VII.

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Una luce scura penetrava dai vetri a losanga sui quali martellava la pioggia. Le braci nel camino oramai erano spente, il moccolo disciolto sul piatto d'ottone.

Charles si svegliò infreddolito, le lenzuola attorcigliate attorno alle gambe. Si puntellò su un gomito, ma ricadde sul cuscino, e così rimase. Si mosse solamente per afferrare la pelliccia che usò per coprirsi. La testa gli doleva ancora dalla notte trascorsa. Accanto a lui Lys dormiva. A differenza sua sembrava non avere freddo, e con gli occhi socchiusi rimase a guardare quel corpo nudo fatto per essere gustato da essi.

Jaroslava manteneva la bellezza acerba di un tempo. Era un fiore sbocciato dai petali sgualciti. Quando l'aveva raggiunto a Metz, suo zio l'Imperatore gli aveva dato dei consigli in materia di vita coniugale, che allora non era rose né e fiori - neppure ora - e l'aveva incoraggiato. Suo genero, il re di Francia, gli aveva già parlato dei problemi che affliggevano il Delfino; così, grazie a Karl, Jean gli fece trovare una ragazza, che poi Charles avrebbe chiamato Fleur-de-Lys, perché la sua pelle sapeva di gigli, e quei fiori erano l'emblema della sua nobile Casa. Si era innamorato a prima vista di Lys e anche lei aveva fatto lo stesso, senza però che Charles lo capisse subito. Impacciato e timido com'era, gli ci erano voluti due giorni per rivolgerle la parola. Faceva fatica a parlarle e lei conosceva a malapena qualche parola in francese. Il principe dalla pelle esangue aveva cercato anche di dirle che, se fosse rimasta disgustata dal suo aspetto sgraziato, sarebbe stata libera di andarsene. Ma quegli occhi, come lo avevano guardato intensamente, valsero più di mille parole.

Era un freddo e umido giorno di novembre, ma dentro la tenda i bracieri emanavano un tepore avvolgente che bastò per risollevarlo. Si era trascinato svogliatamente con i suoi uomini nell'Artois, dopo che re Jean gli aveva affidato una campagna militare.

Charles non seppe mai dove aveva trovato il coraggio. Non avevano bevuto nemmeno una goccia di vino per ritrovarsi nudi uno di fronte all'altra, a guardarsi per la prima volta per un tempo che sembrava essersi fermato. Lys non aveva saputo cosa fare, e lui anche meno. E mai nessuno di loro aveva saputo come si fossero trovati avvinghiati, le labbra premute su quelle dell'altro. Spinti da una forza misteriosa che aumentava smodatamente di secondo in secondo, si erano smarriti nell'oblio del piacere, senza poter dire dove iniziasse uno e dove finisse l'altra. Lacrime si erano mescolate ai gemiti di piacere. Lys aveva pianto quando le prese la sua verginità, ma poi lo aveva baciato e si era addormentata fra le sue braccia.

Suo fratello Louis e Karlos prima di allora lo avevano lo avevano deriso. Charles non aveva mai toccato il corpo di una donna non prima di averne diciassette. "Il corpo di una bambina" a quell'epoca erano poco più di due giovani ingenui e sregolati insieme. Rivedendola nella mente, Lys appariva come una bambina, pudica, un corpo giovane, i suoi seni acerbi, così piccoli che Charles poteva stringerli in una mano, ancora adesso.

Quegli anni viziosi erano oramai così lontani. Ripensandoci, si sentì uno stupido. Dopo quella tediosa campagna militare suo padre lo aveva nominato duca di Normandia. Ciò aveva rappresentato la giusta occasione per stabilirsi a Rouen, lontano da Parigi e suo padre, in compagnia di alcuni coetanei e Karlos. Ma Charles, a quei tempi, era troppo ingenuo e troppo occupato a tenersi Lys sulle ginocchia per capire che il re di Navarra lo stesse per attirare in una congiura contro suo padre. Lui fece di tutto pur di ingraziarselo e allontanarlo dagli artigli del padre irascibile. In quegli anni Karlos era diventato per lui una bussola morale, era sempre al suo fianco, lo assecondava e gli dava dei consigli. Prima di quello lo aveva debitamente preso in giro, ma lo aveva fatto per spronare quell'adolescente che si sentiva male alla sola vista di una goccia di sangue. "E attento a dove versi il tuo seme" e dopo nove anni, Charles fu costretto a riconoscere l'importanza di quel suo avvertimento. Avrebbe dovuto ascoltarlo, soprattutto in una delle tante e fredde notti di gennaio.

LUCE DI RAME. La Guerra È DichiarataWhere stories live. Discover now