Capitolo 5

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DAKOTA JOHNSON

Sento bussare alla porta della mia stanza d'albergo, vado ad aprire pensando fosse il servizio in camera invece trovo soltanto un vaso con dentro oltre 30 rose rosse dallo stelo lungo, le porto in stanza poggiandole sul piccolo tavolino accanto la finestra. Scorgo un biglietto attaccato con un piccolo nastro ad una delle rose, lo apro e leggo: "Scusami se ti ho lasciato intendere che ci fosse qualcosa di più di quel bacio, ero nervoso e tu mi guardavi Implorante così ti ho baciata. Più volte ho detto che sei bellissima. E se non te l'ho detto esplicitamente l'ho pensato. Sei una persona meravigliosa ma Dakota io sono sposato e sono diventato papà non posso più lasciarmi trasportare da foghe adolescenziali.  Scusami ancora, questi fiori sono per te.

P.S.Non morderti il labbro Miss Johnson sai che effetto mi fa." Sorrido leggendo quest'ultima frase, amareggiata chiudo la lettera e torno a bere il mio Martini seduta sul letto in un letto troppo grande per una sola persona.

JAMIE DORNAN

«Amore vieni a letto.» Amelia mi chiama con voce dolce e assonnata, le rivolgo un fievole sorriso e rispondo: «Tesoro verrò tra un paio di minuti, devo finire di leggere un contratto, torna a dormire.» «Ok, Ti amo.» Sussurra piano «Ti amo anche io.» Rispondo, colpito da un profondo senso di colpa. Ormai le rose dovrebbero essere state consegnate, non riesco a smettere di pensarla la maggior parte delle ragazze/attrici che conosco non fanno altro che mettersi in mostra. Poi invece c'é lei che é così semplice e dioQuanto é bella. Senza pensarci due volte, apro la porta della stanza e mi immetto nel corridoio fino ad arrivare davanti la stanza 103 quella di Dakota. Faccio per bussare ma io mio pugno si ferma a mezza'aria quando sento dei singhiozzi provenire dall'interno, mi blocco all'istante non posso disturbarla soprattutto se la causa di quelle lacrime sono io. Così rimango lì fuori come un povero stronzo e con la coda tra le gambe torno nella mia camera. "Non avrei mai dovuto accettare quel ruolo."

DAKOTA JOHNSON

Jamie é ormai chiuso nella "stanza rossa" da circa un ora. Io non ho voluto vederla, così il primo impatto che avrò sarà vero, reale e ripreso dalle telecamere. Ieri sera non sono riuscita a dormire molto Eloise ha litigato con il suo fidanzato per via del rapporto che si sta creando tra lei e Luke e di conseguenza ho dovuto consolarla, ha pianto per due ore. Deve esserci una maledizione su questo set tutta la tensione sessuale del libro si é spostata in queste mura e così ci ritroviamo combattere contro i nostri impulsi fisici.  «Jamie é pronto, tra cinque minuti giriamo la scena.» L'aiuto regista mi averte riportandomi alla realtà, annuisco e vado a mettermi proprio di fianco la porta della stanza. Jamie mi osserva passandosi una mano tra i riccioli castani. «Nervoso Dornan?» dico ridacchiando. «Johnson tu nemmeno immagini cosa c'è dietro questa porta.» Risponde subito. «Silenzio in sala.» urla Sam dal megafono «Siete pronti ragazzi?» annuiamo entrambi e ciak si gira.  Più di qualche volta scoppiamo a ridere ma tra un sorriso e l'altro finalmente arriviamo al momento di girare la chiave. «Oh Porca....» mi zittisco subito ricordandomi delle telecamere, questa stanza é così...realistica. «Te lo dicevo io...» sussurra Jamie a denti stretti, gli sorrido timidamente e inizio ad esplorare ciò che mi circonda.

JAMIE DORNAN

Potrei dire di non essere nervoso ma mentirei a me stesso, potrei dire di non essere eccitato ma la mia erezione "controllata" mentirebbe e infine potrei dire che Dakota non é bellissima, nuda con le mani legate sopra la testa ma anche questa volta sarei più falso e bugiardo di pinocchio. La prendo per i fianchi, sollevando il suo bacino verso il mio e inizio a muovermi sfregando il mio corpo con il suo. Tutto questo é la più grande tortura che si potesse chiedere ad un uomo, avere una donna che si strofina al tuo corpo e poter far solo finta di scoparla. "Jamie, cazzo...sei sposato." Mi vergogno profondamente, ancora una volta tutto mi sta scivolando schifosamente tra le mani e l'unico mio pensiero è entrare realmente dentro Dakota. Mi guarda come se fosse in preda ad un orgasmo e non può nemmeno lontanamente immaginare quanto diavolo la voglio. Ogni singola cellula che mi compone urla il suo nome.

DAKOTA JOHNSON

Lo desidero, forse troppo, ma ho voglia di lui. Ho bisogno di sentire il suo corpo contro il mio, le sue labbra sulle mie, di incrociare le mie dita con le sue e lascarmi sprofondare. Io non gli resisto.

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