Parte 9- La terra dei Santi

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NdA: ai tempi, la donna negli Heart Pirates non aveva ancora un nome e l'avevo "rinominata" Thalia. Ora che é uscito che il suo nome é Ikkaku, sto provvedendo a correggerlo 👀
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Gli spessi ricci della donna comparvero improvvisamente sulla soglia dell'officina, affacciandosi timidamente.
"Shachi, hai un momento?" chiamò piano. Il suo compagno a stento la sentì: la sua voce era coperta dallo stridio del ferro e calde scintille inondavano la maschera da saldatura. Appena lui sollevò il volto, riconobbe i tratti morbidi e le lentiggini di lei e le sorrise, accantonando gli attrezzi del suo lavoro.
"Ikkaku, sei tu!" La salutò "Posso esserti utile?"
"A dire il vero, si" ammise, entrando nella stanza facendo slalom tra i lunghi metri di cavi che si snodavano sul pavimento spoglio "Vedi, stavo leggendo il giornale e ho notato una notizia strana."
La ragazza gli passò un articolo fresco di stampa, la cui carta era ancora liscia e i caratteri di un nero vivido e lucido.
Shachi strinse gli occhi, man mano che scorrevano tra le righe "Non è possibile" sussurrò "Voglio dire, un evento del genere dovrebbe averlo previsto!"
"Sai com'è mama-Rose" sospirò Ikkaku "nemmeno lei può vedere ogni cosa. Spero solo che vengano a saperlo in tempo..."
"Certo, sarebbe un bell'inconveniente, ma sono certo che la notizia sarà già arrivata a Marijoa"
Lei sembrò rincuorata e sfoderò uno dei sorrisi più genuini e sollevati che Shachi avesse mai visto "Già, hai ragione. Ti lascio al tuo lavoro. Oh, a proposito!"
Shachi le rivolse un ultimo sguardo, osservando l'oggetto che gli porgeva e nascondendo poi il volto tra le mani.
"Non è possibile." Sospirò "Che ha quella donna di sbagliato?"
"Non ne ho proprio idea" rise lei uscendo e rigirandosi ancora la maschera di Artemis tra le mani "ma certamente deve essere stata parecchio nervosa per dimenticarsela. Dici che riusciamo a spedirgliela?"
"Nah, sono sicuro che si è già arrangiata...ma, dannazione, com'è possibile?!"

Artemis starnutì di punto in bianco, interrompendo per un attimo il suo estenuante ciclo.
"Visto? Hai preso freddo." La rimproverò Law. Lei, d'altro canto, riprese a tracciare lo stesso percorso tra la specchiera e la parete opposta, osservò per l'ennesima volta la maschera che lui le aveva portato con espressione perplessa e l'avvicinò al volto per qualche istante, solo per riprendere quella logorante routine dopo pochi secondi.
"Farai il solco, a furia di continuare" sospirò Law "Si può sapere che hai?"
"Ho che non è la mia!" Sbottò Artemis.
"La Kitsune è l'unica maschera che ho trovato in tutta la città. Se non ti va bene, puoi sempre metterti gli occhialoni con cui sei arrivata."
Artemis si fermò, guardò prima gli occhiali dalle lenti tonde e rossastre posati sul comò, poi Law e il muso di volpe dipinto a bei tratti rosso vivo sulla mezza maschera bianca, infine scosse con convinzione la testa "No, no, sono troppo esposta!"
"Avresti dovuto pensarci prima di lasciare la tua a casa. Come hai fatto a dimenticartela?"
"Che ne so? Speravo che le lenti fossero sufficienti. E ho messo in valigia quel che serviva e basta, non ha senso portarsi scorte inutili."
"Hai messo in valigia un numero esiguo di cambi estivi. Se non fosse stato per me non avresti neppure una felpa o qualcosa di caldo."
"E con ciò?" Chiese risentita, gettandosi sul letto della minuscola stanza d'albergo "Dobbiamo andare a Punk Hazard, è un'isola tropicale!"
"Non sei previdente" la rimproverò "e se dovessimo andare anche altrove?"
"Mi sarei arrangiata, come sempre"
Il Chirurgo sospirò ancora, aprendo una delle valigie e lanciando verso Artemis una sorta di giacca da camera.
"Non mi serve, adesso."
"Sì che ti serve, hai starnutito."
Lei strinse gli occhi, infilando la vestaglia più per far finire quella disputa che per vera convinzione.
"Non sono raffreddata." Concluse e, detto ciò, uscì in terrazzo, lasciando che il suo sguardo spaziasse sulla città.
Quando Law la seguì, lei aveva indossato la maschera e stringeva tra le dita una sigaretta con fare nervoso.
"Scusa, non sono in me. È che manca così poco e sono così nervosa. Ho paura di finire per rovinare tutto." 
"No, tu non hai paura di rovinare tutto." La corresse Law "Tu hai paura di ritrovare il tuo passato seduto a quel tavolo, non è così?"
"Anche" ammise. "Loro potrebbero non riconoscermi, ma io conosco loro e mi basta. Ho bisogno di bere qualcosa, qualcosa di forte e che mi dia abbastanza coraggio."
"Ho visto un locale che non pareva male, tornando dal centro. Ti va bene?"
Lei sorrise appena e prese il braccio che Law le offriva "Andata, fai pure strada."

[One Piece OC] FacelessWhere stories live. Discover now