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Stava ormai per tramontare il sole. Herzebeth faceva avanti e indietro di fronte ad Obi-Wan, che la guardava seduto sul divano. Osservò i suoi lunghissimi capelli neri: aveva due trecce ai lati del viso, il resto dei capelli era fermato in uno chignon che lasciava ricadere sulla schiena una lunga coda, fino al bacino. Entrambi non riuscivano a togliersi quello stupido sorriso sulla faccia.
«Ti, prego, siediti. Mi sta venendo il mal di testa a guardarti.»
Si fermò e, senza discutere troppo, si sedette vicino a lui, girandosi per averlo di fronte. «E' passato così tanto tempo, Obi. Dieci anni da quel giorno.»
«Perché sei andata via?»
Lei drizzò la schiena e assunse un'aria seria. «Non potevo restare, mi sentivo in qualche modo responsabile.»
«Tu non c'entri nulla.»
«Ti ricordi quando sono andata via dal Tempio, quindici anni fa?»
Obi-Wan appoggiò la testa sulla schienale, chiudendo gli occhi. «Nitidamente.»
«Quella notte Darth Maul, chi ha ucciso Qui-Gon, era venuto a prendermi. Ho lottato con tutte le mie forze per rimanere viva e intera. La bruciatura che ho sul braccio... è stata lui a provocarmela. Se avessi avuto riflessi un po' più lenti me lo avrebbe tagliato. L'unica cosa che potevo fare era scappare, così mi sono buttata dalla finestra e mi sono svegliata sulla riva il giorno dopo, lontana dal Tempio, non so come ma ancora viva. Ho ringraziato la Forza come Yoda mi aveva insegnato, ho raccolto le forze che avevo e sono corsa via. Mentre correvo verso la cittadina, tutta zuppa e con ancora addosso il vestito da notte, ho incontrato un pilota che stava per partire. Gli raccontai una storiella tristissima, non ricordo nemmeno quale, e lui, preso da compassione, mi invitò a salire a bordo e mi diede dei vestiti. Eravamo diretti a Tatooine. Il resto è troppo confusionario per ricordarlo, ricordo solo quando vi ho visti, dopo cinque anni.»
«Quando non ti hanno trovata il giorno dopo, ci hanno chiamati. Io e Qui-Gon siamo accorsi il più velocemente possibile, lasciando a metà la missione, affidata poi ad altri due Jedi. Mi ricordo la porta spalancata e la tua camera vuota, in disordine. Ma soprattutto ricordo quel letto squarciato. Non potevo dire con certezza se ti era successo qualcosa, le spade laser cauterizzano il taglio e il sangue non cola. Ma in qualche modo sapevo che tu eri ancora viva, lo sentivo. Sapevo che eri da qualche parte, sana e salva. Ma Qui-Gon... quando Yoda gli disse che non riusciva a sentirti e che non era certo che tu stessi bene si è seduto a terra, con lo sguardo perso nel vuoto. Per almeno un anno si è incolpato dell'accaduto, dicendo che non ti aveva protetta abbastanza.»
Herzebeth aveva gli occhi pieni di lacrime: «Non avrebbe potuto fare nulla, se fosse stato lì Darth Maul l'avrebbe ucciso, davanti ai miei occhi.»
«Mi manca.»
«Lo so, Obi. Manca anche a me.»



Il sole era calato e tutti si dirigevano verso la grande sala da pranzo per cenare. Nessuno dei due, però, aveva la forza o la voglia di alzarsi dal divano. Ricominciarono a parlare del più e del meno, di come Obi-Wan avesse superato gli esami e di come Herzebeth fosse tornata dalla Regina Amidala, poi nominata Senatrice. Quando scoprì che la vera regina era Padmé e non Sabé tirò un sospiro di sollievo. La vera Regina Amidala era dolce e disponibile a fare amicizia con la ragazza che aveva badato al piccolo Anakin. Herzebeth le raccontò come aveva conosciuto la madre Shmi e come aveva convinto Watto a trattare bene sia lei che il bambino. Erano diventate buone amiche e le confessò che in dieci anni lei non fece altro che pensare a quel bambino che avevano liberato dalla schiavitù a Tatooine, ad immaginare come fosse diventato dopo tutto quel tempo. «Non hai visto i suoi occhi quando ha rivisto Anakin. E lui, in ascensore... mi aveva messo una terribile ansia addosso con quell'agitarsi, fidati!»
«Beh, sono comprensibili. Così innamorati e separati per dieci anni...»
Rimasero un po' in silenzio. «Herzebeth, non c'è giorno che non ti abbia pensato in dieci anni.»
Lei aveva lo sguardo fisso sulla finestra, dove le punte dei palazzi si illuminavano e il traffico incominciava ad aumentare. Non gli rispose, allora lui continuò: «Non ho mai pregato la Forza come Yoda mi diceva sempre di fare, ma in questi dieci anni ho pregato, pregato perché tu tornassi da me. Perché quella bellissima ragazza dagli occhi azzurri che ha graziato me e il mio Maestro quel giorno tornasse. E ora che sei qui... sento che non riuscirei più a lasciarti andare.»
«Io sento che ti stai agitando.»
Lui si alzò e si mise di fronte a lei, prendendole il viso tra le mani. «Herzebeth, io ti...»
«Zitto, no.» Si scostò, alzandosi. «Obi-Wan, sei un Jedi. I Jedi non possono provare rabbia, odio... amore.»
Lui si limitò a guardarla andare via, per poi girarsi e respirare profondamente. «Ricordi quel bacio sulla guancia che mi desti quand'eravamo ragazzi, prima che partissi con Qui-Gon per le Terre di Confine? Io sì, perfettamente. Non ho fatto altro che ripensarci per cinque anni. Quando ti rividi a Tatooine ho desiderato ardentemente che tu lo rifacessi. Dopo che mi ero ripresa da quel veleno, tu ti sei avvicinato. Eravamo lì, vicini, soli. Quell'immagine mi ha tormentata per anni. Quando me ne sono andata, dopo pochi minuti ho sentito una stretta al cuore: non ti avrei più rivisto, di nuovo. Ma eccoti qui, per la seconda volta. Non ripeterò più il mio errore.»
Si avvicinò a lui e gli accarezzò la guancia. «Sei la mia casa, la mia famiglia, ciò che ho di più caro. Lo sei sempre stato, Obi-Wan, da quindici anni. Lo sei sempre stato...»
Lui la prese e la strinse a sé, restando così per minuti che sembrarono eterni. Infine lei parlò: «Non dovresti provare tutto ciò.»
«Non si può rinnegare l'amore per sempre. Ti distrugge più di quanto possa distruggerti l'accettarlo.»
Affondò la testa sulla sua spalla e sentì che Obi-Wan aumentò la stretta, come se fosse in cerca di approvazione. «L'attaccamento provoca gelosia, la gelosia è l'ombra della bramosia e...»
«E la bramosia conduce al Lato Oscuro.», terminò la frase lui. La conosceva fin troppo bene. «Non darmi motivi per essere geloso, allora.»
Lei lo guardò: i grandi occhi azzurri luccicavano dalla felicità, finalmente, dopo tanto tempo. La sua bocca si aprì in un sorriso e le venne spontaneo imitarlo. «E' da tanto, allora, che Yoda non rinnova le sue frasi, eh?»
Risero entrambi senza sciogliersi dall'abbraccio.
«Non andremo oltre.», disse poi, con un velo di tristezza, Obi-Wan.
Herzebeth annuì. «Sarebbe pericoloso.», continuò lui.
Lei annuì ancora. «Ciò non vuol dire che io non desideri andarci.»
Un altro movimento della testa per indicare che aveva capito, poi parlò: «E' la cosa più giusta da fare. Ma ora aspetta, non andartene. Stringimi ancora un po'.»


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