IX.

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"Chris vuoi rimanere a cena con noi?" Mi chiese Alex mentre tornava a sedersi sul divano con la birra tra le mani.
Quanto avrei voluto accettare, ma dovevo andare assolutamente a cena a casa di Drew.
"Mi piacerebbe, ma devo iniziare il trasloco." Appena dissi l'ultima parola, per poco non si strozzò con la birra e Jamie ed Andy esordirono all'unisono con un "Ti trasferisci?!" così preoccupato che mi fece sorridere.
"Sì, ma sarò ancora più vicina a voi, è più vicina al centro di Sheffield." Tirarono tutti un sospiro di sollievo, poi si misero a parlare di canzoni nuove, ma io non riuscivo a seguire, il ricordo del respiro di Turner sulle mie labbra mi perseguitava. Mi voltai ad osservarlo: era seduto su uno sgabello con la sua chitarra sulle gambe. Si voltò verso di me e ammiccò un sorriso. In imbarazzo distolsi lo sguardo arrossendo leggermente.

"Matt sono le sei e mezza, potresti accompagnarmi a casa?" Chiesi al batterista che però sembrava alquanto indaffarato con degli spartiti e le sue bacchette.
"Se ti accompagno io ti offendi?" Sentii la voce di Turner arrivarmi da dietro e persi probabilmente dieci anni voltandomi e trovandolo davanti a me con già la sua giacca in pelle nera pronto ad andare. Gli sorrisi imbarazzata e salutai tutti prima di uscire dalla stanza.
Mi incamminai silenziosamente alla sua macchina, prendendo posto nel sedile davanti, mentre lui salì al posto di guida e mise in moto. Senza dire nulla. Si poteva percepire benissimo l'imbarazzo che si era creato a causa del bacio sfiorato poco prima.

Arrivati davanti casa ringraziai il Signore di aver messo fine a quel viaggio.
"Grazie Alex." Trovai il coraggio per sorridegli e guardarlo negli occhi. Lui ricambiò il sorriso e poi scesi dall'auto avviandomi poi verso la porta di casa. Sospirai profondamente sentendo il rumore della sua macchina che si allontanava ed entrai in casa.
Rimasi scioccata alla vista di tutte quelle scatole.
"Ehi Chris!" Sentii la voce di Joe venire da un posto indefinito sotto quella montagna di cartone, così mi avvicinai, facendo attenzione a dove mettevo i piedi per paura di pestare qualcosa. O qualcuno a questo punto.
"Joe dove sei?" Iniziai a spostare le scatole per farmi spazio, quando passando vicino ad una delle tante, si aprì e ne uscì fuori il biondo che mi spaventò a morte. Persi l'equilibrio mentre lui continuava a ridere e caddi con il sedere sul tappeto.
"Dio, Joseph sei un idiota. Non ho più un osso sacro. E domani lavoro." Lui ancora ridendo uscì dallo scatolone e mi tirò in piedi lentamente mentre io mi massaggiavo il fondoschiena maledicendolo.

Dopo circa un'ora avevo messo una buona parte della mia roba negli scatoloni ed avevamo caricato tutto su un furgoncino che Drew aveva affittato per semplificarci il trasloco. Salii nella macchina di Joe e seguimmo i nostri che guidavano difronte a noi quel furgone che avrebbe potuto contenere gli scatoloni di dieci famiglie.
"Chris sai vero che dovremo dividere la stanza?" Mi pietrificai, e lentamente mi voltai a guardarlo.
"Dimmi che scherzi." Non mi dispiaceva condividere la mia stanza, ma lui era un ragazzo, io una ragazza.. e su, non potevamo dormire nella stessa stanza. Proprio no.
"Cos'è? Hai da portare a casa il ragazzo?" Chiese ammiccando un sorrisetto stronzo. Risi tirandogli un pugno leggero sulla spalla e rise anche lui.
"Scherzo, hai la stanza accanto alla mia." Sorrisi e gli stampai un bacio sulla guancia, quando mi accorsi di essere arrivata alla casa.
Scesi e ammirai la mia nuova dimora. Notai che non era una casa isolata, ma avevamo un vicino di casa.
"Joe i vicini sono simpatici?" Chiesi al biondo che aveva già iniziato a scaricare qualche scatola dal furgone.
"Un po'... fissato con gli Stokes." Sorrisi. Poteva andare peggio.

Dopo cena sistemai un po' di cose nella stanza, poi ricevetti una chiamata da Matt.
"Ehy Helders!" Sorrisi e mi buttai sul letto.
"Christall! Com'è la casa?"
"Niente male, e devo dire che sono davvero vicina al centro, posso finalmente andare a lavoro a piedi senza dover prendere buss o dover scroccare passaggi a mia mamma o a Joe..." sentii la sua risata arrivare dall'altro capo del telefono e sorrisi.
"Comunque, ti ho chiamata per dirti che stasera andiamo in un pub qua vicino a bere qualcosa, se vuoi ti puoi unire a noi!" Guardai l'ora: erano le otto e quaranta, quindi sarei riuscita anche a lavarmi.
"Va bene, ma non mi trattengo molto, domani mattina lavoro." Dissi mentre arrivavo all'armadio per vedere cosa mi ero portata dietro per ora.
"No problem. Stacchiamo tutti presto stasera! Allora alle nove e mezzo ci troviamo difronte al negozio di musica. A dopo Chris."
"A dopo Matt." Riagganciai e optai per mettere un vestitino rosso scuro con degli stivaletti neri.

Dopo aver fatto la doccia ed essermi vestita e truccata notai che erano le nove e trenta, perfetto, sarei stata in ritardo.
Scesi di sotto e mi ricordai di non aver fatto una cosa: chiedere se potevo uscire. Già, non avevo ancora molta libertà, ma non mi lamentavo.
"Mamma, Drew, io esco con Matt, torno presto!" Annunciai passando per il salotto. In risposta ricevetti soltanto un "va bene" biascicato da Drew che mangiava dei popcorn davanti alla tv.

Uscii di casa correndo e guardando se avevo tutto dentro la borsa, non accorgendomi che nello stesso preciso istante stava uscendo anche il vicino di casa. Arrivata al cancelleto svoltai a destra scontrandomi contro qualcuno.
"Oh scusa sta-" Le parole mi si bloccarono in gola quando, raggiunti gli occhi del misterioso vicino, mi ritrovai ad osservare gli occhioni scuri di Turner.
"Tu?!" Esclamammo all'unisono non credendo a quello che vedevamo.
"Non ci credo, non ci credo!" Si portò le mani al ciuffo corvino e iniziò a ridere, mentre io mi limitai a sbuffare divertita dalla situazione.
"Dovresti smetterla di seguirmi." Dissi per poi iniziare a ridere con lui.
"Sei tu che mi vieni dietro piccola." Ammiccò come suo solito fare. Ed ecco il solito Turner playboy.

"Stai andando al pub dove ci troviamo tutti insieme?" Mi chiese affiancandomi mentre camminavo.
"Sto andando al negozio di musica, Matt mi aspetta lì."
"Chissà che faccia fa quando scopre che siamo vicini di casa. Potrebbe uccidermi." Si perse nei suoi pensieri e rise, mentre io non capivo a cosa si riferiva.

Arctic Monkeys || 505Where stories live. Discover now