Capitolo 19

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Capitolo 19

Marco sembrava fermamente convinto di voler far colpo sui miei genitori, che per la prima volta avrebbe incontrato assieme di lì a poco. Si era davvero tirato a lucido per l'evento vestendosi decisamente elegante e sistemandosi la barba subito dopo che era uscito dalla camera da letto. Capelli pettinati e tutto improfumato fu pronto per andare.

Io dal canto mio ero piuttosto contenta del fatto che stessimo incontrando i miei genitori e non i suoi, perché sapevo che mi avrebbero apprezzata anche se mi fossi presentata con una busta in testa. Infatti eravamo alquanto ridicoli messi vicini, visto che a differenza sua io indossavo un paio di pantaloni normalissimi e un maglioncino color panna.

Quando uscimmo dal suo cancello c'erano alcuni fan che lo attendevano –o meglio, che ci attendevano- visto che quando mi videro sembrarono tutti emozionati di potermi effettivamente vedere dal vivo.

-Oh Marco, che eleganza!- diceva qualcuno. Lui mi fece un sorriso smagliante, consapevole che gli altri avevano notato lo sforzo col quale si era meticolosamente preparato.

-Giulia, che bellina che sei- diceva qualcun altro. A me suonò decisamente strano, perché io non sapevo minimamente chi fossero quelle persone. Eppure apprezzai il fatto che ci fotografassero in estasi.

Forse l'intera cosa era proprio in questo: non ero infastidita che qualcuno potesse vedermi e commentarmi, perché ero pienamente conscia che Marco mi avrebbe amata al di là di quello che quelle persone potevano pensare di me.

-Dove andate di bello?- chiese un ragazzo osservando l'abbigliamento di Marco. Lui fece un'estrema faccia terrorizzata e i suoi fan risero sonoramente.

-Vado ad incontrare i suoi- si portò le mani sul volto e quelle persone rimasero di stucco –auguratemi buona fortuna, o per lo meno che suo padre non abbia un fucile sotto la giaccia- altra espressione terrorizzata ed altre risate.

Cominciammo a camminare in compagnia di quella gente che ora continuava a scrutarci in silenzio. Lui mi prese per mano e mi mostrò la lingua. Ero contenta che l'incontro con i miei lo avesse finalmente destato dal pensiero di Franz. Ora, a dire il vero, la cosa sembrava davvero irrilevante, come sarebbe dovuta esserla dal principio.

Prese un Car2Go sulla strada e ci infilammo in auto. Non aveva assolutamente intenzione di sciupare il suo look con una corsa in moto che ci avrebbe fatto arrivare tutti spettinati e infreddoliti. No, lui voleva essere perfetto.

-Si chiederanno se i miei genitori siano davvero due serial killer pronti a farti secco- dissi riferendomi a quanto aveva detto poco prima ai suoi fan.

-Almeno se non ne esco vivo sapranno dove andarmi a cercare- ridacchiò e partimmo. Gli ultimi fan che ci scattavano le ultime foto.

-Sei perfetto Marco. Ti adoreranno e lo sai- gli passai una mano delicatamente sulla guancia e lui sorrise tra sé e sé.

I miei genitori ci stavano aspettando in un bar nel centro di Milano, visto che da quanto avevo capito erano venuti per partecipare alla presentazione di un libro vicino a Piazza del Duomo. Né io né Marco eravamo agitati dal fatto che fossimo in pieno centro, in una zona dove le persone scorrevano a folle e fu bello non potersi preoccupare di cose del genere.

-Farfallina!- mi salutò mio papà non considerando molto Marco al mio fianco. Lui stava mantenendo una posizione rigidissima.

-Ciao pà!- gli dissi affondando tra le sue braccia. Lanciai un'occhiata a mia mamma che stava guardando Marco super sorridente non vedendo l'ora di poterlo tormentare per un paio d'ore.

-Signor Mancini, è un piacere- si fece avanti Marco verso mio padre senza alcuna esitazione non appena sciogliemmo il nostro abbraccio. Mio papà probabilmente stentava a riconoscerlo, perché la prima (e ultima) volta in cui lo aveva visto era stato quando tutto doveva ancora iniziare, quando per qualche minuto Marco era entrato in casa nostra a Torino prima che andassimo a Milano e in quella occasione Marco era un po' in incognito, con un'aria leggermente trasandata che tanto si differiva dall'immagine che dava ora.

-Oh, Marco. Finalmente ci rivediamo- gli sorrise stringendogli la mano –come stai?- gli domandò. Lui sembrò esserne sollevato.

-Molto bene, signore- disse lui. Era carino che fosse così impegnato ad apparire docile e pacato.

-Dammi del tu, Marco, per favore, mi fai sentire terribilmente vecchio- concluse.

Ora mia mamma non stava più nella pelle, perché finalmente avrebbe potuto vantarsi con gli zii di Bologna di averlo incontrato formalmente.

-Marco, ciao!- lo abbracciò e Marco non seppe dove mettere le mani. Era abituato ad abbracciare gente che non conosceva, ma quella era pur sempre mia mamma.

-Signora, buon pomeriggio- le rispose e lei gli rivolse un sorriso che nemmeno a me aveva mai rivolto.

-Tesoro, quando vuoi vieni da noi che ti facciamo mangiare le cose più buone che tu abbia mai assaggiato!- esclamò ed io alzai gli occhi al cielo. Mia mamma non sapeva decisamente cucinare e nemmeno mio papà, a dirla tutta.

-La ringrazio- disse lui.

Ci sedemmo in un tavolino in un angolo riservato e Marco cominciò a sembrare a suo agio. Il problema in quel momento era che i miei genitori nemmeno mi stavano considerando, visto che tutte le loro attenzioni erano su di lui. Ma non mi dispiaceva.

-Giulia non capisco davvero perché non ci abbia presentato prima Marco- disse mio papà e a lui scappò un sorriso. Mio papà si era dimenticato che ci eravamo frequentati solo per due mesi e poi boh, le cose erano andate avanti in maniera fin troppo altalenante.

-Beh, ora lo avete incontrato- dissi tagliando corto la cosa.

-Oh, Marco adoro Parole in Circolo! Da quando Giulia è andata via me ne sono impossessata completamente- la fulminai. Pensavo sapesse quanto odiassi quando qualcuno toccava le mie cose. Per di più su quel cd vantavo la firma più bella che avessi di Marco.

-Sono felice che le piaccia, è uscito davvero bene in effetti- ecco la modestia di Marco che cominciava ad uscire.

-Ed ora che fai?- gli domandò mio papà. Lui sembrò entrare nel panico.

-Io... sto lavorando alla seconda parte. Dovrebbe uscire a Dicembre. Abbiamo annunciato il tour e beh, ora non mi resta che sapere se Giulia vorrà venire a suonare per me nelle date- disse. Lo avrei ucciso. Io cercavo di evitare la questione come la peste, ma lui sembrava davvero ostinato a tornarci su ogni qualvolta poteva.

-Giulia, davvero?- chiese interessato mio papà –ma quando sarà il tour? Perché Giulia prima o poi dovrà tornare a Monaco- vidi gli occhi di Marco spegnersi al pensiero e mi diede un breve sguardo malinconico. Eravamo ovviamente consapevoli che tutto ciò che di bello ci stava accadendo sarebbe mutato terminati quei tre mesi.

-Infatti è solo un'idea. Credo sia una cosa che spetti solo a lei- disse. Notai in mio padre uno sguardo di apprensione quando Marco disse quella frase, come se si aspettasse di sentirsi dire qualcosa di estremamente egoista che non accadde, perché Marco mi stava mettendo di fronte ad una scelta che sarebbe spettata solo a me mettendosi completamente da parte.

-Allora vedremo poi cosa deciderai, farfallina- disse papà. Io non ne avevo la minima idea.

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A UN PASSO DA TE - UNO DEI TANTI SEQUEL || MARCO MENGONI FFDove le storie prendono vita. Scoprilo ora