Capitolo 21

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-Kudo sono qui da una settimana! Che dovete fare? Credo che ormai si fidino anche troppo!-
Disse sottovoce in tono di lamentela la finta Ran al telefono a Shinichi. Era passata una settimana da quando Vermouth e Araide credevano di aver preso Ran. Ormai si sentivano al sicuro e si fidavano. Ogni volta che chiedevano a Ran di uscire con loro, lei, rispondeva subito di no perchè aveva paura di incontrare Shinichi. La recita non poteva andare meglio di così. L'unico problema era che la vera Ran, purtroppo, non poteva uscire di casa dato che sarebbe stato troppo rischioso.
-Se come dici tu, si fidano, mandami l'indirizzo in cui ti trovi e pomeriggio con l'FBI organizzeremo le squadre per venire e arrestarli-
-Perché ti dovrei mandare un messaggio? Non stai rintracciando le telefonate grandissimo imbecille?-
-Mi sembra ovvio di no! Loro potrebbero avere, a loro volta, dei rintracciatori per delle frequenze radio!-
La persona dall'altra capo del cellulare sbuffò, poi chiuse la telefonata a Shinichi dicendogli che gli avrebbe subito inviato l'indirizzo per email. L'estate stava lasciando il posto all'autunno e iniziava a fare anche più freddo, quindi, Shinichi prese una felpa prima di uscire di casa per andare da Goro e Ran. Una volta arrivato lì, fece chiamare da Goro anche la polizia e l'FBI. Sembrava una grande riunione in vista di una guerra ma, quello che sarebbe avvenuto quel pomeriggio, sarebbe stata la fine di quella guerra che ormai stava andando avanti da molto, troppo tempo. Nell'ufficio investigativo erano quasi tutti seduti sui divani, Goro era sulla sedia della scrivania, Akai era appoggiato al muro e Megure e Takagi stavano alzati dietro ai divani, Ran era appoggiata a Shinichi sul divano. Insomma, si intuiva a vista che lì dentro c'era un'aria pesantissima. Jodie aveva un foglio tra le mani con scritto tutto il piano che dovevano eseguire.
-Shinichi sei sicuro che il tuo informatore, maschio o femmina, sia affidabile? Se andiamo lì con loro che lo sanno significa non tornare più a casa!-
-Darei la mia stessa vita a quella persona!-
Disse Shinichi con tono di fiducia.
Jodie fece un'espressione di fiducia e abbassò lo sguardo sulla cartella che aveva davanti per iniziare a leggere il piano.
-Dunque, invierai un messaggio a questa persona che sta fingendo di essere Ran dicendole che verso le tre ci apposteremo lì nascondendoci. Lui o lei farà uscire loro di casa con una scusa e lì partirà l'arresto. Ovviamente avremo elicotteri e rinforzi che non si faranno vedere se prima loro non usciranno. Il minimo errore potrebbe costare la vita alla persona che sostituisce Ran, tutto chiaro?-
Tutti avevano prestato la massima attenzione ad ogni singola parola dell'agente Starling. Il piano era abbastanza chiaro e la priorità assoluta era di tirare la finta karateka fuori di lì senza neanche un graffio. Neanche Ran sapeva chi, Shinichi, aveva mandato a posto suo. Sicuramente doveva essere qualcuno che si fidava molto di Shinichi perché non tutti avrebbero fatto una cosa del genere. Gli agenti dell'FBI, essendo già le tredici, uscirono per iniziare a sistemare le truppe e i rinforzi. La polizia, accompagnata da Goro, fece la stessa cosa. Era strano vedere collaborare la polizia giapponese con l'FBI, dato che non era una cosa che succedeva spesso, anzi, era rarissimo.
-Ran, tu non verrai. Hai capito benissimo di cosa è capace quella gente-
-Shin ma tu hai detto che non c'è nessun pericolo, quindi, perchè non dovrei venire-
Disse Ran ingenuamente con le guance arrossate e un dolce sorriso.
-Ran, potrebbe succedere di tutto..inutile nasconderlo. Sennò avrei mandato te e non qualcun'altro-
La karateka sembrò abbandonare il mondo delle speranze e il sorriso sul suo volto sparì.
-No, non di nuovo...non ti perderò di nuovo!-
Gli occhi di Ran diventarono lucidi e le lacrime stavano per scendere. Era passato tanto tempo dall'ultima volta che aveva pianto per Shinichi e non voleva di nuovo. Non voleva riavere paura di vederlo su un letto d'ospedale o peggio ancora conficcato sotto terra. Shinichi la guardò impotente, stavolta non poteva farsi commuovere dalle sue lacrime, neanche lui la voleva ferita o morta.
-Dimmi almeno...dimmi almeno chi c'è lì apposto mio-
Chiese singhiozzando la karateka. Shinichi le si avvicinò e le disse il nome di quella persona all'orecchio.
-Tu sei pazzo-
Ran lanciò un sorriso divertito che sparì subito lasciando libera la rabbia e la tristezza.
-Hai ragione, di te-
Ma quel ragazzo che era così tanto arrogante, antipatico, e scontroso, con la dolcezza che teneva nascosta la faceva subito sentire meglio. Le diede un bacio sulla guancia e le sussurrò un ti amo dolcissimo. Dopo ciò uscì da casa senza voltarsi a guardare le lacrime della ragazza che amava e lasciandola lì. Preferiva farla soffrire per qualche ora che farle rischiare la vita. Arrivò giù trovando una scena che lo aiutò a sentirsi meglio: tutti erano vicini alle macchine a guardarlo e a sorridergli, perfino Goro.
-Pronto Shinichi?-
Disse Jodie alzando il pollice incoraggiandolo. Shinichi sorrise, alzò il pollice facendo l'ok e fece l'occhiolino. In macchina mandò subito un messaggio alla finta Ran.
"Stiamo arrivando! Falli uscire! Se gli agenti dell'FBI e la polizia inizieranno a fare fuoco tu scappa"
"Detective dei miei stivali ti giuro che se qualcosa va male sarò il tuo peggiore incubo!"
Shinichi fece un sorriso furbo e spense il cellulare. Erano arrivati e già tutti erano pronti e nascosti dietro ogni luogo possibile preparati ad uscire i bazooka se fosse stato necessario ma, per il momento, si limitavano ai mitra e ai fucili da cecchino. Si sentì la porta di casa Araide aprirsi e le sicure alle armi levarsi. Quando Vermouth, Araide e la finta Ran furono completamente fuori e a qualche metro dalla porta, Shinichi, uscì allo scoperto come pianificato. Vermouth fece un sorriso divertito e lo guardò.
-Sei venuto per rapirla di nuovo? Ti ho sempre stimato Shinichi,non ti credevo così stupido da venire solo, cosa pensi di fare?-
-Ma io non sono solo-
Tutti gli agenti giapponesi e americani uscirono allo scoperto puntando le loro armi su Araide e Vermouth che rideva impressionata.
-Dovevo aspettarmelo da te Shinichi...meriti, come sempre, tutta la mia stima-
Ma Araide non sembrò pensarla così e si mise a correre sparando all'impazzata con una pistola.
-Fermo!! È tutto finito imbecille!-
Gli gridò Vermouth mentre la finta Ran scappava eseguendo i precedenti ordini di Shinichi. Akai, da un tetto lì difronte, sparò ad Araide colpendole in pieno petto e uccidendolo sul colpo. Jodie si avvicinò a Vermouth dicendole che adesso era tutto finito e che aveva perso. Poi gli mise le manette e la fece portare via. Tutti si complimentarono con Shinichi, era stato tutto possibile grazie a lui. E, mentre tutti gli agenti andavano via, nel cielo si videro delle grandi ali bianche e un ladro col cilindro fare l'occhiolino a Shinichi e salutarlo con la mano.

