Parte 2 - Estremi rimedi all'inferno

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"Ti prego, Iva-sama!" ripetè la donna con un sorriso "Lo sai che la tua amicizia è un onore, ma non posso davvero accettare."
"Andiamo, splendore, pensaci bene!" Incalzò lei "Non è necessario che diventi una Newkama! Ti adoreranno lo stesso, saresti un idolo!"
"Ne abbiamo parlato tante volte, è impossibile che io ti segua a Kamabakka" spiegò l'altra "Ho una ciurma e un capitano, ho dei doveri nei loro confronti! Cosa direbbero di me se non tornassi?"
"Quando ti metti in testa una cosa è davvero impossibile smuoverti, non è così? Non credevo di arrivare a dirlo, ma ci rinuncio: tu avrai pure a disposizione tutto il tempo del mondo, ad ogni modo per me non vale lo stesso e finirei per invecchiare prima di riuscire a convincerti. Cambiando discorso, ho appena realizzato che, in una settimana, ancora non hai mai risposto ad una mia domanda: cosa ci fai quaggiù? Un carcere di massima sicurezza non è certo il luogo migliore per una vacanza."
"Oh, non sono in vacanza. Anzi, oserei dire che non sono mai stata più impegnata, anche se è difficile a dirsi."
"Forse per qualcuno che non ti conosce, caramellina." rimbeccò Iva "Arrivi qui e dopo pochi giorni Impel Down cade a pezzi. Una coincidenza piuttosto insolita, non credi? Inizio a pensare che, durante i tuoi viaggi, ti porti dei guai per non annoiarti lungo la strada."
Artemis rise appena "Non c'è bisogno di portarmeli, sono loro a cercare me. Questi guai in particolare, ad essere sincera, sono effetti collaterali di cui non sapevo nulla. Credimi o no, sono venuta fin qui per Luffy dal cappello di paglia, per lui e nessun altro. Quel ragazzino per cui scalpitano nella sala affianco sarà la chiave di volta di processi inimmaginabili. Finora non ho mai incontrato nessuno di talmente importante. Credimi se ti dico che la storia verrà segnata dalla sua presenza. Se sia un bene o un male, ancora non so dirtelo, staremo a vedere, ma ho un buon presentimento."
"Potrei chiamarlo presentimento, ma sarebbe più corretto chiamarlo Time-time no mi, mi sbaglio?"
"In effetti, non ti sbagli" ammise la mora, portando alle labbra il bicchiere di vino che le era stato offerto poco prima.
La porta della stanza privata di Ivankov fu spalancata all'improvviso e Inazuma entrò, troncando a metà il discorso di Artemis.
"Iva-sama! Lui è qui!"
Il regino dei Newkama rivolse uno sguardo di intesa alla sua ospite, convinto che sapesse di quella comunicazione fin dall'inizio.
Normalmente, Artemis sarebbe stata felice di ricevere una notizia simile, se non altro perché confermava ancora una volta come le sue previsioni fossero sempre inequivocabilmente e indiscutibilmente giuste. Tuttavia l'elettricità nell'aria, il sangue sulla giacca dell'uomo-forbice e quella sua vocina interiore di cui andava tanto orgogliosa, le dicevano che stava andando tutto inequivocabilmente e indiscutibilmente male.
Certo, come se un'insurrezione a Impel Down, Barbabianca che si aggirava come un falco sopra Marineford e un combattimento tra due dei quattro imperatori non fosse una situazione da definire inumanamente difficile.
"Dispiace se dò un'occhiata?" Si limitò a chiedere timidamente "Me la cavo abbastanza bene con le medicazioni, potrei dare una mano."
"Vieni pure, caramellina." Sospirò Ivankov, lasciando con riluttanza la sua poltrona e avviandosi verso l'uscita della stanza "Ultimamente questo posto si sta facendo fin troppo affollato."
Il regino Newkama chiuse la porta alle sue spalle, non senza qualche borbottio, e i tre si avviarono così lungo le strette scalinate che portavano all'imboccatura del livello cinque. 


Artemis fissò interdetta i due corpi insanguinati che giacevano ai suoi piedi.
"Wonder-boy sembra coperto di...cos'è quel liquido? Acido? Ha l'aria corrosiva."
"È il veleno di Magellan" spiegò Inazuma "beh, uno dei tanti, perlomeno."
"Non sembrano neppure vivi" continuò lei, rivolta all'imponente figura avvolta in succinti abiti rosa e al suo secondo "Ma questo col cappello è sicuramente quello di cui parlavo poco fa. Potrei provare ad occuparmene io, se non ti andasse di darmi una mano, ma dovresti comunque ospitarmi per un altro giorno o due. Credimi, è davvero importante."
All'improvviso, quello avvelenato strinse la sua mano sulla caviglia di Artemis, attirando la sua attenzione. Era una presa davvero forte, per qualcuno in quelle condizioni. Lei gli si avvicinò, portando l'orecchio vicino alle sue labbra così che non si sforzasse troppo.
"Von-chan" riuscì appena a pronunciare con la gola riarsa dai gas del direttore della prigione "Lui si è battuto con i lupi per me. Dovete aiutarlo."
La figura al suo fianco sembrava priva di sensi, ma non c'era traccia di veleno sulla sua pelle. Nonostante il level five fosse una tundra gelata, l'uomo che Rose aveva identificato come Mr. Two Von Clay era nudo dalla vita in su. La pelle in molti punti era livida e il freddo ed i lupi avevano aperto diversi tagli.
"Aiutatelo, vi supplico" ripetè Luffy con determinazione.
Iva-sama sembrava sorpresa, rivolse loro uno sguardo interdetto.
"L'altro se la caverà ma, senza il tuo aiuto, Cappello di Paglia non supererà le prossime tre ore. Dipende tutto da te, Iva."
Per un istante, il regino tacque, rivolgendo ad Artemis uno sguardo indagatore, cercando consiglio in quella figura che, con gesti delicati, studiava un modo di trasportare Mugiwara senza ferirlo ulteriormente o restare bruciata dai veleni. 
"Portateli giù" sentenziò infine "Qualcuno si occupi di Von-boy. Per quanto riguarda l'altro, ci penseremo io e te, Artemis. L'unica possibilità sarebbe quella di un'infusione curativa, ma sono ormoni pericolosi: anche nella possibilità che riuscisse a sopravvivere, perderebbe dieci anni della sua vita e non sappiamo se guarirà del tutto."
Artemis sorrise, sollevando Luffy di peso come se fosse un fuscello. Lui non sembrò nemmeno accorgersene, ma un barlume di lucidità lottava ancora per non abbandonare il suo sguardo.
"Non preoccuparti. È una roccia: con il nostro aiuto se la caverà"
Solo una cosa sembrò oscurare per un istante il volto di Artemis: una sola parola che Luffy sussurrava tra i denti, quasi un riflesso condizionato. Lei sapeva bene a chi appartenesse quel nome, quella manciata scarsa di lettere. Lo ricollegava alle fiamme, al fuoco e alla lava. Lo ricollegava alla morte, alla perdita e al dolore.
"Ace."

[One Piece OC] FacelessNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