Parte 17 - Playfair

47 6 3
                                    

Ana leggeva il giornale con interesse, nella calma del suo studio.
Non che fosse sua abitudine farlo, ma quel giorno in particolare era quasi certa che sua figlia stesse facendo altrettanto: non aveva avuto alcun dubbio al riguardo fin dal primo istante in cui i suoi occhi si erano posati sul titolo a grandi caratteri pece.
La notizia principale riguardava nientemeno che i recenti disordini nei pressi del sito interdetto di Punk Hazard.
Voci non confermate menzionavano l'intera ciurma di Cappello di Paglia e Trafalgar Law in persona tra le entità coinvolte, al punto che si stava già vagliando l'ipotesi di revocare a quest'ultimo il titolo di Shichibukai.
Proprio per questo aveva convocato Tamatoa appena avesse potuto, in modo da accertarsi che non ci fossero stati atteggiamenti strani da parte della sua protetta.
La donna non tardò a rispondere alla chiamata ed entrò silenziosamente nello studio di Sant'Ana solo pochi minuti dopo.
La nobile abbassò delicatamente le lenti fine e squadrate dei suoi occhiali, intercettando il volto spigoloso di lei.
"Come procede?" chiese, senza preamboli.
"La signorina Artemisa è tranquilla." dichiarò Tamatoa, adagiando una mano sull'altra davanti al suo ventre con fare posato "La situazione sembra essersi notevolmente semplificata, rispetto ai mesi precedenti. Credo sia entrata in una fase di accettazione.
Legge incessantemente e spaziando tra una quantità tale di argomenti che mi è difficile seguirla. Passa dalla geografia alla meccanica, studia trattati di filosofia, libri di fiabe e vecchi standard di comunicazione. La sua predilezione, tuttavia, sembra essere l'elettronica. L'altro giorno l'ufficio tributi accanto alla biblioteca aveva problemi con alcuni dei lumacofoni ed è intervenuta per assisterli."
L'ultima dichiarazione parve accendere un barlume di interesse nei sottili occhi di Sant'Ana. "Ha comunicato con l'esterno?" chiese, come se si trattasse di una blasfemia.
"No, ha lasciato ogni contatto in mano agli impiegati." chiarì la dama "Durante le operazioni ha rinvenuto una vecchia stazione di ricezione, tra ieri e ieri l'altro ha cercato di sistemarla e collegarla alle frequenze dei notiziari. Dice che così non le serviranno più i giornali."
"Assicurati che sia solo un dispositivo di ricezione." Si premurò "Se avessi dubbi, non esitare a richiedere un'analisi."
"Non temete, é già stato sottoposto a controllo: é tutto regolare."
"E quelle sue... crisi?"
Tamatoa sospirò, ricacciando una ciocca corvina dietro le orecchie.
"Ha ancora una forte tendenza ad alienarsi, mentre si occupa delle sue materie." disse "Tuttavia ha acquisito un ritmo sonno-veglia più regolare, anche se non sembra voler prendere l'abitudine di fermarsi per mangiare: spesso continua a studiare anche con il piatto davanti."
"Sono stati necessari altri calmanti?"
"Sempre meno spesso, fortunatamente."
"Ha avuto rimostranze?"
"No, nessuna. Si é lamentata solo quando ha terminato le letture nelle sezioni di suo interesse. Per compensare, ha chiesto un'introduzione al rammendo, che esercita solo sotto la mia personale supervisione, e ha preso ad analizzare anche gli archivi. Come le dicevo, non ha quasi altro scopo al di fuori dei suoi studi. L'unica eccezione pare essere Saint Mjosgard."
"Mjosgard?" le fece eco Ana con una nota di sorpresa, puntandole di nuovo addosso quei suoi occhi gelidi. "Elabora."
"Parlano molto. È l'unica persona con cui l'abbia vista scambiare più parole del necessario."
"Ci ha fatto... amicizia?" L'esitazione su quella definizione fu accompagnata da un'espressione di disgusto mista a scetticismo.
"Non userei un termine simile. Ma hanno sviluppato un'intensa collaborazione intellettuale. Credo che l'interesse di Artemis per le materie umanistiche sia volta ad avere argomenti di conversazione in comune."
"Altri eventi degni di nota? Reazioni insolite al giornale di oggi?"
La donna scosse il capo.
"L'ha a stento preso in mano. Diceva di voler finire una traduzione iniziata ieri. Non ha neppure acceso la radio."
"Allora torna da lei." La invitò la nobile "Non vorrei darle troppo tempo."
Tamatoa inclinò appena il busto in una reverenza silenziosa e abbandonò la stanza con falcate ampie e veloci, come se il demone del dubbio insinuatole da Sant'ana rischiasse di morderle i talloni.

