Capitolo 5.

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«Harry, mi spieghi cosa diamine ti è saltato in testa?» sconfortato Ron passava da un punto all'altro della camera da letto che i due condividevano attendendo risposta dal suo amico.
«Per l'ultima volta Ron, non so a che ti riferisci»
Era l'alba e a causa di Ron che non aveva chiuso occhio tutta la notte Harry si ritrovò già fuori dal letto pronto a vestirsi per scendere a lezione con piu o meno due ore di sonno a causa di questo e ai pensieri che riguardavano il giorno precedente non riusciva a tenersi abbastanza attivo per riuscire a decifrare cosa volesse l'amico.
«Non dovevi farlo!» Continuò l'amico che ad ogni passo sentiva l'agitazione ribollire sempre di più.
Harry proprio non riusciva a capire, cosa aveva fatto il giorno prima?
Per primo aveva recuperato i ricordi di Lumacorno e oggi stesso sarebbe andato da Silente per mettere in chiaro la faccenda. Escludeva che questo turbasse l'amico, dopotutto quando Harry per cena raccontò tutto entrambi i suoi amici apparivano entusiasti, Silente aveva ordinato a Harry di rivelare solo a loro tutto ciò che da quel punto in poi avrebbe saputo e questo li rese ancora più orgogliosi. Quindi no, il motivo non era di certo questo.

Aveva raccontato loro di Malfoy, o meglio, Harry non se la sentiva proprio si raccontare tutto ciò che era successo, che poi in realtà non era poi molto, ma anche solo una cosa banale come il cercare di essere pacifici e comprensivi con quello che era sempre stato un nemico non poteva essere visto come una buona cosa, comunque a Hermione e Ron rivelò solamente di averlo visto piangere per qualche compito difficile e che ciò lo turbava.
Non disse neppure che era stata la Felix Felicis a guidarlo da Malfoy, non sapeva perché ma Harry aveva paura di quello che le solite risposte saccenti di Hermione potessero rivelargli.

