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Dopo quella notte, Omund mi portava sempre al lago per insegnarmi a combattere, e a migliorare le mie abilità di caccia e combattimento. Era severo, ma allo stesso tempo saggio e preciso, e non tralasciava mai i dettagli quando spiegava. Era come avere un vero maestro.

Passarono tre giorni, quando Omund ritenne che ero pronta per fare la mia prima e vera caccia. Ovviamente non avrei cacciato in branco, non ero ancora pronta, ma un coniglio potevo buttarlo giù, anche se con grandi sforzi. In ogni caso, ero molto fiera di me stessa. Un traguardo simile voleva dire che stavo imparando ad abituarmi al mio nuovo corpo, molto velocemente... certe volte mi chiedevo se volevo davvero ritornare umana.

Qualche volta chiedevo a Omund se poteva insegnarmi a tornare come prima, ma lui cambiava spesso discorso, o mi spiegava che non ero ancora pronta per tale passo. A quanto pareva, per tornare umana bisognava sapere padroneggiare un incantesimo preciso, che i cuccioli imparavano durante la loro crescita, ma visto che quella era la mia prima trasformazione, ci avrei messo molto.

Invece con Sheila, ci passavo interi pomeriggi in cui tutte e due avevamo del tempo libero. Era una lupa sincera, forte, goffa e divertente e sì... ci capivamo. Tutte e due condividevano gli stessi disagi, le stesse paura, le stesse passioni e interessi profondi. Sia io che lei, avevamo notato un comportamento molto strano nei miei confronti, da parte dei lupi maschi del branco. Tutte e due avevamo notato, che molti ci seguivano e ci osservavano da lontano.

"Hai fatto colpo sui lupi del branco, Al!" diceva lei, per alleggerire la situazione, ma in realtà, sprofondavo nell'ansia e disagio ogni volta che mi accorgevo che ci seguivano. Non ero affatto abituata a certe attenzioni da parte dei maschi, e sapevo che prima o poi sarebbe successo qualcosa di sgradevole.

Proprio il quinto giorno nel branco, mentre camminavo in solitudine, ad un certo punto mi sentii afferrata per la collottola e trascinata via. Fui scaraventata a terra, dietro a dei cespugli alti e folti e realizzai all'istante che ero stata appena "rapita" da dei lupi del branco, con intenzioni moleste. Mi alzai velocemente, con la coda tra le zampe, e cercai di allontanarmi il più possibile, scontradomi contro uno dei lupi che mi stava alle spalle.

"Ehi, ma guardate un po' chi abbiamo qui!" Rise uno di loro. Aveva il pelo grigio e sull'occhio sinistro stava una cicatrice.

Ringhiai e mi misi in posizione di attacco, proprio come mi aveva insegnato Omund, anche se in realtà stavo morendo dalla paura e l'unica cosa che volevo fare era scappare e cercare aiuto.

"Qualcuno qui, fa l'audace!" Rise un'altro dei lupi dal pelo bianco come la neve.

Cercai di saltargli addosso per fargli capire che non scherzavo, ma lui si scansò in tempo, e mi morse il collo per sottomettermi. Cercò di tirarmi giù la testa con forza, in modo che non potessi contrattaccare o liberarmi. Omund mi aveva spiegato, che quando un lupo riusciva a farti abbassare il capo con o senza la forza, voleva dire che poteva avere il completo controllo su di te, perché voleva dire che eri "sottomesso".

"Vedi di non fare la difficile! " Ringhiò l'altro, in tono minaccioso.

Il mio cuore batteva così forte per lo spavento, che mi sentivo svenire da un momento all'altro.

"Bastardi..." sibilai, cercando di tirare su la testa, ma il lupo era troppo forte e stringeva la presa se tentavo di opporre resistenza.

Mi sentivo soffocare, mentre la morsa si serrava sempre di più, iniziando a farmi sanguinare il collo. La testa iniziò a pulsare e a fare male, mi avrebbero stordita di questo passo.

A mia sorpresa, il lupo mi mollò all'istante, facendomi cadere al suolo e dopo di che, sentii dei mugolii sofferenti. Mi accorsi che i lupi se ne erano andati via a gambe levate, lasciando delle scie di sangue.

BETA EYESWhere stories live. Discover now