4.

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Herzebeth si buttò sul letto, guardando il soffitto illuminato dal debole chiarore della luna. Erano già passati due mesi da quando era entrata nel Tempio. Qui-Gon Jinn era andato via, insieme ad Obi-Wan, partiti per le Terre di Confine. E lei era lì, a leggere libri che non sarà mai tenuta a studiare e ad allenarsi con il Maestro Yoda, l'unico che la superava nel combattimento. Ammetteva che le mancava parecchio quello stupido di Obi-Wan. Non riusciva più a meditare in pace perché pensava continuamente a lui e a quel bacio che le diede per congedarla. Ed era stato formativo allenarsi insieme: ora lui conosceva ogni sua mossa, e viceversa. Se in futuro si fossero trovati a combattere insieme sarebbero stati in perfetta sintonia. «Se.», disse lei a voce alta, pensierosa.
Non si sarebbe di certo aspettata che una voce le rispondesse: «"Se" cosa, piccola Herzebeth?»
Scattò a sedere sul letto, terrorizzata, cercando con le mani la sua spada laser. «Cerchi forse questa?»
Un uomo con il cappuccio nero calcato bene in testa, dall'altra parte della sua stanza, le sventolò la sua spada laser. Herzebeth cercò di riprendersela usando la Forza, ma venne spinta via, sbattendo la testa contro il muro dietro il letto. «Pessimo errore ribellarsi, pessimo errore rifugiarsi qui, bambina.»
«Lord Maul...»
«Tranquilla, anche se sai che ho sempre voluto, non ti farò del male.»
«Non tornerò con te all'Accademia, non sarò mai più al servizio del Lato Oscuro.»
«Il tuo posto è lì, che ti piaccia o no.»
Il cervello della ragazza lavorava in fretta, gli occhi spaventati scattavano da una parte e dall'altra della stanza in cerca di una possibile via di fuga. Chiamare aiuto non sarebbe servito, Darth Maul avrebbe ucciso chiunque fosse accorso al grido. L'unica possibilità era la finestra, ma la sua era a picco sul mare, troppo alta, sarebbe morta di certo se si fosse buttata. Si voltò verso Lord Maul, che si era appena tolto il cappuccio, mostrando la sua faccia orribilmente dipinta con disegni tribali neri. Stringeva la spada della ragazza in una mano e la sua nell'altra, la temibile spada che lui stesso aveva costruito, con laser rossi da ambo le parti. «Hai ucciso qualcuno per arrivare fino a qui, Lord Maul?»
«Non ancora, ma non esiterò a farlo se non mi seguirai.»
Lei sorrise, aveva un piano: «Non ne dubito, conoscendoti. Rimani sempre un vecchio verme.»
«Verme? Ma sentila, la signorina che ha tradito l'ordine a cui apparteneva suo padre! E per cosa? Solo per salvare la vita ad un lurido Jedi bastardo e al suo piccolo allievo!»
«Ti hanno mandato a completare il lavoro?»
«Non ancora, ma stai pur certa che presto manderanno me o qualcun altro a farlo.»
«Dubito mandino te. Sanno bene quanto sei incapace.»
Darth Maul accese i laser della sua spada. «Attenta a come parli, bambina.»
«Altrimenti cosa? Mi uccidi?»
Sentì chiaramente il respiro del Lord farsi più affannoso per la rabbia. «Non puoi farlo, non puoi reagire.»
«Posso anche dire di averti trovata morta da qualche parte.»
Herzebeth sorrise. «Non mi fai paura.»
Lui, in balia dell'ira, tentò di attaccarla. Approfittando di questo momento di distrazione, la ragazza evitò il colpo che squarciò il letto e, con la Forza, recuperò la sua spada. «Non puoi sconfiggermi, ragazza, sono molto più potente di te.»
«Incorretto, Lord Maul. Tutti hanno sempre detto il contrario.»
Di nuovo attaccò la ragazza con violenza, che riuscì a parare ogni colpo, con difficoltà. Doveva ammettere che, in tutto quel tempo, era diventato un ottimo spadaccino. Lui continuava imperterrito con la stessa velocità. Herzebeth lo spinse via usando la sua Forza, facendolo andare a sbattere contro l'armadio, che si ruppe. Si rese conto che aveva pochissime speranze di uscire da un combattimento contro Darth Maul viva o con tutti gli arti attaccati al corpo. Trattenne un urlo quando la lama della spada di Maul la ferì di striscio al braccio, bruciandola, e prese una decisione. Parato un altro colpo corse verso la finestra della sua camera e si lanciò nel vuoto.




«Yoda! Perché mi avete richiamato, che cosa è successo?»
Qui-Gon era allarmato, affrettò il passo per raggiungere il Maestro Jedi, accanto alla porta aperta di una stanza. Obi-Wan corse verso di lui, rendendosi conto che quella stanza era quella di Herzebeth. «Che cosa le è successo, Maestro?»
«Giovane Padawan, ancora bene non lo sappiamo. Trovato solo questo, abbiamo.»
Qui-Gon entrò nella stanza, guardando il disordine che c'era, sconvolto. Si avvicinò al letto, tagliato quasi a metà, con i lati del taglio bruciati. «C'è stato un combattimento.»
Obi-Wan deglutì, inginocchiandosi di fronte al letto. «Anche... piuttosto violento.»
«Yoda...». Si bloccò. Non riusciva a pronunciare la domanda perché temeva la risposta. «Yoda, la senti ancora?»
L'ometto verde sospirò, appoggiandosi sul suo bastone. «Tremiti nella forza non sento, non si è unita al Lato Oscuro. Se sono venuti a prenderla solo per questo... non posso darti una risposta sicura.»
Un silenzio gelido calò nella stanza, Obi-Wan affondò il viso sul materasso del letto strappato. I vocii di qualche bambino che passava di fronte alla camera erano le uniche cose che indicavano che il tempo stava continuando a scorrere. Lì erano tutti immobili. Qui-Gon si passò una mano tra i capelli. «Non potevano ucciderla, a loro serve viva.». Non avrebbe dovuto portarla lì, non avrebbe dovuto lasciarla sola. «Non potevano ucciderla, lei non può essere morta.»
Yoda sospirò. «Tutto possibile per quelli contaminati dal Lato Oscuro è.»
Il Jedi si sedette a terra, con lo sguardo basso.  




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