamente potuto fare a meno di sistemarmi» Yves espresse tutta la propria indignazione e delusione che ristagnavano da giorni nel suo petto. «Sono solo il quartogenito e per di più un cavaliere. Cosa se ne fa un cavaliere di una moglie, se non erediterà nulla?»

Wis nel frattempo si era chinato a strappare la malva che cresceva nell'erba alta. «Tuo padre te lo avrà spiegato che...»

«Me lo ha già spiegato una vita fa» lo interruppe il giovane, con aria rabbuiata. Afferrò un lembo del mantello di feltro che si agitava per le raffiche di vento. «E insiste tutt'ora.»

«È importante, è fondamentale per la sopravvivenza e la discendenza della vostra casata. E questo vale sia che tu sia il primogenito, sia che tu sia il quartogenito.»

Yves inorridì, sia per l'orribile suono di quelle parole, sia per il loro orribile significato. Wis lo guardò dritto in faccia, percependo la sua rabbia. I folti capelli scuri che gli ricadevano sugli occhi gli davano una cupa ombra nello sguardo.

Wis distolse lo sguardo. Si portò il mazzo di fiori al naso, aspirando il profumo che emanavano, e poi riprese: «So che può rappresentare un ostacolo per te... Ma devi provarci. Solo un piccolo sforzo. Basta solo un figlio per accontentare tuo padre.»

Wis era da sempre stato il suo vate, la sua bussola morale. L'unica persona fedele a cui Yves poteva fare affidamento entro le mura di Boves. Wis lo aveva visto nascere, crescere e smarrirsi nell'insicurezza. Eppure, in quel momento, sembrava non capirlo più. Poteva sì compatirlo per qualsiasi suo disagio, ma cosa ne sapeva Wis, di quel vuoto che lo assaliva di fronte al corpo di una donna?

Solo il pomeriggio dopo aver parlato con suo padre, aveva rivelato la notizia dell'imminente matrimonio a Merri, alla quale non aveva fatto né caldo né freddo. "Dovrai sposarti, ma io ci sarò sempre al tuo fianco. Che problema può esserci?"

"Non voglio sposare una femmina" aveva replicato Yves "e non ne ho nemmeno bisogno. Capisci? Ora che ci penso, non sarebbe stato proprio male prendere i voti e chiudermi in un chiostro. Avrei avuto una cella tutta mia, libri a volontà mentre mi sarei lasciato fuori questa ferraglia e tutto il resto."

"Ma così non avremmo potuto avere modo di incontrarci e poi è meglio come ha deciso tuo padre. Oramai non credo possa ritirare la sua proposta e nemmeno gli interessi che tu li dia uno stuolo di figli."

LUCE DI RAME. La Guerra È Dichiarataحيث تعيش القصص. اكتشف الآن