Capitolo 15

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Tutto nella stanza delle necessità si era bloccato per pochi istanti, solamente il rumore del gocciolio sulle pagine ingiallite facevano da eco nell'aria.
-Quello è Veritaserum- disse Draco portando il suo sguardo disgustato sulla pozione appena infranta.
-Come fai a dirlo? – rispose Harry di rimando, prendendo il libro fradicio tra le mani.
-Ti prego, sono il migliore a pozioni, so riconoscere una pozione di quel calibro quando la vedo.-
Harry non seppe come controbattere, perciò Draco si infuriò ulteriormente.
-Mi disgusti, non ti sei mai fidato di me. Il veritaserum è un preparato che richiede mesi di preparazione, ed ora, secondo i tuoi piani pronta per essere utilizzata-
Harry si sentì ferito per le parole di Draco, era vero che inizialmente non si fidava troppo, ma non era mai arrivato al punto di pensare alla veritaserum. Adesso se era arrivato a quel punto era tutta colpa delle sue ovvie azioni. Avrebbe potuto rivelargli del libro del principe mezzosangue, ma lui era venuto lì per nasconderlo e non era tanto stupido da capire che non doveva essere argomento da trattare con chiunque.
Indietreggiò d'istinto e andò a sbattere contro l'armadio alle sue spalle.
-Fa Attenzione! - si lasciò sfuggire Draco tendendo le braccia in avanti.
Harry lo guardò, assottigliando lo sguardo incuriosito.
-Cos'è questo, Draco? -
-Sei cieco o cosa? È un armadio, e dire che porti pure gli occhiali, quattrocchi-
-Non è un semplice armadio- constatò lui.
-Che sciocchezze stai dicendo? – controbatté lui a disagio.
Harry osservò meglio l'armadio, era familiare, di certo lo aveva visto da qualche altra parte. Ignorando le parole di Draco, aprì un anta aspettandosi qualcosa nascosto al suo interno, ma questo era vuoto, se non per una mela verde. Si sporse maggiormente dentro e ricordò, nei suoi ricordi era più grande e imponente e perfino più macabro, questo perché la prima volta che lo vide, Harry aveva solamente dodici anni, era l'armadio in cui si nascose da Magie Sinister per nascondersi e origliare proprio Draco Malfoy.
-Che cosa ti serve un oggetto preso da quel negozio? E soprattutto come hai fatto a portarlo fin qui? -
-Non so di che stai parlando-
-Non mentirmi! Non puoi nascondermi qualcosa così importante, ti ho dato fiducia Draco, nonostante il marchio confidavo in te, sapevo che non potevi mai far del male seriamente a nessuno. E allora come mi spieghi una cosa del genere qui ad Hogwarts, e di te che sparisci per occuparti di questa cosa. -
-Mi hai dato fiducia? - ripeté Draco indignato - in questo modo? -
-Draco, non cercare di alimentarmi ulteriori sensi di colpa, sono stanco dei tuoi giri di parole e dei tuoi furtivi segreti–
–Smettila di sentirti migliore di chiunque altro e quello che chiedi forse sarà possibile, anche tu nascondi "furtivi segreti", cos'è quel libro che cerchi tanto di nascondere?–
Draco al suo solito prese la palla in balzo per mettere Harry con le spalle contro il muro con le sue constatazioni.
–Qualunque cosa io possa fare non potrà mai mettere in pericolo intenzionalmente la vita delle persone, non sono io quello con il Marchio Nero inciso sul braccio–
–Stai frequentando me, non è un pericolo abbastanza grande da mettere in repentaglio la vita delle persone?–
–Dimmelo tu–
Draco scosse la testa, come per affermare che chi gli stava di fronte non potesse mai capire il proprio pensiero, una causa persa. –Continui a farmi la morale, ma tu sei esattamente come me.–
Harry iniziò a spazientirsi, strinse la presa sul libro, se colpirlo nelle sue incertezze era quello che voleva fare, ci stava riuscendo. –Adesso basta, sono stufo delle solite inutili chiacchiere. Se non vuoi dirmelo tu, troverò comunque il modo di scoprire cosa sia quell'affare, mi basta mandare un gufo ad Hermione, lei sicuramente lo saprà e capirà perfino le tue intenzioni-
-Non lo farai- rispose con un soffio di fiato, era ormai nero di rabbia, le sue mani tremavano senza controllo nel tentativo di recuperare la sua bacchetta.
–Hai intenzione di fermarmi? Per quale motivo? Pensavo non stessi facendo nulla di male e che fossi io a non capirti–
Draco non ci vide più, afferrò la sua bacchetta e la puntò contro Harry –Harry ti avverto, non dire un'altra parola–
Harry puntò il suo sguardo sulla bacchetta puntata dritta in mezzo agli occhi, era stupito e amareggiato per quella mossa, ma decisamente ancor più furioso.
–Altrimenti?–disse tenendosi pronto a sfoderare la bacchetta.
–Altrimenti sarò costretto a tapparti io quella tua lurida bocca–
–Ti è piaciuto baciare questa lurida bocca però, o non dirmelo, non posso capire neanche questo?–
–Expulso!- urlò, lo stupore lottò con l'istinto di sopravvivenza riuscendo a deviare il colpo elettrico che si schiantò in pieno sul libro del principe, riducendolo in polvere. Estrasse immediatamente la sua bacchetta e la puntò contro il biondo che lo aveva attaccato.
–Expeliarmus- pronunciò, tentando di disarmarlo, ma Draco era veloce e la sua tempra di potere lottavano di fronte a tutto.