Il resto della giornata Harry lo passò in camera, aveva provato ad andare da Silente ma lui stranamente era partirto per uno dei suoi misteriosi lavori fuori da Hogwarts. Harry in realtà dubitava che fosse già tornato ma lo sperava dato che non credeva di avere in nervi saldi per aspettare fino al prossimo incontro, iniziava a pensare che il sabato era stato scelto non per comodità di Harry..ma dello stesso Silente.
Non c'erano altre cose fuori dal normale che fece quel giorno quindi optò per l'argomento Malfoy.
«Senti Ron, stavo solo constatando cosa stesse succedendo, dopotutto è umano anche lui» disse esasperato mentre finiva di allacciarsi le scarpe.
Ron si fermò dalla sua marcia ansiosa e fissò Harry confuso aggrottando le sopracciglia «Ma di che stai parlando?»
«Malfoy..tu non..?» Harry gli rivolse un'altrettanto sguardo confuso, poi sbuffò stufo e un pò a disagio. «Vuoi dirmi a cosa diamine ti riferisci?»
«Alla lettera! Hai detto ad Hermione che io dovevo darle qualcosa e adesso non mi lascia scampo, non sono sicuro neanche di volerla incontrare a colazione, perché l'hai fatto?»
In un primo momento non capì poi man mano i suoi ricordi
si fecero più chiari nella sua mente, la Felix non l'aveva solo portato da Malfoy, ancora prima aveva fatto un bel guaio.
«Oh» imbarazzato si passò una mano dietro la nuca «Bhé Ron, ero sotto l'effetto della Felix Felicis quando avevo riferito la cosa ad Hermione..ciò significa che è la cosa giusta da fare no? E poi tu non volevi consegnargliela?»
«La cosa giusta per te forse, lo sai che ho bisogno dei miei tempi per queste cose e con l'insistenza di Hermione finisco per rovinare tutto»
«La cosa giusta per me?» Harry si concentrò solo sulla prima parte della risposta fornita, forse non doveva badarci troppo, infondo sapeva quanto Ron fosse suscettibile ma quella discussione iniziava a irritarlo.
«Si dia il caso che quello che ha una cotta per Hermione sei tu, quindi perché dovrebbe essere la cosa giusta per me?»
«Chiedilo alla Felix, quella porta fortuna a chi la beve no? Non vedo cosa possa centrarci io.» riprese a procedere a spasso spedito avanti e indietro nella stanza «Magari anche tu provi qualcosa per lei e non lo sai ancora, magari l'amortentia mostrava il suo profumo e tu abituato a sentirlo tutti i giorni non ci hai fatto caso.»
«Impossibile, conosco quel profumo.»
Ron si fermò un'ultima volta proprio davanti a quello che pareva ormai definirlo il proprio contentende in amore e inarcò un sopracciglio come per dire "che mi nascondi?".
Harry scosse semplicemente la testa sperando di non toccare nuovamente quel tasto, esattamente non capiva cosa stesse provando ultimamente. In poco tempo un semplice profumo gli aveva annebbiato le idee e schiarito gli occhi, non sapeva molte cose ancora, non sapeva nulla in effetti.
Se Hermione non avesse spiegato il significato di quella pozione ora si sarebbe sentito allo stesso modo? Avrebbe continuato a non notare nulla puntanto dritto per la sua strada? O ancora, avrebbe ancora pensato alla faccenda ogni minuto della sua giornata? A Malfoy?
Per quanto odiava ammetterlo Harry non poteva negare che quel profumo fosse legato al ragazzo che fin ora aveva odiato di più al mondo, non dopo averlo sentito tanto da vicino.
Ma Harry non poteva provare attrazione per Draco; Innanzi tutto era un ragazzo ed a Harry non risultava aver mai avuto attrazione per un ragazzo. Secondo, Harry provava ancora dei sospetti sul Serpeverde, stava tramando qualcosa e ciò che lo preoccupava maggiormente era che Malfoy non lo negasse.
D'altro canto Harry solo il giorno prima aveva visto in Draco un aspetto che mai avrebbe immaginato di vedere, ciò fece abbassare le sue difese e senza saperlo aprire un pò di più il suo cuore.
