20.

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Harry's Pov.

"Cazzo."

Non avrei dovuto alzarmi troppo velocemente, mi gira la testa e mi fa un male cane. Non ricordo un cazzo di ieri sera, l'unico ricordo è sfuocato: io con una bottiglia in mano di scotch.
Mi giro nel letto, ricordandomi solo adesso che mi trovo nel letto di un motel. Guardo l'orario: le 11:34. Ho guidato una notte intera da New York a Las Vegas, fermandomi in questo motel sul ciglio della strada.
Mi guardo intorno, le tapparelle della finestra sono chiuse e poca luce entra da esse. Meredith non è qui. Mi alzo dal letto, aprendo leggermente la porta ed uscendo dalla camera. Controllo il perimetro, ma non c'è traccia di lei. Mi metto una felpa grigia, dirigendomi lungo il corridoio dove ci sono le altre stanze del motel: la trovo seduta con le ginocchia al petto mentre tiene una tazza fumante tra le mani nel cosidetto "salottino".. c'è solo una puzza di merda qui. La felpa che usa è di un rosso sbiadito, scolorito. Le sta enorme come sempre, le maniche le arrivano sulla punta delle dita delle mani. Mi avvicino, cautamente, ringraziando dio qui non c'è nessuno. Tiene un'agenda nera tra le mani e una matita, appunta qualche cosa.

"Ciao." Sorrido.

Si volta con uno sguardo spaventato e, appena noto che sono io, si copre il viso con i capelli. Accenna un sorriso, riportando lo sguardo fuori dalla finestra: piove.

"Meredith." La chiamo.

Si gira verso di me. "Sì?"

"Cosa h,-"

Smetto di parlare quando noto che cerca di coprirsi ancora il viso. Si tortura la manica della felpa. Mi abbasso, tornando alla sua altezza. Cerco il suo sguardo ma lei scappa. Alzo esitante la mano, ma appena si allontana mi blocco. Si alza, cercando di scappare via ma afferro velocemente il suo polso. Sposto i capelli dal suo viso e ho come l'impressione che qualcuno mi abbia dato un pugno in pieno stomaco.
Ha il sopracciglio spaccato e un grosso livido blu/violastro sullo zigomo sinistro.

"Cosa è successo?" Sussurro.

Meredith's Pov.

Non l'avrebbe dovuto scoprire, non così. Il trucco non ha coperto un bel niente! Cosa posso dirgli?

"I-io sono caduta.. passerà, non è niente." Sussurro sorridendo leggermente.

La sua mascella si tende, i suoi occhi diventano più scuri.

"Dimmi la verità."

Sospiro, prima di iniziare a parlare.

* Flashback *

Quando siamo arrivati al motel sono appena le 6;45 del mattino, ho bisogno di dormire come si deve. Guardo l'orologio sulla colonnetta, notando che sono appena le 8:00. Harry è scomparso da quando siamo arrivati, così decido di alzarmi per andarlo a cercare.
Arrivo al tavolo del bar, è seduto lì e quaggiù non c'è nessuno.

"Harry..torna a letto." Sussurro
"È tardi e sei stanco. Abbiamo viaggiato una notte intera per arrivare qui."

Sospira, bevendo un sorso dalla bottiglia di whisky. Stringe le mani in due pugni.

"Forza dai.." lo incoraggio.

"Tu non mi dici cosa cazzo fare, non sei mia mamma zoccola!"

Mi urla contro e, nell'esatto momento in cui si gira, la sua mano entra in contatto col mio viso troppo forte. La botta mi fa girare il viso facendomi fare qualche passo indietro, porto la mia mano sulla guancia notando che mi esce sangue: un suo anello mi ha spaccato il sopracciglio.
Le lacrime riempiono i miei occhi, e mi giro per ritornare in camera. Tiro un sospiro di sollievo solo nel momento in cui so che lui è lontano da me.

* fine flashback *

Guardo Harry, che ascolta attentamente quello che ho detto; apre la bocca, richiudendola subito dopo senza che nessuna parola esca da lì. Mi fa male il cuore a vederlo così, ma il viso mi brucia da morire e il mio sopracciglio è gonfio. Mi ritrovo un livido viola e gonfio senza sapere il motivo.
Vengo distratta quando sento Harry andare via, lo seguo mentro lo chiamo ma non mi ascolta. Arriva in camera, afferra il suo borsone e mette le poche cose che ha uscito.

"Cosa fai?" Chiedo con affanno, guardandolo.

"Devo andare via, adesso."

Cammina per la stanza, prendenso le cose che gli servono. Si ferma solo quando tiro la sua felpa da dietro, abbracciandolo.

"Ti prego, non andartene. Io ho bisogno di te." Sussurro in preda alle lacrime, poggiando il mio viso sulla sua schiena.

Lo faccio girare verso di me, accarezzandogli il viso.

"Resta qui."

Harry's Pov.

"Resta qui."

Resta qui, resta qui, resta qui, resta qui.
Scuoto la testa, deciso ad andar via. Mi prende le mani, stringendole.

"So cosa stai pensando,-" sussurra. Guardo i suoi pozzi azzurri: lucidi e pieni di speranza. "Ma io di te mi fido ok? So che eri arrabbiato, non avresti fatto una cosa del genere se fossi stato in te. Non sono arrabbiata, fa solamente male." Sorride leggermente.

Alzo la mano, accarezzandole la guancia massacrata per un mio schiaffo. Parto dal sopracciglio, scendo sull'occhio, passando per la guance e finendo sulle sue labbra.
L'abbraccio d'istinto a me, forte, con la paura di perderla; sperando che capisca quanta ne ho.

"L'hai disinfettato?" Sussurro.

Scuote la testa, così le prendo la mano guidandola in bagno. La faccio sedere sul wc, prendendo le cose necessarie.

"Lascia che lo faccia io, per te." Sorrido.

[...]

Ho avuto il tempo di curare Meredith nei migliore dei modi, facendo attenzione a non pressare troppo.
Sorrido, posando l'ovatta sul mobiletto. Prendo un cerotto dal mio borsone, applicandolo con delicatezza all'angolo del suo sopracciglio.

"Finito."

Si alza, sorridendo leggermente, mentre esce dal bagno senza dirmi niente.
Cazzo, sono un cretino.
La seguo, vedendo che ha appena finito di bere un bicchiere d'acqua. Mi avvicino e, quando si gira, si sente piccola sotto il mio sguardo.

"Devo fare delle cose," annuncio. "Ma prima vorrei pranzare con te."

Mi sorride, annuendo, così prendo la mia camicia bordeaux e blu sulla sedia ed esco dalla stanza lasciandole il suo spazio.
Scendo giù, sedendomi in una sedia mentre aspetto. Qualche minuto dopo, spunta Meredith. I suoi capelli arrivano ai suoi fianchi, mentre il maglione che indossa ricopre anche il suo sedere. Mi sorride, il trucco ricopre il taglio ma non i lividi. La guardo mentre il mio cuore si restringe.
Mi porge le chiavi, gli occhiali e il portafogli che avevo dimenticato in camera. Mette le chiavi della camera nel suo zainetto, guidandomi fuori dal motel.

Ho un'idea per farmi perdonare devo metterla in atto adesso.

***
Non mi dilungo troppo, potrei annoiarvi! Vi dico solo che se arriva a 10 voti, pubblico il ventunesimo capitolo stasera.
Buona lettura. ❤

Al prossimo capitolo,
G xx

the bodyguard. |h.s|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora