Capitolo 17

1.5K 107 18
                                    

-Ran...tu...-
Ran prese le mani di Shinichi fra le sue e le strinse sorridendo e piangendo allo stesso tempo.
-Si amore mio, ricordo tutto. Quest'inferno è finito!-
Il pianto di Ran accellerò, ricordava tutto, sapeva adesso chi era il buono e chi era il cattivo. Si sentiva male solo al pensiero di aver baciato Araide e si sentiva male pensando che aveva dubitato di Shinichi e gli aveva dato del criminale. Aveva anche dubitato di Sonoko che c'era sempre stata per lei, di Shiho che aveva sempre aiutato Shinichi, del dottore Agasa che era sempre stato come un nonno per Shinichi e per lei, dei suoi genitori che l'amavano tantissimo e che non le avrebbero mai fatto del male e di tutti gli altri. Si sentiva una schifezza, si vergognava di se stessa. Peró adesso tutto era finito, avrebbe chiesto scusa a tutti e, soprattutto, avrebbe chiesto scusa alla persona più importante di tutte: Shinichi. Anche in queste ultime settimane così pesanti lui c'era stato, sempre. E anche adesso la stava stringendo fra le sue braccia. Pensava di non riuscire più a recuperare la memoria, ma quel bacio...quel bacio così familiare, quella labbra così morbide e calde che avevano tanta voglia di lei...tutto questo le aveva fatto tornare la memoria, il suo Shin l'aveva salvata ancora una volta senza neanche accorgersene. Lui era il dono più bello che la vita le aveva fatto, il regalo più grande. Shinichi le aveva messo una mano sotto il mento e aveva portato gli occhi di Ran e i suoi ad incontrarsi.
-Le stelle si possono mettere di lato difronte alla tua maestosa bellezza-
Ran si mise in punta di piedi e lo baciò mentre Shinichi le accarezzava il volto. Come riusciva ad essere così dolce? Riusciva a farla sentire proprio come una bianca stella che ogni giorno diventata ancora più bella.
-Ti amo, Shin-
-Ti amo, piccola-
Si presero per mano e camminarono insieme, sorridendo, fino a casa di Ran dove si fermarono.
-Pronta a tornare a casa?-
-Ho paura-
Shinichi si abbassò alla sua altezza e la guardò dritta negli occhi per poi darle una bacio a stampo.
-Loro ti amano, ti perdoneranno-
Ran si prese di corraggio, sospirò un paio di volte e poi iniziò a salire le scale insieme a Shinichi che le teneva ancora la mano. Aprì la porta dell'ufficio investigativo e trovò una scena diversa dal solito. Eri abbracciava Goro piangendo e pronunciando sottovoce il nome di Ran, non si erano neanche accorti della sua presenza sulla soglia della porta.
-Mamma! Papà!-
Lasciò la mano di Shinichi e corse da loro ad abbracciarli. Shinichi, con le mani in tasca e il suo sorriso furbo, guardava la scena soddisfatto e felice per la sua piccola Ran che, piangendo e abbracciando i genitori, chiedeva loro scusa. Quando si separarono, Goro ed Eri, si girarono a guardare Shinichi e gli dissero grazie per aver riportato loro la loro piccola bambina sana e salva e con la memoria. Shinichi in segno di risposta annuì col capo. Si allontanò un attimo da loro e chiamò al telefono Sonoko che, saputa la meravigliosa notizia, corse a casa di Ran aggiungendosi a quell'abbraccio. Poi andò via. Aveva ancora due problemi da risolvere che stavolta non potevano essere lasciati al vento, i loro nomi erano Araide e Vermouth. Andò alla stazione di polizia, dall'ispettore Megure, a dirgli che Ran adesso era a casa e che stava bene.
-Shinichi, Ran, si ricorda chi è stato a rapirla?-
-Certo, agente Takagi!-
-Ispettore, se come dice Shinichi, Ran, ricorda tutto, allora, possiamo usare la sua testimonianza per arrestare quei due malviventi!-
Disse l'agente Sato eccitata come una bambina. L'ispettore Megure si strofinò il mento con la mano e poi rispose.
-Si può fare...cosa ne pensi Shinichi?-
-Sicuramente loro cercheranno Ran dato che è andato via senza dire nulla, quindi, direi di aspettare ancora un po'...Ran si deve riprendere un po'-
-Okay, allora ci sentiamo fra qualche giorno per metterci d'accordo per l'operazione-
Shinichi strinse la mano a Megure e a Takagi e uscì dall'edificio accompagnato da Sato.
-Si vede che la ami tanto-
Shinichi diventò rosso e sorrise guardando l'investigatrice Sato. Si salutarono all'uscita e Shinichi tornò all'ufficio di investigazione Mouri. Tutti erano seduti sul divano a parlare felici mentre mangiavano una torta gelato alle fragole. Quando Ran lo vide entrare gli andò incontro dandogli un bacio a fior di labbra.
-Stiamo mangiando la torta ma a te ne ho fatta una particolare!-
Ran girò l'angolo per andare in cucina e spuntò con un vassoio e una torta sopra.
-Torta al limone, la tua preferita!-
Shinichi diventò rosso non appena lesse quello che c'era scritto sopra con la glassa al limone: "ti bacerei fino a morire". Si sedettero tutti a mangiare le torte, dopodiché, Ran e Shinichi, decisero di uscire per parlare un po'.
-Io non ti ho ancora chiesto scusa, Shinichi-
-Scusa?-
-Si, per averti trattato da criminale e per aver creduto a Vermouth e ad Araide...l'ho persino baciato...bleah!-
-Ran adesso è tutto finito. Oggi sono stata dall'ispettore Megure, faremo passare un po' di tempo e, quando ti sentirai pronta per testimoniare contro di loro, li arresteremo-
Ran sorrise contenta prendendo la mano di Shinichi nella sua.
Si fecero un giro al parco per respirare l'aria fresca in mezzo alla confusione di Tokyo.
-Amore mio, guarda lì. Quel ragazzo sta facendo di tutto per farsi notare da quella ragazza, è dolce!-
Shinichi si girò a guardarli e poi fece una faccia alquanto disgustata.
-Perché si sta sforzando così tanto? Non capisco, non ho mai avuto bisogno di pregare una ragazza in quel modo-
-E certo, esibizionista. Lui deve far di tutto per farsi notare dalle ragazze, invece, a te basta esistere-
Sul viso di Shinichi apparve un sorriso malizioso. Scoppiarono entrambi a ridere e poi proseguirono la loro passeggiata.
-Shin, senza accorgercene siamo finiti davanti casa tua!-
Il detective si girò a guardare alla sua destra notando la sua immensa casa. La giornata era stata lunga: prima Ran che si svegliava e gli urlava di andare a mettersi una maglia, poi una pallonata in viso, poi una litigata ed infine, la cosa piú importante, Ran che si era finalmente ricordata tutto.
-Piccola, io sono stanco...giornata faticosa. Ti riaccompagno a casa-
Ran iniziò a raggomitolarsi su se stessa come un riccio e diventò improvvisamente rossa.
-Ran, ti senti bene?-
Sul volto di Ran si dipinse una chiara espressione di determinazione, come se fosse pronta per dichiarare guerra a qualcuno.
-Shinichi, voglio passare la notte con te-

Non basta più il ricordo ora voglio il tuo ritorno ~2~Where stories live. Discover now