Capitolo 39

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Ciao a tutti. 

Mi permetto di ritagliarmi qualche riga prima del capitolo per dire brevemente il motivo per cui in questi mesi ho pubblicato poco: la mia vita ogni tot di mesi l'anno e per un tot di mesi, viene sconvolta completamente dal mio lavoro che -qualche volta- si presenta in maniera molto intensa e stressante, tanto da impedirmi di mettermi lì qualche oretta per buttar giù qualche capitolo. E' quello che è accaduto in questi mesi.

Vi chiedo di aver pazienza, perché d'ora in avanti avrò un sacco di tempo libero e l'attesa del #mengonilive2016 mi agita talmente tanto da riuscire a farmi concentrare sulla ff. 

Comunque, eccovi il tanto atteso capitolo. Presto arriverà anche il successivo.


Capitolo 39

L'idea che Marco stesse venendo a pranzo da noi costrinse mia madre in cucina per tutta la mattinata tra un'imprecazione e l'altra. Non si era sforzata così tanto nemmeno quando era il compleanno di qualcuno e fu strano pensare che si stesse dando tanto da fare per lui. Ero davvero felice che entrambi i miei genitori lo avessero preso in simpatia e che non lo detestassero a freddo come avveniva piuttosto comunemente tra fidanzati e genitori. Mia nonna, invece, sembrava pronta ad uccidere qualcuno. Non aveva fatto altro che aggirarsi per la casa con le mani dietro alla schiena commentando qualsiasi cosa capitasse sotto al suo radar o alla sua presa rachitica.

Eppure mentre la osservavo, così diversa ma allo stesso tempo così uguale all'ultima volta in cui l'avevo vista, due anni prima, mi convincevo che fossi il suo riflesso. Per carità, ero cresciuta sentendomi dire che ero uguale a lei da giovane, ma a mano a mano che scrutavo i suoi gesti mi convincevo che erano gli stessi che facevo io e, talvolta, mio padre.

Appena dopo esser uscita dalla doccia, quella mattina, mia nonna mi aveva quasi sequestrata decidendo da sé che doveva farmi una delle sue capigliature austriache che le avevano insegnato in collegio quando era bambina. Così ora mi ritrovavo con una mega treccia che raccoglieva tutti i miei capelli in un'aspirale che avvolgeva il capo. Quella era stata un'abitudine che si era presa quando ancora mi esibivo in Austria anni prima, quando il dress code mi imponeva un certo ordine –testa inclusa- e che forse era stato lo stesso motivo per cui ora andavo spesso in giro senza nemmeno pettinarmi. A dirla tutta sembravo una di quelle governanti anni trenta con quell'acconciatura, ma se quella capigliatura mi avrebbe evitato di litigare con mia nonna me la sarei tenuta senza farmi troppo problemi.

Marco varcò la soglia di casa mia verso l'una di pomeriggio scusandosi per il ritardo. Aveva da subito adocchiato gli spazi della casa alla ricerca di mia nonna e sembrò piuttosto sorpreso di notare che mia nonna era più alta di mio padre e meno vecchia di quanto si aspettasse.

Ora che sapevo che aveva avuto un lutto notavo come mai prima come il suo sguardo fosse triste e mentre lo stringevo a me speravo davvero di farlo sentire meglio. Credevo che sarebbe stato strano quell'istante, eppure sembrò estremamente naturale.

-Spero ti piacciano le melanzane, perché mia madre ne ha cucinate una valanga e infilate più o meno ovunque- gli dissi scherzando. Lui sorrise lanciando uno sguardo verso la cucina. Lasciai che sistemasse il suo borsone in camera mia e appena entrammo mi diede un bacio.

-Ciao piccola stronza- disse stringendomi a sé. Non mi mossi di un centimetro mentre mi stritolava in quell'abbraccio decisamente confortante –con sta treccia a centrifuga sembri uscita dal seicento- rise analizzando la pacchianata che avevo in testa. Alzai gli occhi al cielo e gli tirai un pugnetto sul braccio.

-Tu come stai?- chiesi e lui si rabbuiò immediatamente. Si morse il labbro inferiore e mi guardò negli occhi.

-Sono stato meglio- mi disse –questa settimana è stata un inferno e il firma copie di ieri un'agonia- continuò quasi sussurrando.

A UN PASSO DA TE - UNO DEI TANTI SEQUEL || MARCO MENGONI FFDove le storie prendono vita. Scoprilo ora