Capitolo 6

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JAMIE DORNAN

VI é mai capitato di dire qualcosa e poi desiderato di non averla detta? Dieci minuti fa in piena crisi di panico ho detto e cito testuali parole: "Johnson non riusciresti a farmelo alzare nemmeno se ti ci impegnassi." Mi sono pentito l'istante stesso in cui ho pronunciato l'ultima parola, il suo viso scioccato e i suoi occhioni celesti sbarrati non hanno fatto altro che alimentare il mio senso di colpa.
«Dakota mi dispiace, sono stato inopportuno.» Cerco invano ti risolvere la situazione.
«Sai una cosa Jamie? Sei così coglione, che se facessero una gara dei coglioni tu arriveresti secondo, per il semplice fatto che sei coglione!» Resto destabilizzato dalla sua frase, incerto se ridere o sentirmi ferito ma in qualsiasi caso lo merito per essermi lasciato scappare quelle parole tanto pesanti, soprattutto perché non è da me.
«Vi aspettano per un intervista.» Un addetto alla sicurezza ci scorta dalla giornalista della NBC la quale ci accoglie con un radioso sorriso a trentadue denti. Ci accomodiamo, presentandoci a vicenda e dopo qualche istante inizia l'intervista composta dalle solite domande noiose.
«Ovviamente immagino che nel film ci sia molto sesso, molti particolari sexy?» Ci chiede Natalie la giornalista
Io e Dakota facciamo un cenno di si con la testa
«Bene» prosegue la giornalista «quando parlo con altri attori dei loro film mi dicono che è un processo sempre un po' noioso, un po' stressante e comunque certamente non un momento di passione. Come vi siete calati durante quelle scene?»
Io e Dakota ci rivolgiamo uno sguardo complice poi lei dice: «Jamie é un Fluffer»
«Un Fluffer?» ripeto imbarazzato, ma che le é saltato in mente.
«Cos'è un fluffer?» Chiede la giornalista ridendo.
«Bhè....Un fluffer è un componente del cast di un film pornografico il cui ruolo è "scaldare" dietro le quinte gli attori del film prima delle riprese di scene di sesso.» risponde la Johnson.
«Fluffer non è proprio il tipo di spiegazione di cui avevo bisogno.»Ribadisco io.
«Chiedo scusa è totalmente inappropriato...» Le guance di Dakota diventano improvvisamente rosse così decido di sdrammatizzare per non farla sentire a disagio.
«E' uno strano lavoro ma.... era richiesto.» Mi volto verso di lei e le sorrido dolcemente e con lo sguardo fisso nel mio aggiunge:
«Non sapevo nemmeno che c'era del sesso in questo film.» Alludo ad un sorriso:«Si una novità anche per me.»
«Forse avrei dovuto leggere i libri.»
«Si forse avresti dovuto.» L'ammonisco divertito e per un momento dimentico anche la pessima frase di prima.
«Lasciatevelo dire siete fantastici e tra voi c'è un intesa abbastanza visibile. Ma dimmi Dakota, come hai capito che Jamie era il vero dominatore?»
Mi agito sulla sedia nervosamente curioso di sapere la risposta.
«Ho capito che Jamie era il vero Christian Grey, dopo aver provato a girare con altri due attori. Jamie mi messa subito messa mio agio, facendomi ridere, raccontandomi barzellette. Bhé da quel momento ho capito che non ci sarebbe stato nessun altro e ne sono stata felice.» Cerco di reprimere un sorriso tanto sono lusingato all'udire di quelle parole, forse troppo. Spero non mi venga rivolta nessuna domanda su Dakota, ora come ora potrei dire cose ben peggiori di quella detta poco prima, quando mi agito tendo a dire cose senza senso per poi pentirmene il minuto seguente.
«Jamie, Dakota vi ringrazio siete stati davvero gentili e disponibili. Purtroppo ho finito il tempo a mia disposizione vi lascio tornare alle riprese.» Rilascio un sospiro di sollievo mi alzo e saluto con un sorridendo educato, la mia collega fa lo stesso e appena la giornalista ci lascia soli Dakota non mi rivolge nemmeno lo sguardo affrettandosi a raggiungere il suo camerino. La seguo deciso a scusami ancora un milione di volte se necessario, la chiamo più volte nella speranza che si fermi e si volti nella mia direzione ma questo non fa che aumentare io suo passo. Schiva decisa ogni membro della troupe io invece inciampo goffamente sui cavi sparsi ovunque sul pavimento.
«Dakota per favore, fermati.» Nulla nemmeno un accenno a volermi dare attenzioni.
«Dakota!» la chiamo ancora con il fiato corto ma ancora nulla così senza nemmeno riflettere su quello che sto facendo l'afferro per un braccio spingendola in un camerino dove sono riposte le attrezzature e la costringo ad ascoltarmi. Un gesto inusuale che non rispecchia minimamente quella che è la mia persona ma volevo a tutti i costi che mi desse retta.
«Guardami, ti prego.» Chiedo gentile ma lei non si preoccupa minimamente di rendermi le cose facili, così le prendo il mento tra il pollice e l'indice e le sollevo il volto costringendola a guardarmi.
Occhi negli occhi, grigio contro azzurro, due battiti di cure che sembrano scoppiare. Respiro profondamente e dico:
«Probabilmente penserai che sia pazzo e non ti do tutti i torti, ma preferisco che pensi questo a lasciarti credere che quella frase detta prima dell'intervista sia minimamente vera. Mi dispiace, sono sincero.» Attendo con un po' d'ansia quello che risponderà ma non sembra intenta a dire qualcosa. Mi sorride e si morde il labbro, ovviamente lo sta facendo apposta per richiamare il suo personaggio. Così decido di stare al gioco: «Non morderti il labbro, sai che effetto mi fa.» Sorrido sardonico e lei alza gli occhi al cielo. Divertito di quel gesto recito le stesse battute del personaggio che impersono:« Miss Johnson, hai alzato gli occhi al celo e sai cosa succede quando lo fai. Mi prudono improvvisamente le mani.»
E improvvisamente anche la stanza si carica di una stana energia, gli occhi di Dakota diventano languidi, deglutisce a fatica e non stacca gli occhi dai miei. Istintivamente le passo le mani tra i capelli sistemandole una ciocca dietro l'orecchio. La sto desiderando e non come Christian desidera Anastasia, no perché non stiamo più giocando a recitare. La desidero come Jamie e so che anche per lei è lo stesso. Seguo l'istinto e lentamente mi avvicino alle sue labbra, il suo respiro corto solletica la mia bocca, mi avvicino ancora un po' manca meno di un centimetro e le nostre labbra entreranno in contatto e in questo mondo non desidero nient'altro.
«Jamie Dornan e Dakota Johnson sono attesi sul set per la scena della dottoressa.» Sbuffo frustrato per essere stato riportato alla realtà e per essermi reso conto ancora una volta del gran coglione che sono.

Sul set sono piuttosto nervoso, non riesco a smettere di capire che problemi mi affliggano.
«Avanti Jamie, buttala sul divano e baciala.» Sam mi da l'ok e senza farmelo ripetere due volte la spingo sul divano sovrastandola con il mio corpo. La baciò avidamente, forse troppo tanto che la mia lingua si intreccia alla sua. Riesco a stento a controllare l'elezione e ringrazio dio che per questa scena porti i jeans.
«Stop, stop, stoooop! Ma che state combinando?» Urla Sam avvicinandosi al divano. «Dev'essere un bacio dolce, pieno di tenerezza non passionale e intenso. Insomma mi sembrava di essere stata chiara, di averlo scritto nel copione.» Sbuffa e aggiunge: «Rifacciamola.»

DAKOTA JOHNSON

Lui sposato, io figlia dell'incertezza.
Così diversi.
Incompatibili.
Due mondi opposti.
Ma vallo al dire al mio cuore.

Specifico
*alcune battute dell'intervista sono state realmente dette.

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