"Sembrate molto presa, Artemisa" Commentò Mjosgard dal suo pianoforte, notando la velocità appena più marcata delle matite sui fogli "Niente radio, oggi?"
"No, non é giornata." Concluse lei, scrivendo rapida lettere su lettere in grafite luccicante, che si adagiava sul lato della sua mano come un guanto d'argento. "Preferisco tenere la mente piena."
"Ma come farete a guidarli?"
Quella domanda non aveva mancato di massacrarle le tempie un solo giorno, in quegli ultimi mesi.
Non aveva, alla realtà dei fatti, alcun modo per guidare i suoi figliocci, né Law né la ciurma a Zou. Poteva solo riservare loro una fiducia assoluta, cieca e irrazionale, contraria ad ogni sano principio di buonsenso. Quella fede era la sua unica arma e per fare sì che potesse ardere, non poteva far altro che soffocare i suoi fondati timori in un mare di lavoro talmente fitto da dimenticare perché lo stesse facendo.
"Caspita, che maestria! Io non ci riuscirei mai." esclamò Mjosgard, seguendo lo sguardo di Artemis che passava da un foglio di brutta copia a uno dei tanti libri della biblioteca, tornare al foglio di brutta e trascrivere rapidamente lettere a manciate su un terzo taccuino.
"È solo abitudine" mugugnò lei con fare concentrato, senza cedere di un battito.
WA. NO. KU. NI.
"Il difficile era trovare algoritmo e chiave. Ma i rapporti dei Marines usano password standardizzate e non più di una decina di algoritmi, anche questi sempre gli stessi. Con così tanta gente da coordinare, cambiare le regole è complicato.
Le chiavi solitamente erano combinazioni di luoghi e date. Questo algoritmo è solo alfabetico e, dato il fascicolo in cui era, il luogo non poteva essere che Wano Kuni. La vera domanda è cosa ci faccia qui una copia cifrata di un documento tanto personale."
Una parola dopo l'altra, le memorie di un vecchio samurai di quel regno lontano si dischiudevano davanti a lei.
Parlava di leggende del calibro di Barbabianca e di Gol D. Roger come fossero suoi vecchi amici, di quanto quelle persone e quei luoghi fossero diversi dalla sua terra, di quanto i confini di Wano avessero un bisogno disperato di essere aperti. Di quanta fame del mondo avesse e di quanto temeva che la sua assenza sarebbe stata una rovina, per tutta quella gente che vedeva in lui il leader che non voleva essere.
"Perché tanta attenzione per il diario di Kozuki Oden?" chiese Mjosgard, che l'aveva vista scervellarsi per giorni su quel singolo, striminzito rapporto. "Volete scoprire se contiene i segreti del One Piece?"
"Temo sarebbe chiedere troppo" rivelò Artemis "ma Wano è uno dei grandi misteri del mondo, conoscere qualcosa al riguardo sarebbe una ricompensa sufficiente. Tuttavia, finora questo diario mi ha molto delusa: parla di persone, di viaggi, ma raramente menziona casa sua, se non esprimendo il desiderio di aprirne i confini. Non apporta nulla di nuovo, sono informazioni a cui si arriva con qualche ricerca storica. In realtà, ho qualche dubbio sulla natura di questo manoscritto: sembra che alcuni passaggi siano totalmente mancanti, in alcune date fa riferimento a eventi di giorni precedenti che non ho letto. Temo sia stato censurato nella fase di cifratura."
"Oh no, niente di tutto questo" raccontò Mjosgard "Da che ricordo, i marines fecero del loro meglio per trascrivere il più possibile, ma quando scoprirono che Oden rivoleva il suo diario dovettero omettere molti passaggi. Questo é ciò che sono riusciti a trascrivere in fretta e furia dall'originale prima che il proprietario se lo riprendesse.
Fu cifrato con tutte le altre prove del suo fascicolo e archiviato alla sua morte, ma sono certo che questo lo sapete già. In effetti, non mi é difficile immaginare da dove venga la vostra familiarità con la crittografia." commentò l'uomo con fare esperto, a sminuire la smorfia infelice sul volto di lei, che chiuse il discorso con un deluso: "Una volta ero più brava."

[One Piece OC] FacelessWhere stories live. Discover now