Capitolo 32
La mattina seguente andai a Teatro pronta ad affrontare con gloria i miei colleghi. Si era sparsa la voce che ero 'quella che sta con Mengoni' ed ora tutti mi osservavano piuttosto increduli. Chiunque per via di quelle voci aveva seguito il Gala in tv ed ora erano tutti perplessi guardandomi tornata alla vita di tutti i giorni. Quel giorno, a differenza della sera prima, indossavo i pantaloni della tuta e le scarpe da ginnastica perché i trampoli indossati per l'evento mi avevano causato un dolore allucinante ai piedi. I miei capelli erano legati in una coda alta, ma avevano mantenuto le onde perfette della sera prima, tanto erano stati cosparsi di lacca. Il mio volto era tornato ad essere rossastro e screpolato attorno al naso ed ero tornata ad essere la produttrice numero uno di fazzoletti sporchi a Milano. Insomma, quella mattina mi sentivo tanto Cenerentola che tornava ad essere la sguattera di sempre dopo il Ballo però, a differenza di quella principessa, tutti sapevano chi ero e la cosa era piuttosto fastidiosa.
Il professore polacco mi marcò con lo sguardo per tutta la lezione. Era pronto a rimproverarmi in qualsiasi momento ma non gliene diedi occasione.
-Signorina Mancini?- mi chiamò dopo la lezione, mentre cercavo di slittare silenziosamente verso l'uscita. Mi girai con la voglia di sorridere sotto ai piedi, ma feci lo sforzo di non apparire così stanca quanto realmente ero.
-Non la tratterrò a lungo- cominciò ed io fui certa che significava l'esatto opposto.
-Ah! Mi sono dimenticata di questi- lo precedetti prima che potesse continuare. Sapevo per cosa mi stava fermando, per la composizione che si aspettava di vedersi consegnata per quel giorno, anche se di tempo ce n'era ancora molto prima della scadenza.
Estrassi dalla borsa tutte e quarantasette le pagine che avevo composto il lunedì prima e lui rimase incredulo nel vedere tutto quel materiale.
-Io ecco... qualcosa ho fatto, ma non ho ancora deciso quali parti assemblare. Mi chiedevo se poteva darmi una dritta lei, perché io non so da dove cominciare- conclusi rapidamente mentre lui cominciava guardare i fogli in parte ancora su brutta copia o segnati su pentagrammi disegnati a mano.
-Lei è forse la persona più indecifrabile che abbia mai avuto tra i miei studenti- non era una novità. Chiunque mi considerava indecifrabile, illeggibile, incomprensibile: una marea di termini che significavano tutti la stessa cosa.
-Non riesco a capire come abbia fatto a produrre questo materiale in così pochi giorni. Ah, e ieri l'ho vista in televisione. Devo ammettere che se non avessero detto il suo nome e cognome avrei faticato a riconoscerla, ma ora sta qui con quasi cinquanta pagine d'Opera come se niente fosse- continuò. Non sapevo dove volesse arrivare, così attesi –onestamente, signorina Mancini, lei cosa sta studiando a fare qui da noi, se ora come ora potrebbe insegnare? Capisco che lei sia cresciuta nell'ambiente e che Mengoni sia un cantante, quindi musica a trecentosessanta gradi, ma lei ce l'ha nel sangue- lo presi come un complimento.
-Io...-
-Si, me l'ha già detto: l'ansia la rende creativa, ma questo... in ogni caso- e mi lanciò un'occhiata curiosa –controllerò questo materiale e mi consulterò con Rocchetti. Non ho intenzione di perderla di vista- concluse infilando il mio lavoro nella sua ventiquattr'ore. Mi anticipò e uscì quando ancora stavo metabolizzando quanto aveva detto. Non capivo davvero cosa ci fosse di così esaltante in quello che facevo, ma da qualche tempo a quella parte tutti volevano sapere di me, a partire dal Signor Alberto, il proprietario dell'Hotel in cui mi ero persa.
A casa mi buttai sul materasso. Marco era uscito ed io sentivo di aver bisogno di una sbronza il prima possibile.
"Birrozza?" scrissi ad Andrea, la cui risposta non tardò.
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A UN PASSO DA TE - UNO DEI TANTI SEQUEL || MARCO MENGONI FF
FanfictionSequel di "Uno dei Tanti"- vnuance