Capitolo 13.

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La giornata era cominciata bene tutto sommato, Harry stava decisamente consolidando la sua relazione con Draco, e grazie a quest'ultimo era riuscito a non deludere il prof di pozioni. Il problema arrivava la sera.
Lumacorno era solito circondarsi di gente importante nelle feste che organizzava durante l'anno, la maggior parte cadevano intorno le festività o eventi speciali. In questo caso Horace coglieva la pluffa in balzo: Natale si avvicinava e organizzando una festa lussuosissima avrebbe sia fatto nuove conoscenti di possibili giovani promesse e al tempo stesso aumentato il suo rango notorietà, mantenendo però un clima gioioso di amore e unità.
Dove stava il problema?
Lumacorno non si limita ad apprezzare le doti, ma ama esporle. Potreste mai immaginare qualcosa di più imbarazzante di Harry Potter e Draco Malfoy sul podio a spiegare a tutti gli invitati come siano riusciti insieme amorevolmente a creare il filtro d'amore perfetto? Bene, Harry no di certo.
Ad ogni modo, mancava ancora qualche ora all'inizio della serata e l'unico tormento che Harry doveva per ora tener conto era Divinazione. Spesso si chiedeva perché non avesse abbandonato la materia allo stesso modo di Hermione, è vero che gli serviva per diventare Auror in futuro, ma ormai dopo decine di lezioni era fermamente convinto che la professoressa Cooman non ne azzeccasse una e che le sue lezioni fossero solo una perdita di tempo. Però nonostante ciò, Harry in fondo era da sempre stato curioso e affascinato da ciò che il futuro potesse rivelargli, anche se quello spesso oramai rimarcava il nome di Voldemort.

Era la prima lezione della giornata e Ron ed Harry si alzarono di buon ora per arrivare in tempo e non essere travolti dall'onda paranoica della professoressa, quando arrivati, notarono che era stato del tutto inutile, e lo stomaco di Harry si lamentò della colazione fatta in fretta e in furia. Tutti i posti in aula tranne i loro erano già occupati da Grifondoro e Corvonero. Tra di loro c'era chi sapeva apprezzare molto le doti della professoressa Cooman, tipi come Luna Lovegood la cui stramberia non poteva che andare a braccetto con quella dell'insegnante.
Ron ed Harry occuparono immediatamente i loro posti, sopra i rispettivi tavoli uno strano sacchetto di velluto rosso e un piccolo libro rilegato in pelle li attendevano. Si guardarono intorno e Harry dovette ricredersi su quel che aveva appena pensato sui corvonero, mentre Harry non si sarebbe fatto scrupoli ad immaginare Luna seduta per terra a gambe incrociate , con la testa già immersa nel sacchetto a sussurrare beata a qualunque cosa ci fosse al suo interno, lo stesso non poteva dire sui Corvonero del loro anno, che non sembravano per niente mostrare la stessa bizzarria della loro amica, erano tutti fin troppo seri e tesi nel fissare il sacchetto, analizzarlo e chiedersi cosa ci fosse dentro.
-Qualcosa mi dice che questa sarà una lunga giornata- commentò Ron fissando la professoressa Cooman che seduta sulla cattedra aveva atteso il loro arrivo in silenzio.
-Sarò ancora in tempo per cambiare lezione? Magari Hermione si sente sola ad antiche rune - rispose Harry scherzoso.
-Dopo la Lezione di Lumacorno le ho parlato-gli sussurrò Ron in risposta ignorando la battuta.
Harry lo guardò serio -Parlato di cosa?-
-Pansy Parkinson- disse in tono deciso -era tremendamente strana. Hermione dice che durante la sfida era fin troppo accanita per la vittoria, dopo invece come abbiamo visto tutti, ha ammesso la sconfitta come se nulla fosse -
-Forse aveva semplicemente paura che Lumacorno dichiarasse fallimentare la sua pozione rispetto a quella di Hermione e magari così facendo il suo orgoglio non ne h risentito-
-Sveglia! E' esattamente questo il punto. L'orgoglio non avrebbe mai e poi mai fatto agire in quel modo, e una come lei di velenoso orgoglio ne ha da vendere -
Harry scrollò le spalle e prese il suo sacchetto dall'estremità della cordicella di chiusura. Proprio in quel momento la Cooman balzò in piedi e iniziò la sua lezione.