«Ron ascolta, la pozione porta fortuna a chi la assume ma ciò non significa necessariamente che qualsiasi cosa viene fatta per scopo personale, magari era semplicemente la cosa giusta da fare sapendo che una delle cose a cui tengo più al mondo siete voi ciò significa che la vostra felicità è la mia. Di conseguenza la vostra fortuna è la mia» Harry era sincero nel dire quelle parole di consolazione per l'amico e più andava avanti con la teoria più se ne convinceva infondo la magia non va mai interpretata letteralmente e quello senza dubbio era uno di quei casi.
Ron strinse le labbra e guardò il suo compagno di stanza con occhioni colmi di sensi di colpa, provò a dire qualcosa ma quello che ne usciva era una sorta di balbettio incoerente perciò senza spendere troppo tempo corse ad abbracciare Harry che felice aveva ricambiato con delle pacche sulla schiena, dopodiché finalmente Ron si decise a parlare «Mi dispiace, sono stato uno stupido a dubitare di te...è solo che..lei mi piace davvero tanto.»
Harry strinse vigoroso la stretta prima di discostarsi dall'amico e gli indirizzò un sorriso smagliante «Lo so bene, ma dovresti deciderti a darle la lettera, prima che cada in grinfie sbagliate»
Ron indirizzò lo sguardo verso la lettera sul comodino, gli si leggeva l'ansia fin sopra la punta dei capelli rossi «Ok. Lo farò...Ma a proposito di grinfie sbagliate, dovremmo continuare il discorso Malfoy con Hermione.»
Il smagliante sorriso di Harry si spense in meno di un secondo sentendo nominare Malfoy e al suo posto prese spazio nel suo viso un colorito rosato.
«In che senso "discorso Malfoy"?»
«Hai detto che parlava di un compito difficile no? Io direi di indagare, chissà cosa ha in mente per metterci nei guai»
«Non so Ron, ve l'ho detto..non sembrava affatto felice di quello che doveva fare..Magari non è lui il problema.»
«Si, e io sono il cocco di Piton.» rispose Ron sarcastico pensando ancora alla consegna extra datagli per punizione. «Harry, fin da quando hai origliato sull'Hogwarts Express eri convinto che stesse tramando qualcosa, non ti farai ingannare da un paio di lacrime vero? A parer mio è tutta una farsa»
«Per prima cosa il cocco di Piton sarei io» scherzò a sua volta «E poi anche se fosse, come poteva sapere che io stessi per passare di li?»
Harry se pur dubbioso doveva ammettere che la teoria di Ron non poteva essere esclusa a priori.
E se puntando sulla propria difficoltà nel misterioso compito Malfoy avesse fatto in modo che un certo Grifondoro dal cuore generoso abboccasse come uno stupido all'amo? In fin dei conti gli avevano sempre detto che era simile a Silente per la purezza del suo animo che gli permetteva di dar sempre seconde possibililtà a chi magari non se le meritava; Dicevano essere una dote valorosa certo, ma anche una dote che l'avrebbe portato alla morte.
Ma nonostante questo non voleva credere che Malfoy stesse fingendo, aveva visto il suo sguardo, sentito la sua voce e nessuna delle due cose c'era traccia di falsità, al contrario per un ragazzo dei suoi livelli doveva essere proprio dura farsi vedere in quelle condizioni o almeno così pensava.
Inoltre Ron non aveva idea della discussione intrapresa quella sera, neppure che il "fantastico cambiamento" che Ron ammirava era dovuto proprio alle parole di Draco che lo avevano colpito in un modo impressionante e consapevole.
Le parole erano sempre stata un punto forte per i Serpeverde, erano manipolatori nati e non bisognava mai cascarci in pieno.. ma una cosa sui Serpeverde Harry l'aveva capita: È vero che sono i maestri nel raggiro ma questo vale solo per ciò che non tocca i loro sentimenti. Harry aveva preso coscienza di ciò proprio in quel bagno, Draco si era sempre mostrato una maschera di acidia senza cuore
bravo nel raggirare senza troppe misure, lui come tanti altri serpeverde di sua conoscenza.
Ma non appena la maschera viene anche solo scostata lasciando intravedere ciò che c'è dentro, il loro viso diventa una quantità incredibile di espressioni che accompagnano a braccetto le parole. Nel suo viso aveva visto Rabbia, Rancore, Paura e molto altro che non riusciva a decifrare perché di nuovo "puff" ecco rimessa la maschera.