Tredici anni dopo
-Conan dove sei?-
Ran girava per tutta casa col grembiule da cucina alla ricerca di quella piccola peste che aveva il brutto vizio di scomparire nel nulla. Aveva girato tutta quanta la casa senza trovarlo. Era nella stanza da letto a pensare a dove poteva essersi nascosto.
-Buuu!!-
Da sotto il letto spuntarono due teste che, gridando, fecero venire un collasso a Ran che era caduta per lo spavento.
-Mamma, tutto bene?-
Eh già, quel bambino era il frutto dell'amore tra Shinichi e Ran. Dopo la sconfitta definitiva degli uomini in nero, tutto era andato come avevano pianificato. Shinichi aveva continuato a fare il detective liceale, quando finirono il liceo Shinichi fece l'università laureandosi in criminalogia e in seguito aprendo un suo ufficio investigativo. Ran invece si era specializza in arti marziali diventando una bravissima insegnante. Lasciò, però, il posto di lavoro per dedicarsi completamente al figlio. Si erano sposati a ventisette anni e, Ran, era già incinta di qualche settimana ma non lo sapeva. Il piccolo Conan, inutile spiegare il motivo del suo nome, aveva tre anni ed era, sia caratterialmente sia fisicamente, la fotocopia di Shinichi. Il bambino e Shin aiutarono Ran a sollevarsi da terra. Loro due si amavano esattamente come tredici anni prima, ogni bacio era come il primo, con la stessa dolcezza e lo stesso imbarazzo...nessuna differenza. Shinichi baciò Ran che ricambiò diventando rossa mentre il piccolo Conan faceva una faccia divertita e schifata. Poi diede un bacio alla mamma ,cosa che, essendo molto arrogante, faceva raramente. Erano una famiglia che si amava e sarebbe stato così per sempre. Conan, che stava in braccio a Shinichi, si fece mettere giù andando a giocare e lasciando i genitori a farsi le coccole.
-Ti amerò sempre, Ran-
-Anch'io, amore mio- 

Spazio autrice
FINE!
Adesso voglio tutti i commenti possibili ed immaginabili sulla fine. Spero seriamente che la storia vi sia piaciuta!
Konnichiwa tomodachi! Ai shite ru! 

Non basta più il ricordo ora voglio il tuo ritorno ~2~Where stories live. Discover now