–Vigliacco!– gli sputò contro Harry –Ammettilo per una buona volta che sei sempre stato pessimo, fin dall'inizio–
–Non ho proprio nulla da ammettere– ringhiò a denti stretti –Expeliarmus!–
–Qual era lo scopo nel baciarmi? Una punizione? O forse tutto un piano per far vacillare le mie idee sul tuo riguardo?–
–Io ti ho anche baciato la prima volta ma tu hai iniziato a pedinarmi come uno stalker psicopatico e sempre tu sei venuto da me, non ti ho di certo trascinato io.–
Adesso i due ragazzi si scrutavano sull'attenti muovendosi in piccoli passi mantenendo una distanza di sicurezza fissa.
–E quindi te ne sei approfittato? Come se fossi una puttana da compagnia?– urlò Harry rosso in viso dalla rabbia mista al dolore.
–Fottiti– rispose Draco ringhiando.
–Pensavo ci avresti pensato tu– sputò Harry con un espressione di innaturale compiacimento sul volto mutato dall'ira.
–CRUCIO!– esplose Draco scagliando la maledizione senza perdono, proprio nel momento in cui Harry si era voltato per lasciare la stanza. Fortuna volle che la rabbia gli aumentò l'adrenalina che gli permise di lanciarsi in tempo lontano dalla traiettoria del colpo.
L'ultima briciola di fiducia verso Draco si era scagliata contro il muro e frantumata in mille pezzi.
Era un nemico.
Suo nemico.
-SECTUSEMPRA- urlò, non appena si rialzò.
Voleva ferirlo, così come lui aveva ferito Harry.
Ma qualcosa andò per il verso più sbagliato. Era successo tutto troppo velocemente. Rivoli di sangue scorrevano sotto il corpo ormai svenuto di Draco.
Harry lasciò cadere la bacchetta dalle sue mani tremanti, era sotto shock. Che aveva fatto?
Corse verso il suo corpo incosciente.
-Draco! - chiamò terrorizzato. Era un suo nemico, ma lo amava ancora.
La camicia squarciata sull'addome rivelavano una ferita mortale, provò a fermare la fuoriuscita del sangue con le proprie mani, sporcandosele del suo peccato ma troppo profonda per essere curata da qualche stupita tecnica babbana.
Cercò di sollevarlo, il suo peso morto sulle braccia lo fecero barcollare per lo sforzo.
-Qualcuno mi aiuti! - urlò consapevole che nessuno poteva sentirlo all'interno di quelle mura. Cercò di raccogliere tutta la forza che possedeva e portò il corpo fuori dalla stanza delle necessità, fortuna volle (o sfortuna, a seconda da come la si guarda) proprio da quel corridoio si trovava a gironzolare Severus Piton che vide subito i due ragazzi.
-Potter! - ringhiò Piton muovendosi a passo spedito verso il ragazzo ferito, Draco fu poggiato sul freddo pavimento mugulante di dolore, sudato e tremante. - Che cosa hai combinato? -
Harry era già nei guai seri con il professore, non osava immaginare quali atrocità di punizioni avesse in serbo per lui dopo le vacanze, se gli avesse rivelato cosa accadde li dentro, lo avrebbe espulso sicuramente. E ora come ora non poteva permetterlo.
-Stavamo litigando come al solito. La bacchetta di Draco è impazzita ferendolo. - Si faceva schifo da solo per star mentendo così spudoratamente, non si riconosceva nemmeno, indossare le colpe di un atto atroce alla vittima, Draco rischiava di morire a causa sua e lui gli stava addossando la colpa. Però non poteva fare altrimenti, c'erano troppe cose in gioco. Era nei guai fino al collo e ogni passo che compiva, ogni decisione che prendeva non faceva che farlo affogare sempre di più, portandolo giù in fondo a un abisso senza ritorno.
–Bugiardo- sputò velenoso Piton - Un danno di tale portata non può averlo provocato una sbadatezza, ne tanto meno una "bacchetta impazzita", No, è stato un incantesimo, e chi lo ha lanciato era ben consapevole di volerlo fare.–
"Lei conosce l'incantesimo che può averlo provocato? - chiese Harry con un certo timore.
Ma Piton non rispose, cosa che non lo rassicurò di certo. Piuttosto portò le sue mani pochi centimetri al di sopra della ferita di Draco e iniziò a sussurrare una cantilena incomprensibile. Lentamente la ferita iniziava a rimarginarsi, ad ogni parola il ragazzo ferito tremava meno, il taglio profondo venne sostituito da qualche innocuo graffio sull'addome.
Per un attimo Draco sembrava non respirare più poi riprese con un sospiro profondo quanto doloroso.
-Portalo in infermeria. E in fretta. - disse asciutto il professore. Harry puntò lo sguardo sul ragazzo sotto le sue mani, immobile. Quando lo riportò al professore non ebbe neppure il tempo di ribattere che lui era già andato via.
-Malfoy? - chiamò. L'altro ragazzo sembrava non sentirlo.
-Draco svegliati- sussurrò - Non posso portarti in infermeria. La dottoressa vedrebbe il tuo marchio- constatò parlando più a se stesso che al diretto interessato.
Ma invece di rispondere Draco iniziò a tossire pesantemente, il respiro farsi più corto.
-Ma non posso nemmeno lasciarti qui- ammise mentre tentava di rimetterlo in piedi- Non ne so nulla di infermeria e non conosco nessun amico che potrebbe aiutarti-
Portò il braccio di Draco sopra le sue spalle e gli strinse la vita con il suo per reggerlo in modo ferreo - Vale a dire che proverò in qualche modo a non fargliela notare-
E così dicendo, a passo lento si incamminarono verso l'infermeria.

Amortentia. - Italian Drarry Fanfiction.Where stories live. Discover now