Harry sapeva che tutte quelle cose Ron non poteva capirle, e non ci sarebbe riuscito neanche lui se non l'avesse costatato con i propri occhi e con le proprie orecchie, ma una cosa che gli saltò in mente poteva dirgliela in modo da poter far vedere il suo punto di vista.
«Mirtilla» iniziò «Lei sa benissimo chi soffre davvero e chi finge, non credo che lei sarebbe stata lì per lui se pensasse che combinasse qualcosa di losco...e poi andiamo ce ne vuole per essere consolati da Mirtilla..»
«Mirtilla è fuori di testa e SOLA perfino Malfoy le andrebbe a genio pur di trovare qualcuno con cui deprimersi»
Come previsto da Harry era inutile provarci, ma comunque ne avrebbero parlato lo stesso più tardi e magari con Hermione qualche soluzione ragionevole sarebbe saltata fuori «Amico, seriamente stai difendendo Malfoy?» interruppe i suoi pensieri Ron prima che potesse dire la sua.
«Sto solo ragionando cosa ho visto tutto qua» decise che la risposta per chiudere la faccenda al momento fosse una mezza verità. Sperava solo che il compito di Draco non fosse davvero nulla che contraddiceva quel suo viso inerme del giorno prima.

"Come facevo ad essere così di coccio qualche giorno fa?" Era ciò che Harry si ripeteva barbottando tra sé e sé mentre camminava per i lunghi corridoi che portavano allo studio di Silente dopo aver fatto colazione. È vero, continuava ad avere mille dubbi per la mente ma almeno adesso riusciva a guardare oltre le apparenze almeno un pò o almeno si sforzava di farlo, ma Ron.. lui non avrebbe mai accettato che Draco fosse umano nemmeno se gli si fosse inginocchiato davanti chiedendo perdono per tutte le scocciature recate in passato. Magari aveva ragione però, magari stava sbagliando tutto.
Con questi pensieri voltó l'angolo e arrivò di fronte all'ufficio, ma prima ancora che potesse avvicinarsi all'ingresso per proninciare la parola segreta la professoressa McGranitt tagliò la sua strada «Signor potter, si può sapere perché si aggira nei pressi della presidenza in assenza del preside?» aveva uno sguardo duro tipico di chi era appena uscita da una discussione accessa.
«Professoressa è sicura che Silente non ci sia? sembra fuoriosa.. è successo qualcosa?» Quando l'unica risposta che ottenne fù "questi non sono affari tuoi" espresso chiaramente da un'occhiataccia poco rassicurante optò per un'altro tentativo «Almeno può dirmi dove si trova?»
«Dove si trovi, solo Merlino lo sa. Sono stufa di prendere le redini in questioni assurde in sua assenza, non quanto abbiamo il campionato di Quidditch alle porte, non è così lontano come sembra Potter e questanno dobbiamo stracciare il professor Piton costi quel che costi.» Disse tutto in tono agguerrito, digrignando i denti e diventando rossa dalla rabbia. Qualunque cosa fosse successa Harry era certo che centrasse Piton e questo bastava per darle il pieno appoggio senza chiederle nient'altro, l'unico problema stava che Harry ultimamente non aveva proprio la testa per dedicarsi allo sport ma questo non voleva darlo a vedere dato che molto probabilmente la McGranitt lo avrebbe schiantato. Si limitò ad annuire e girare i tacchi verso il dormitorio pensando di non tornare fino all'ora stabilita per le lezioni private, tanto aveva la sensazione che Silente si sarebbe fatto vivo solo in quei momenti.
Ma poco prima che andasse via venne bloccato un'altra volta.
«Domani discuteremo delle tattiche, ho qualche idea per voi ragazzi»
Harry sembrava perplesso. Per quanto la professoressa avesse a cuore il Quiddich non aveva mai parlato di tecniche e raduni in sua presenza, aveva sicuramente in mente qualcosa.
«Domani?» ripeté Harry.
«Sveglia Potter, domani, Hogsmade. Ricordi? I prefetti Hanno appeso le comunicazioni ieri sera per la visita, e si Potter domani. Non credo sia sicuro parlare di tattiche tra le mura scolastiche.»
Peccato che Harry la sera prima era troppo impegnato a pensare ad un Malfoy in lacrime per stare attento alle comunicazioni dei prefetti e peccato ancora che Harry non fosse per nulla entusiasta all'idea di parlare di strategie sopratutto perché essendo ormai il capitano indiscusso doveva dedicarsi davvero duramente, tra le altre cose a cui era impegnato.
Era così stressante essere Harry Potter.

*Angolo Autrice*
Vorrei chiedervi scusa perché nonostante il ritardo il capitolo non è un granché.. ma tra scuola e famiglia sto avendo un pò di problemi, spero che abbiate pazienza e che i prossimi capitoli possano man mano piacervi sempre di più. ^_^

Amortentia. - Italian Drarry Fanfiction.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora