Capitolo 27

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Capitolo 27

La settimana che iniziò dopo la domenica in cui salutai Cristina fu piena di ansie. Avevo deciso di non scrivere nemmeno un piccolo messaggio a Franz, tanto comunque non mi ero fatta viva per ben tre giorni con lui (anche se non mi ero ancora accorta che se ne fosse andato) e l'idea di dover partecipare a quel fantomatico Gala pochi giorni dopo non mi aiutava di certo.

Marco quel lunedì continuava a bombardarmi di messaggi chiedendomi se volessi prepararmi con lui usufruendo del suo staff di parrucchieri e truccatori, ma non volevo ancora saperne niente. Mi continuavo a chiedere se quando fosse iniziato il tour sarebbe stato così e se avrei retto la pressione. Marco non vedeva l'ora di sfoggiarmi come una sorta di trofeo al suo fianco e per questo mi voleva perfetta dal primo all'ultimo capello che avevo in testa, ma non era nel mio stile. In un certo senso avevo già deciso che quella sarebbe stata la prima e ultima volta in cui lo avrei accompagnato ad eventi del genere.

Stavo strimpellando il violino quando il nome di Marco comparve sullo schermo del mio telefono.

-Ma dove tieni il telefono? È tutto il giorno che cerco di contattarti- disse non appena sussurrai una sorta di 'pronto'.

-Mi stavo esercitando. Che c'è?- gli chiesi distrattamente posando lo strumento sul letto.

-Ma come 'che c'è?'. Ho visto che hai letto quello che ti ho scritto. Ti vieni a preparare con me giovedì o cosa?- disse con un tono vagamente disperato.

Che altra scelta avevo? Se anche mi fossi preparata per i fatti miei non avrei avuto la minima possibilità di raggiungere un livello di decenza mediocre, figuriamoci buono.

-Si, va bene- gli dissi.

-Che hai?- mi chiese poi –Non sarai mica in fissa per Franz?- continuò. Non lo sapevo nemmeno io a dire la verità.

-Non ho niente, davvero. Ah, Cristina mi ha detto di ringraziarti- continuai.

Rimase silenzioso, poi prese fiato.

-A te... ecco, starebbe bene se venissi da te per qualche giorno? Insomma, saremmo solo io e te- disse. Se me lo avesse detto qualche giorno prima sarei impazzita di gioia sentendo una richiesta simile, ma in quel momento –immersa in quella sorta di apatia- ne ero del tutto indifferente.

-Ma certo, vieni quando vuoi- commentai e poco dopo ci salutammo. D'altra parte Marco era la cosa più bella che mi fosse capitata e non dovevo giocarmela per qualche stupido pensiero.

Passai il pomeriggio a pulire casa da cima a fondo mentre mi chiedevo se avessi visto Marco arrivare quella sera stessa, ma quando mi ritrovai Andrea nell'androne fui colta da un senso di irrequietezza.

-Hai disinfettato camera sua? Io ci farei un pensiero- disse Andrea e la cosa mi fece sorridere anche se mi fece sentire alquanto stronza.

-Fino all'ultimo angolo- risposi.

Stavamo bevendo delle birre di fortuna alle dieci di sera quando arrivò Marco. Vista l'ora pensavo arrivasse il giorno seguente o comunque non in serata, ma fu bello averlo vicino.

Entrò e salutò Andrea più di buon umore di quanto mi aspettassi. L'idea che Franz non abitasse più lì doveva sicuramente renderlo allegro tanto da tollerare anche la presenza di Andrea.

Rimase con noi ancora una mezz'ora, poi tolse il disturbo.

Marco per quel suo periodo di permanenza di qualche giorno si era portato appresso una valigia enorme, simile a quella che avevo portato io a Monaco quando avevo lasciato Torino a Settembre. Forse avevamo due concezioni diverse delle parole "qualche giorno". Ci mise un secondo per trasferire il letto che fino a qualche giorno prima era appartenuto a Franz in camera mia, attaccandolo al mio creando una sorta di letto matrimoniale.

A UN PASSO DA TE - UNO DEI TANTI SEQUEL || MARCO MENGONI FFDove le storie prendono vita. Scoprilo ora