-Buongiorno a tutti ragazzi!- urlò battendo le mani. -Oggi parleremo di Divinazione per mezzo degli astragali- fece segno con la mano di aprire velocemente i nostri sacchetti. Molti Corvonero alla vista degli ossicini sorrisero, altri guardavano incuriositi, ma quasi tutti tra Grifondoro e corvonero tirarono un sospiro di sollievo. Forse si aspettavano qualcosa di poco rassicurante o assurdo, in ogni caso Harry non aveva idea di cosa fossero.
-Come ben sapete, come meglio potranno sapere i nati babbani e i mezzosangue, quella degli astragali divinatori è una pratica che molto comunemente utilizzano le cartomanti babbane per attirare il proprio pubblico utilizzando al loro scopo semi-verità-
-Siamo sicuri che non sia anche lei una di loro?- disse a voce bassa un ragazzo Grifondoro rivolto al suo compagno di banco, la Cooman fece finta di non sentirli o semplicemente li ignorò e proseguì.
-Durante questa lezione praticheremo quest'antica arte, originaria dal periodo della grande caccia alle streghe, esse utilizzavano gli astragali per conoscere il loro futuro o concedersi la risposta alle loro domande. Le cartomanti babbane usano dei semplici dadi di plastica, noi invece useremo gli ossicini della caviglia della pecora, dipinti con colori sgargianti, questo ci permette una divinazione più precisa.
Una ragazza Corvonero alzò la mano e in meno di un secondo la professoressa le rivolse tutta l'attenzione. -Ma come fanno delle ossa a rispondere alle nostre domande?-
-E' qui che entra in gioco il libro sul vostro banco. Normalmente dovremmo sussurrare agli ossicini il nostro desiderio o la nostra domanda e attendere la risposta che sta nelle diverse posizioni finali degli astragali dopo il lancio, le diverse combinazioni verranno poi interpretate secondo degli schemi presenti sul libro, ovviamente i maghi e le streghe che padroneggiano quest'arte non ne fanno uso, ma per una prima lezione direi che sia essenziale.-
-Credo di iniziare a capire, sembra facile- disse Ron.
-Ma... - Continuò la Cooman.
-Perché deve esserci sempre un "Ma"?- brontolò il ragazzo.
-Io vorrei aumentare ancor di più l'efficacia della pratica
utilizzando il dono a noi concesso: la magia. Quella magia innata che abbiamo imparato a controllare da bambini, quella libera da vincoli materiali e ordinari, quindi mettete da parte le bacchette e prendete i vostri astragali in mano, osservateli, concentratevi e incanalate tutto il vostro volere su di essi. Più forte è il desiderio e più la risposta sarà efficace e immediata.
L'espressione di Ron vacillava tra l'essere riluttante e l'interessamento, guardava i suoi ossicini con sguardo fermo e risoluto e Harry si chiese cosa avesse di tanto importante da chiedere. Si guardò intorno, un ragazzo teneva il palmo aperto con gli ossicini davanti al viso, la sua espressione ricordava un bambino di fronte a una torta di compleanno, gli occhi chiusi nell'esprimere un desiderio e un sorriso accennato; in pochi secondi gli ossicini si issarono dalla mano e atterrarono rotolando sul tavolo, la professoressa Cooman si sporse a vedere il risultato -Molto bene!- Batté le mani prima di chinarsi sul libro del ragazzo per poi sussurrargli la predizione.
Harry ritornò con lo sguardo al suo sacchetto ed estrasse il contenuto: ossa diversamente colorate su tutte le facce, concave o convesse conferivano un risultato differente. Si rigirò gli astragali tra le dita, usare la magia senza bacchetta lo innervosiva perché gli tornava in mente tutte le volte che in casa Dursley aveva combinato qualche guaio solo per il semplice fatto di non sapersi controllare. E se un ossicino sarebbe schizzato dritto dentro il naso della Cooman? Come l'avrebbe presa? Forse predicendogli altri 200 anni di imminente morte certa.
Guardò il piccolo libriccino in pelle, la Cooman aveva severamente vietato di sbirciare prima del dovuto i vari schemi di risposta, per non influenzare il lancio. Iniziò a pensare a tutte le cose che avrebbe potuto chiedere, ad esempio se sarebbe stato fortunato nella ricerca di tutti gli Horcrux o sulla sconfitta del signore oscuro, ma aveva la sensazione che quelle quattro ossa non avrebbero avuto la risposta. Cercò di pensare più in piccolo e vicino nel tempo, pensò a Draco, lo vide seguire Pansy a fine lezione, trattenersi nella stanza delle cose nascoste, piangere in bagno, dire ai suoi amici sull'Hogwarts express che non avrebbe frequentato l'anno successivo. Si chiese se si potesse fidare davvero del marchio sulla pelle, o come si sarebbe comportato alla festa di Lumacorno.
Fu più semplice di quel pensava, senza rendersene conto gli ossicini erano rotolati giù dalla mano e si disposero sul tavolo in uno schema complesso: sue astragali gialli e concavi ne affiancavano uno viola, anch'esso concavo, mentre l'unico convesso era azzurro e stava più lontano dagli altri. Senza perdere tempo, confuso, Harry cercò tale schema nel libro non ancora del tutto sicuro nemmeno di quello che aveva chiesto, ma era tremendamente curioso di scoprirlo. Sfogliò le pagine attentamente finché non trovò lo schema giusto.
"E' in arrivo un'allettante attenzione. Poiché le persone coinvolte non sono affidabili"
-Che significa?- si intromise Ron sbirciando lo schema che indicava Harry con un dito sulla carta.
-Io... Non ne sono sicuro. Tu che hai chiesto?- chiese Harry a sua volta dirottando il discorso, nella sua mente l'immagine di Draco degli anni passati e dei momenti recenti si fondevano ed entravano in contrasto, formando ad Harry un pesante peso sullo stomaco.
-Prima ho provato a chiedere se Pansy avesse in mente qualcosa, ma quei cosi non hanno voluto darmi ascolto- disse guardando gli astragali in cagnesco -Poi... Qualcosa di più personale- arrossì.
-Hermione?-
-Si- ammise.
Harry guardò gli astragali di Ron, erano tutti convessi di un rosso sgargiante.
-Cosa dice il libro?- chiese incuriosito.
"L'orgoglio di qualcuno impedirà di risolvere screzi con alcuni amici. E' consigliabile essere più accondiscendenti-
-Screzi?- ripeté Harry corrugando la fronte.
-Già- sospirò Ron con aria rassegnata -Non ho neanche idea di che significhi-
-Dissensi, diverbi-Precisò Harry, chiedendosi cosa ne avrebbe pensato Hermione sul suo intervento, magari l'avrebbe battuto sul tempo dando perfino del bamboccione a Ron. -Non capisco, hai litigato con qualcuno? Hermione?-
-No, non mi pare - rispose Ron rivolgendo nuovamente lo sguardo al libro, poi scrollò le spalle -Bah, non darei poi tanta importanza a queste stupidaggini, ricordiamo quante volta la Cooman ha predetto la tua morte.-
-Si, grazie Ron. Non me lo ricordare.-
La professoressa Cooman si avvicinò al tavolo dei ragazzi, quasi essersi sentita nominare, e con la sua solita aria stramba si agitò per sistemarsi di fronte agli astragali di entrambi. Prima guardò Ron, si sistemò i suoi grossi occhiali sul naso e si tuffò nella lettura. Lui la guardò teso, probabilmente terrorizzato più dai suoi modi di fare che dalle sue predizioni strampalate, ma quando lei lo guardò con un raccapricciante sorriso amorevole si agitò anche su ciò che avrebbe potuto dire.
-Oh, mio caro- disse con voce velata di dispiacere, Harry e Ron si scambiarono uno sguardo prevenuto - Il troppo orgoglio non è mai una scelta saggia, Pensaci.- detto questo passò ad Harry, si avvicinò e lesse il suo risultato.
-Non c'è da stupirsi- sussurrò alle pagine -al prescelto spettano ardui compiti, fidarsi è un bene? E' meglio agire da solo per il suo oscuro destino, o trascinare gli altri con sé? Presto... tutto avverrà molto presto-
-Brividi- disse Ron scaldandosi le braccia, Harry non capiva se fosse sarcastico o meno.

Amortentia. - Italian Drarry Fanfiction.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora